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14 giugno 2011

Godimento democratico

L'immagine dell'orgasmo democratico l'ho rubata dal blog di Beppe Grillo.

La partecipazione maggioritaria al referendum è una vittoria della democrazia. Godiamocela.

25.411.102 italiani su 47.117.456 hanno decretato l'abolizione dei servizi pubblici locali a gestione privata.
25.609.682 hanno bocciato il diritto alla remunerazione dell'investimento sulla gestione dell'acqua.
25.180.252 hanno cancellato i progetti di centrali nucleari.
25.220.804 hanno ristabilito il principio di soggezione del premier e dei ministri alla giustizia dello Stato.

Sono tutte maggioranze assolute. La somma dei No più tutti gli astenuti, per volontà o disinformazione o indifferenza o impossibilità a votare resta, tutti insieme, minoranza.

Questo risultato bellissimo ci dice che nonostante tutto l'Italia non è morta: nonostante il rincitrullimento televisivo, nonostante le menzogne e le blandizie, nonostante l'oltraggio ai principi democratici e liberali, nonostante l'ignoranza, la volgarità, la bassezza, l'arroganza, la corruzione... 
Quella che Indro Montanelli ha definito "feccia che risale dal pozzo" ha devastato molto, nei diritti, nella cultura, nell'economia, nell'ambiente e soprattutto nelle coscienze, ma non ci ha ancora sopraffatto.

Al referendum antinucleare del 1987 si recò alle urne il 65% e votammo sì in 20.618.624. Ora siamo aumentati.

Non possiamo nasconderci che restano ancora molti ostacoli: riparare i danni morali e materiali non sarà facile. Nel 1994, davanti alla prima vittoria elettorale del pataccaro di Arcore, don Giuseppe Dossetti citava i versi di Isaia - "Sentinella, quanto resta della notte?" - per una domanda che echeggiava senza risposta. Ora possiamo sperare in una risposta finalmente rassicurante.

Siamo ancora immersi nel buio, circondati da codardi e da razzisti, approfittatori e nuovi fascisti, eppure dopo la gioia e il sollievo di ieri, mi sento di abbracciare tutti. Un abbraccio ideale soprattutto a padre Alex Zanotelli, a Beppe Grillo, ai volontari del WWF, di Greenpeace e degli altri movimenti che hanno promosso i referendum; agli amici dell'IDV che hanno promosso quello sulla legalità; ai veggenti  e sapienti come Erri De Luca, Andrea Camilleri, Adriano Celentano e anche a quelli che si sono accodati dubbiosi e titubanti come i dirigenti del PD e della SEL che hanno ancora molto da imparare. Parola d'ordine: restiamo umani.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

spero davvero che tu abbia ragione, comunque i miei dubbi restano

ciao

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-14/effetti-collaterali-referendum-politici-215841.shtml?uuid=AaiC7ufD

Tom P. ha detto...

@ Giustino

Dubbi? io non ho alcun dubbio nel condannare l'uso clientelare delle società partecipate.
La para-politica è una zavorra per l'Italia (vedi “Il costo della democrazia” di Massimo Villone e Cesare Salvi). Lo è per i costi che gravano sulla spesa pubblica, ma lo è anche perché alimenta una cultura parassitaria dove nepotismo e clientelismo azzerano qualunque merito.

Attenzione però: questa è una cultura che c'è anche nel privato. Le imprese che operano nei settori pubblici o ex pubblici agiscono anch'esse per garantirsi profitti fuori-mercato. Per conquistare rendite di posizione. Non sono gestite con criteri di meritocrazia, basta parlare con i precari che vi hanno lavorato. Talvolta è anche peggio della burocrazia statale perché la forma privatistica consente di sfuggire a quei controlli che, per quanto blandi, esistono ancora per gli enti pubblici.

Credo che non si corregge una cultura familistica e furbetta con una formula di liberalizzazione o privatizzazione. Occorre affrontare direttamente il modo di essere e di agire delle persone. Occorre una scuola che non insegue clienti, che non si piega alle richieste familistiche, occorre la scuola-istituzione descritta da Calamandrei, quella che forma i cittadini sulla base dei valori costituzionali: solidarietà, lavoro, retribuzioni basate sulla qualità e quantita del lavoro svolto (si chiama anche meritocrazia).

Anonimo ha detto...

Sono quasi del tutto d'accordo. Vorrei che tutti la pensassero così, ma temo che molti cittadini, anche quelli che hanno votato sì, non abbiano questa maturità, e quando certe "opportunità" capitano a loro si dimentichino delle loro belle idee. Sta a noi sforzarci ogni giorno di criticare quello che non va, e soprattutto pensare con la nostra testa, senza dare cambiali in bianco a nessuno (inclusi Zanotelli Grillo ecc).

ciao

Tom P. ha detto...

Stiamo parlando di "democrazia" e stiamo festeggiando la partecipazione popolare al referendum. Ognuno con la propria testa, ovviamente. Nonostante i tentativi di oscurare, confondere e mandare al mare.

Per questo risultato mi sono complimentato con Beppe Grillo, ma nessuna cambiale in bianco.

Già dai tempi del V-Day in questo blog ho esposto le mie critiche a Grillo. Celentano poi la critica se l'è fatta da solo confessando che le 1994 votò quello che gli sembrava 'il nuovo'.