Questo blog contiene tutta la storia della trivelle in Abruzzo, delle vivaci proteste degli abruzzesi, e della ritirata dei petrolieri, prima fu l'ENI a rinunciare alla costrozione del Centro-Oli di Ortona, poi la multinazionale straniera dovette rinunciare all'ecomostro di Ombrina Mare. Ci salvammo da una vera catastrofe.
Ho continuato a raccontare qui i guai inflitti dai petrolieri ai nostri amici lucani della Val d'Agri, dove il Centro-Oli s'era già realizzato. Senza dimenticare le vittime e gli strani suicidi. Guai che non finiranno mai.
Adesso c'è un'altra notizia : l'Italia dovrà risarcire i danni alla Rockhopper,
L'Italia dovrà pagare 190 milioni di euro.
La notizia è doppiamente amara, in primo luogo sono soldi che usciranno dalle nostre tasche, in questo momento già economicamente molto difficile, noi pagheremo a chi voleva distruggere il nostro ambiente marino una cifra dieci volte maggiore ai loro sperati profitti; in secondo luogo questo diventerà un argomento a loro favore, si dirà che paghiamo per colpa degli "ambientalisti": potevamo incassare bei soldini del petrolio, invece non abbiamo nulla e dobbiamo anche risarcire i danni!!! E sì, questo ci diranno, ma è falso.
La Rockhopper non era titolare di una concessione. Per legge non ha diritto ad alcun risarcimento. E' come se io avessi il mero desiderio di acquisare l'auto del signor Giovanni che però non me la vuol vendere e decide di farla rottamare. Ho perso un affare! Mi rivolgo al giudice affinché Giovanni mi risarcisca il danno per il mio perduto affare. Nessun giudice accoglierebbe questa tesi, non in un sistema capitalistico che tutela il diritto di proprietà. Finché Giovanni è il padrone decide quel vuole del suo patrimonio. La mancata conclusione di un affare si chiama rischio d'impresa. E' il capitalismo, bellezza!
Sì, allora perchè l'Italia è stata condannata a pagare un risarcimento?
Semplice: a decidere non sono i giudici, non si applica la legge, cioè le normali regole dei rapporti commerciali. Hanno deciso tre signori Klaus Reichert, Charles Poncet e Pierre-Marie Dupuy, tre avvocati stranieri che lavorano per le compagnie petrolifere. Sono stati chiamati ad "arbitrare" la controversia" e sono liberi di non applicare le leggi, né quelle italiane, né di altri paesi. Il loro compito è quello di garantire i buoni affari dei loro clienti.
Chi ha sottratto tutta la questione alle normali regole del diritto? Qui la risposta è molto facile: è stato l'uomo che non ha mai digerito l'idea di poter vivere in un paese capitalista, l'uomo che preferisce il monopolio alla concorrenza, che scambiava i letti con Putin, le nipotine con Mubarak e faceva il baciamano a Gheddafi. Si fa ancora chiamare imprenditore benché sia solo un impresario di spettacoli televisivi in unsistema monopolizzato che che gli consente di taglieggiare gli imprenditori. Fu lui che dovette cedere alle proteste degli abruzzesi, rinunciò a dare la concessione per le estrazioni petrolifere, ma nel contempo stipulò un trattato con cui l'Italia accettava di affidare la controversia ai tre arbitri privati. Sapeva benissimo come sarebbe andata a finire, era un gigantesco regalo, tanto paga Pantalone, cioè noi.
190 milioni non sono neanche tanti rispetto ai 388 che aveva abilmente sottratto alle casse dello Stato e che gli costarono la sua prima ed unica condanna (4 anni di reclusione). Adesso lo stesso signore è indagato per fatti molto più gravi, alcuni giornali lo stannno scrivendo da anni, anche nei giorni in cui c'è macato poco che lo eleggessero Presidente della Repubblica.
Qui sotto il comunicato stampa di Unione Popolare
"Andrebbero processati per alto tradimento i dirigenti ministeriali e i politici che hanno sottoscritto il Trattato della Carta dell'Energia negli anni '90. La Rockhopper ha vinto il suo contenzioso su Ombrina grazie alla sciagurata decisione dell'Italia di aderire a un trattato con cui si rinunciava alla nostra sovranità democratica. Ancora una volta paghiamo le scelte dei governi neoliberisti di centrodestra e centrosinistra che hanno svenduto il nostro paese alle multinazionali. Con quel trattato - come con tanti altri che noi di Rifondazione Comunista e dei movimenti abbiamo contrastato - si è affidato a un collegio arbitrale privato al di fuori della giurisdizione nazionale la decisione su contenziosi con multinazionali petrolifere e sulla base di regole tutte a favore delle società private.
Ora l'Italia viene condannata a pagare una cifra pazzesca di 190 milioni e l'avvocato svizzero che avrebbe dovuto difendere l'Italia si schiera a favore. Non venga in mente a nessuno di usare la vittoria della Rockhopper per tornare indietro rispetto al no al progetto.
Siamo riusciti a fermare il devastante progetto di una gigantesca raffineria galleggiante Ombrina 2 davanti al Parco della Costa Teatina solo grazie a un meravigliosa mobilitazione popolare che ha costretto tutte le forze politiche nazionali a dire no. Ricordo le due oceaniche manifestazioni a Pescara con 40.000 persone e a Lanciano con 70.000 che diedero voce al no alla petrolizzazione di un tratto di costa e di un territorio di eccezionale valore naturalistico e paesaggistico e con un distretto vitivinicolo di rilevanza internazionale. Sono sicuro che noi abruzzesi torneremo in piazza in decine di migliaia se sarà necessario.
Si racconta che noi della sinistra radicale e dei movimenti saremmo il partito del no ma di fronte a fatti come questo come non riconoscere la fondatezza delle campagne contro il TTIP e il CETA?
Abbiamo promosso il movimento di Unione Popolare con Luigi de Magistris per difendere i beni comuni e costruire un'alternativa politica di sinistra e ecologista ai partiti che hanno svenduto il nostro paese".
Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, candidato di Unione Popolare con de Magistris
Nella loro decisione (lodo arbitrale) i tre arbitri hanno affermato che il mancato rilascio della concessione petrolifera Ombrina Mare avrebbe violato il Trattato sulla Carta dell’Energia. In base a quel trattato l'Italia avrebbe quindi perso il suo diritto di decidere delle proprie risorse e del proprio territorio. E' una chiara lesione della sovranità nazionale, aderendo a questo Trattato, l'Italia ha rinunciato a decidere del proprio territorio, ma nessuno l'ha mai spiegato agli italiani.
E' paradossale ma sono proprio i sovranisti che stanno distruggendo la nostra sovranità nazionale. Matteo Salvini, Giorgia Meloni, coi loro compari e camerati, sono tutti compatti con cavaliere azzurro, tutti sempre pronti ad approvare queste mutilazioni di sovranità a cui conseguono perdite di immensi capitali, devastazioni territoriali, macelleria sociale. Tanto c'è la TV coi giornalisti che daranno la colpa agli "ambientalisti" o all'inettitudine dei politici. Se vogliamo chiamare ambientalisti gli abrussesi che parteciparono alle manifestazioni contro il Centro-Oli e contro Ombrina-Mare, io li ringrazio. Li benedico ogni volta che si parla di costa dei Trabocchi, ogni volta che vado al mare. Ed è grande le mia gratitudine per la professoressa Maria Rita D'Orsogna e per l'impegno e l'alta competenza con cui riuscì ad animare le nostre proteste.
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