La politica è l'ossigeno che fa respirare la democrazia. Se l'attività politica viene distolta dalla sua funzione e sfruttata parassitariamente, non è mai la politica da eliminare, quanto piuttosto le incrostazioni e i parassiti che la soffocano. Il rifiuto della politica potrebbe solo riconsegnarci nelle mani di un principe o di una casta e la speranza che il principe sia saggio e illuminato è sempre stata una breve illusione. Lo dico per chiarire che il mio invito ad amministrare la città come "un buon padre di famiglia" non era un cedimento a posizioni qualunquistiche. Il buon padre che si occupa seriamente dei problemi della famiglia proprio in questo fa politica e lo fa di più e meglio di chi si dilunga per mesi in rimescolamenti di deleghe.
Di qualunquismo si torna a parlare anche a causa del Vaffa-Day proclamato da Beppe Grillo con le sue tre proposte di legge utili a stroncare l'attuale sistema politico. Potrei dire che non condivido neanche queste perché delle tre proposte due sono alquanto discutibili. Ma non basta una divergenza di idee per dire che Grillo sta cavalcando la tigre del qualunquismo. Grillo da anni va ponendo questioni serie che riguardano l'ambiente, la giustizia, la morale, l'ordine pubblico, il lavoro e tocca questioni basilari per il funzionamento della democrazia. Grillo parla di problemi POLITICI di cui i signori dei partiti non parlano più. Non sta dicendo che la politica è una cosa sporca, al contrario ci sprona "a fare politica ogni giorno. Al supermercato, a scuola, sul lavoro, al semaforo, nella natura, nel vostro condominio."
All'indomani del V-Day ho avuto occasione di ascoltare un discorso del nostro sindaco Ricci nel quale riconosceva che c'è del vero e del giusto nelle battaglie del comico genovese, però la via populista e antipolitica scelta da Grillo è troppo pericolosa.
Ricci non dice niente di nuovo difendendo la politica. Ha ragione a segnalarci i pericoli. Sono gli stessi pericoli che vede anche Giampaolo Pansa nell'ultimo "Espresso" parlando del 'Silenzio della casta'. La fine della politica è sempre gravida di tragedia. Ma chi sta uccidendo la politica? Grillo con le sue limpide proposte di legge? il suo blog in cui migliaia di persone ogni giorno possono discutere dei grandi problemi politici? o piuttosto gli insaziabili cialtroni che hanno preso d'assalto le nostre istituzioni?
Pur avendo opinioni diverse devo apprezzare Grillo per la sua capacità di ridare speranza alla politica. Forse il limite delle due legislature per i parlamentari invece che per i governanti non è la soluzione migliore; forse uno sbarramento per qualunque tipo di giudizio e di condanna non è la soluzione migliore; ma il problema c'è, una soluzione è necessaria e urgente. Meglio queste di Grillo che niente.
Sono proposte politiche che rispondono a problemi reali e sono portate avanti con strumenti assolutamente democratici. Non hanno niente di antipolitico. I movimenti avviati da Nanni Moretti ieri, e da Beppe Grillo oggi, sono genuinamente politici, in essi c'è un sano richiamo all'impegno politico che purtroppo continua ad essere osteggiato e frustrato dai troppi antipolitici, senza idee e senza passioni, arroccati nelle segreterie di partito, sono loro i veri qualunquisti: i qualunquisti dell'inciucio.
Saranno gli studiosi a dirci come e quando è avvenuto il rovesciamento tra politica e antipolitica, tuttavia il fatto mi sembra evidente. Lo riconosce anche Milena Gabanelli presente al V-Day di Bologna. E non c'è da stupirsi che una iniziativa che richiede coraggio e impegno politico abbia trovato la sua sede naturale a Bologna e sia stata del tutto ignorata a Chieti.
Chieti è sempre stata una città politicamente apatica. La tendenza al qualunquismo qui è sempre stata forte e la sua ovvia deriva autoritaria è conosciuta anche dai più giovani. C'è una profonda diffidenza verso gli agitatori di folle. Ma Chieti non è solo fascista e qualunquista, c'è anche una gran parte della città che voleva trovare una propria via, regolare, per contrastare l'antipolitica annidata al vertice dei partiti. Quella via, forse il sindaco Ricci non lo sa, ma s’incarnava proprio in lui: il candidato emerso fuori dai giochi dei partiti. Concordo pienamente con quello che ha scritto in questo blog mastro Gendalf, temo però che Ricci non fosse consapevole del suo ruolo, oppure non era disposto a diventare il timoniere che inverte la rotta benché avesse tutti gli strumenti per farlo.
Sabato scorso mentre la piazza di Bologna era piena di gente che vorrebbe rialzare lo sguardo verso il futuro, mentre in 220 città italiane si raccoglievano le firme, a Chieti neanche un banchetto perché qui il V-Day c'è stato già due anni fa, festeggiato in piazza Malta. Una festa popolare, chiassosa e garbata, senza parolacce e senza i papaveri della finta politica. Ma il protagonista probabilmente già quella sera festeggiava altro, festeggiava il suo ingresso nella "Politica", non quella autentica della gente che lavora, che vota, che è disposta anche a pagare per votare, che ci mette i suoi ideali, le speranze, la voglia di tradurre i sogni in proposte e in fatti. No, Ricci era già proiettato verso la politica fasulla dei partiti, maschera ipocrita di una tenace antipolitica.
Ora nella stessa compagine di Ricci, che sta cercando di difendere i principi democratici all'interno del nascente Partito Democratico, c'è perfino chi avversa il ritorno alle preferenze. L'argomento usato è molto semplice: il sistema delle preferenze alimenterebbe il voto di scambio e i clientelismi personali, quindi sarebbe un sistema vecchio, inopportuno. E' lo stesso argomento usato da Fini e da Berlusconi per rendere digeribile il "porcellum" elettorale.
"Tu non puoi scegliere - dice la Nomenklatura al cittadino - non sei maturo, il tuo voto si potrebbe facilmente comprare. Lascia che a scegliere sia il partito, il soviet, oppure il principe, l'uomo della provvidenza." In questo i qualunquisti dell'inciucio mostrano chiaramente il loro comune volto antidemocratico. Poco importa che le scelte siano affidate ad un leader supremo o ad un complesso politburo: la democrazia non c'è più.
Al cittadino viene lasciata solo la scelta dei simboletti colorati, giocattolino inoffensivo. I simboletti vengono rinnovati continuamente nel timore che col tempo possano assumere un reale valore politico.
Ora Ricci riconosce che c'è del vero nei proclami di Grillo, ma dice che bisogna restare nel solco della "Politica", quella dei simboletti, degli accordi di corridoio, delle verifiche, degli inciuci, dei rimpasti di deleghe. Così le riunioni di certi tristi figuri ridotti a raggranellare gettoni di presenza diventano più importanti di tutti gli aiuti che tanti teatini volentieri gli avrebbero dato per far ripartire la città. Idee, passione, lavoro, bellezza, tutto rifiutato, tutto da rifiutare perché senza marchio di partito, senza il bollo della Nomenklatura. Che delusione, che tristezza.
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Di qualunquismo si torna a parlare anche a causa del Vaffa-Day proclamato da Beppe Grillo con le sue tre proposte di legge utili a stroncare l'attuale sistema politico. Potrei dire che non condivido neanche queste perché delle tre proposte due sono alquanto discutibili. Ma non basta una divergenza di idee per dire che Grillo sta cavalcando la tigre del qualunquismo. Grillo da anni va ponendo questioni serie che riguardano l'ambiente, la giustizia, la morale, l'ordine pubblico, il lavoro e tocca questioni basilari per il funzionamento della democrazia. Grillo parla di problemi POLITICI di cui i signori dei partiti non parlano più. Non sta dicendo che la politica è una cosa sporca, al contrario ci sprona "a fare politica ogni giorno. Al supermercato, a scuola, sul lavoro, al semaforo, nella natura, nel vostro condominio."
All'indomani del V-Day ho avuto occasione di ascoltare un discorso del nostro sindaco Ricci nel quale riconosceva che c'è del vero e del giusto nelle battaglie del comico genovese, però la via populista e antipolitica scelta da Grillo è troppo pericolosa.
Ricci non dice niente di nuovo difendendo la politica. Ha ragione a segnalarci i pericoli. Sono gli stessi pericoli che vede anche Giampaolo Pansa nell'ultimo "Espresso" parlando del 'Silenzio della casta'. La fine della politica è sempre gravida di tragedia. Ma chi sta uccidendo la politica? Grillo con le sue limpide proposte di legge? il suo blog in cui migliaia di persone ogni giorno possono discutere dei grandi problemi politici? o piuttosto gli insaziabili cialtroni che hanno preso d'assalto le nostre istituzioni?
Pur avendo opinioni diverse devo apprezzare Grillo per la sua capacità di ridare speranza alla politica. Forse il limite delle due legislature per i parlamentari invece che per i governanti non è la soluzione migliore; forse uno sbarramento per qualunque tipo di giudizio e di condanna non è la soluzione migliore; ma il problema c'è, una soluzione è necessaria e urgente. Meglio queste di Grillo che niente.
Sono proposte politiche che rispondono a problemi reali e sono portate avanti con strumenti assolutamente democratici. Non hanno niente di antipolitico. I movimenti avviati da Nanni Moretti ieri, e da Beppe Grillo oggi, sono genuinamente politici, in essi c'è un sano richiamo all'impegno politico che purtroppo continua ad essere osteggiato e frustrato dai troppi antipolitici, senza idee e senza passioni, arroccati nelle segreterie di partito, sono loro i veri qualunquisti: i qualunquisti dell'inciucio.
Saranno gli studiosi a dirci come e quando è avvenuto il rovesciamento tra politica e antipolitica, tuttavia il fatto mi sembra evidente. Lo riconosce anche Milena Gabanelli presente al V-Day di Bologna. E non c'è da stupirsi che una iniziativa che richiede coraggio e impegno politico abbia trovato la sua sede naturale a Bologna e sia stata del tutto ignorata a Chieti.
Chieti è sempre stata una città politicamente apatica. La tendenza al qualunquismo qui è sempre stata forte e la sua ovvia deriva autoritaria è conosciuta anche dai più giovani. C'è una profonda diffidenza verso gli agitatori di folle. Ma Chieti non è solo fascista e qualunquista, c'è anche una gran parte della città che voleva trovare una propria via, regolare, per contrastare l'antipolitica annidata al vertice dei partiti. Quella via, forse il sindaco Ricci non lo sa, ma s’incarnava proprio in lui: il candidato emerso fuori dai giochi dei partiti. Concordo pienamente con quello che ha scritto in questo blog mastro Gendalf, temo però che Ricci non fosse consapevole del suo ruolo, oppure non era disposto a diventare il timoniere che inverte la rotta benché avesse tutti gli strumenti per farlo.
Sabato scorso mentre la piazza di Bologna era piena di gente che vorrebbe rialzare lo sguardo verso il futuro, mentre in 220 città italiane si raccoglievano le firme, a Chieti neanche un banchetto perché qui il V-Day c'è stato già due anni fa, festeggiato in piazza Malta. Una festa popolare, chiassosa e garbata, senza parolacce e senza i papaveri della finta politica. Ma il protagonista probabilmente già quella sera festeggiava altro, festeggiava il suo ingresso nella "Politica", non quella autentica della gente che lavora, che vota, che è disposta anche a pagare per votare, che ci mette i suoi ideali, le speranze, la voglia di tradurre i sogni in proposte e in fatti. No, Ricci era già proiettato verso la politica fasulla dei partiti, maschera ipocrita di una tenace antipolitica.
Ora nella stessa compagine di Ricci, che sta cercando di difendere i principi democratici all'interno del nascente Partito Democratico, c'è perfino chi avversa il ritorno alle preferenze. L'argomento usato è molto semplice: il sistema delle preferenze alimenterebbe il voto di scambio e i clientelismi personali, quindi sarebbe un sistema vecchio, inopportuno. E' lo stesso argomento usato da Fini e da Berlusconi per rendere digeribile il "porcellum" elettorale.
"Tu non puoi scegliere - dice la Nomenklatura al cittadino - non sei maturo, il tuo voto si potrebbe facilmente comprare. Lascia che a scegliere sia il partito, il soviet, oppure il principe, l'uomo della provvidenza." In questo i qualunquisti dell'inciucio mostrano chiaramente il loro comune volto antidemocratico. Poco importa che le scelte siano affidate ad un leader supremo o ad un complesso politburo: la democrazia non c'è più.
Al cittadino viene lasciata solo la scelta dei simboletti colorati, giocattolino inoffensivo. I simboletti vengono rinnovati continuamente nel timore che col tempo possano assumere un reale valore politico.
Ora Ricci riconosce che c'è del vero nei proclami di Grillo, ma dice che bisogna restare nel solco della "Politica", quella dei simboletti, degli accordi di corridoio, delle verifiche, degli inciuci, dei rimpasti di deleghe. Così le riunioni di certi tristi figuri ridotti a raggranellare gettoni di presenza diventano più importanti di tutti gli aiuti che tanti teatini volentieri gli avrebbero dato per far ripartire la città. Idee, passione, lavoro, bellezza, tutto rifiutato, tutto da rifiutare perché senza marchio di partito, senza il bollo della Nomenklatura. Che delusione, che tristezza.
15 commenti:
Pansa concludeva confessando di non sapere a chi dobbiamo credere e affidare la guida di questa repubblica da rifare.
Nel piccolo, non sappiamo a chi affidare domani Chieti (da rifare).
Forse toccherà rimboccarsi le maniche a qualcuno di noi qualunquisti che chiedevamo non solo onestà ma rinnovamento e un cambio di metodologia, a condizione che non abbia (avuto) nulla da spartire con questa classe di feudatari incapaci e inconcludenti, capaci solo di nuove strade di clientelismo e sprechi, perché sono sempre di più quelli che “devono mangiare”.
In Abruzzo il partito democratico ha dimostrato già cosa può fare: ridere.
Mentre lo scandalo dell'acqua (e degli incendi) rimane sonnecchiante, tra l’indifferenza generale, che cosa fa il Governatore? Fa capire che si potrebbe dimettere per… D’Alfonso! Cosa fa il nostro Sindaco? Nove mesi di verifica – addirittura chi c’è c’è – per partorire cosa? Il rinnovamento dal sarto…
concordo con elliott
EaM
.." qualcuno due anni fà vi aveva avvertito..non gli avete dato retta "..
Sapevo che prima o poi si sarebbe arrivati a questo punto di riflessione generale.
La grande Sinistra, che alla vittoria delle elezioni proclamava a gran voce il popolo sovrano, ha miseramente fallito.
- 66100 -
Credo che Elliott56 abbia dato una giusta dimensione a quello che è il reale problema non solo della politica italiana ma di noi italiani. Purtroppo abbiamo ragionato male per lunghi decenni, ci siamo divisi in tifosi di questa o quella formazione politica, abbiamo lottato, ci siamo combattuti malmenati e manganellati a dovere, ci siamo impegnati per cambiare il mondo e poi ci ritroviamo a leccarci le ferite provocate dalle formazioni politiche che noi stessi abbiamo mandato al potere. Di certo questi non sono peggio di quelli e quelli non sono peggio di questi, penso sia il caso di finirla con concetti realmente qualunquistici come quelli che fino a qualche tempo fa tutti esprimevamo. Oggi dire che la sinistra sia meglio della destra o che la destra sia meglio della sinistra non ha più senso. Sono gli uomini e le macchine costruite per fare politica il problema principale, i partiti sono il vero guaio, una cupola che una volta che ci sei dentro o ti adegui o sei fuori per sempre. Tutti in fondo abbiamo un prezzo, bisogna solo capire che però non tutti siamo in vendita e chi è negli ingranaggi delle macchine infernali in vendita è di certo. Tutti hanno calpestato i propri ideali, figuriamoci che oggi al potere c'è la sinistra che di sinistra non fa assolutamente nulla, così come la destra prima non ha fatto nulla di destra. Probabilmente è proprio come dice Elliott56, toccherà a qualche "qualunquista", a qualcuno che potremo giudicare come dei "nostri" e non come dei "loro", qualcuno che ha fiducia nel futuro e che vorrebbe poter vivere questo cavolo di paese come si deve. Qualcuno che sogna una nazione a misura di essere umano e che sappia essere lontana anni luce dalle logiche di partito. Anche Beppe Grillo in fondo, cavalca un periodo storico fatto di sfiducia verso chi dovrebbe parlare seriamente per il bene della collettività (leggi come gli uomini della politica). Noi da poveri idioti invece cosa facciamo? Ci rifugiamo nel pensiero di un comico, uno che dovrebbe far ridere e che in fondo fa ridere sbattendoci sul muso problemi seri. Ci affidiamo ad uno che non ci dice mai "guardate che va tutto bene", ma anzi ci prospetta situazioni catastrofiche. Non posso che dire che ha ragione a parlare di quelle cose e noi abbiamo ragione di credere più in lui che negli uomini della politica che hanno miseramente fallito la loro missione, solo che anche Grillo per concretizzare ciò che predica deve per forza entrare in politica ed a quel punto non potrà più farci ridere parlando dei problemi seri, poi i problemi dovrà risolverli. Allora, quale potrebbe essere la soluzione? Credo comunque in una strada democratica, votiamo i referendum di Rapagnà per la riduzione dei costi della politica in Abruzzo, diamo anche l'adesione alle proposte di Grillo, quelle del vaffa-day per intenderci, basta che diamo tutti insieme un segnale agli attuali politici: toglietevi dalle scatole. Nel nostro piccolo, facciamo in modo che i consiglieri comunali di questa legislatura, della precedente e di quella prima ancora non si possano ripresentare più, facciamo capire ai partiti politici che il nostro voto non lo vedranno più, cerchiamo di trovare un "qualunquista" di cui potersi fidare e che abbia tanta buona volontà e proviamo una volta per tutte a cambiare storia. Cambiare si può.
Roberto Di Monte
www.chietiscalo.it
Per il sindaco 56.809 mila; per il vice sindaco 42.606 mila; per gli assessori 289.726 mila; per commissioni consiliari, riunioni dei capigruppo, sedute del consiglio e indennità di funzioni oltre 400 mila euro.
Passi pure per gli stipendi, ma 400.000 euro di gettoni sapete che cosa vuol dire? più di mille euro al giorno!!!!!
Evasione fiscale di 98 miliardi di euro (MILIARDI DI EURO!!!) delle società concessionarie dei Monopoli di Stato, quelle che gestiscono le sale da gioco. Chissà di chi sono?
I giornali non ne parlano, silenzio assoluto, ma il blog di Grillo e anche DiPietro sì, ne parlano. E se per la prima volta in Italia si sono raccolte 300.000 firme in un solo giorno significa che la rete comincia a funzionare. Su RAI e Mediaset silenzio assoluto, neppure una parola sulle proposte di legge e sulle firme raccolte. Al massimo ti fanno vedere il faccione di Grillo che strilla da un palco. i giornali ci fanno la predica del qualunquismo. Lo sanno benissimo che non farà mai un partito, ma forse basta che si apre un canale di informazione. Se c'è informazione la democrazia non muore.
L'immagine del buon padre di famiglia è molto appropriata a descrivere il ruolo che deve avere un buon amministratore: agire per il bene della polis. Proprio coloro che fanno politica, nel senso di inciucio, hanno dimenticato o fanno finta di dimenticare l'etimologia della parola "politica" . Il successo dell'"antipolitica" di Grillo dimostra che tra la classe politica, gli amministratori, e i cittadini si è scavata una crepa che si allarga sempre. Essa mette in luce anche l'incapacità (poca volontà?) della classe politica di proporre delle soluzioni ai problemi che affliggono il paese. Tutt'al più si affrontano problemi che fanno "stampa", ai quali sono sensibili i media e che mettono in pace la coscienza "politicamente corretta" dei politici.
Spesso poi, le proposte sono isteriche, risposte a caldo agli scandali di turno o all'ennesimo attentato o omicidio di stampo mafioso... ma non dico niente di nuovo.
@ Elliott56
Benvenuto e grazie del contributo. Il mandato dell'attuale amministrazione è al giro di boa perché siamo ormai a metà del quinquennio, quindi è giusto cominciare a guardare a quello che si potrà fare dopo. Riflettiamoci.
@ R. Di Monte
Concordo con l'invito a sostenere i referendum abruzzesi e ricordo, a me e ai lettori del blog, che i quesiti richiesti sono questi:
# volete che sia abrogata la Legge Regionale “determinazione delle indennità e relativi titoli a favore dei Consiglieri Regionali” n. 22 del 30 maggio 1973 e successive modificazioni ed integrazioni , limitatamente alle seguenti parti: art. 1, comma 1; art 3; art. 7; art 8 e art. 9?.
# volete che sia abrogata la Legge Regionale “Nuove norme sulla previdenza e sul fondo di solidarietà a favore dei Consiglieri della Regione Abruzzo” n- 41, del 7 novembre 1973 e successive modificazioni e integrazioni?.
# volete che sia abrogata la Legge Regionale ”Nuove norme sulle nomine di competenza degli organi di direzione politica della Regione Abruzzo” n. 27 del 12 agosto 2005?.
# volete che sia abrogata la Legge Regionale “determinazione delle indennità e relativi titoli a favore dei Consiglieri Regionali” n. 22 del 30 maggio 1973, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive?
Si può firmare presso la delegazione municipale di Chieti Scalo, al primo piano del mercato coperto di Via Ortona, oltrechè all’Ufficio Elettorale della sede centrale del Comune in Piazza Vittorio Emanuele. (notizie tratte da www.ilpiccolodabruzzo.it)
@ Erri
dico quel che potrei dire anche all'anonimo che sottolinea l'importanza dell'informazione: senza una adeguata informazione la democrazia non può funzionare, e a rimorchio di una informazione improvvisata e scandalistica non può funzionare ugualmente. A volte sembra che l'informazione sia volutamente condizionata dai sostegni economici politicamente orientati. Eppure se è certamente improponibile una democrazia diretta, popolare o internettiana, come potrebbe essere quella ispirata da Grillo, non è utopistico pensare ad una informazione libera e pluralistica.
Parlare di politica a Chieti, sopratutto se espressa dai soggetti che oggi giorno governano la città è semplicemento tempo perso. Bisognerebbe azzerare il tutto e riandare serenamente a votare e scegliersi di nuovo una guida più autorevole che faccia i reali interessi della city e no quello dei partiti che gli servono per tener su il suo cadreghino.
Grillo: Comico o Politico?
(qualcuno farà bene a pensare che di questi tempi la differenza non è poi molta)
Grillo parla di politica ed è acclamato dal popolo.
Grillo è accusato di qualunquismo dai media e il popolo lo difende.
Grillo fà gli spettacoli a 40 euro e il popolo gli riempie le tasche..
meditate gente, meditate..
- 66100 -
Non confondiamo Grillo (il comico) con il "grillismo" (fenomeno socio-politico). Sul primo non c'è niente da dire, fa il suo mestiere e guadagna quel che gli consente il mercato. Non ci vedo niente di strano. Sul secondo c'è molto da dire perché è un movimento molto vasto, eterogeneo, di gente che ha mille e diverse motivazioni. E' un movimento nato rapidamente che rapidamente si sgonfierà, ma non sappiamo come, con quali esiti o quali strascichi.
Grillo è l'argomento politico principale di questi giorni e sono lieto che anche qui se ne parli.
Nel post io l'avevo citato solo perché era stato pretesto di alcuni discorsi di politica locale di cui mi sembrava giusto parlare. Non di Grillo.
Come ho detto non condivido le sue proposte, ma credo che commetta un clamoroso errore chi voglia tappargli la bocca dandogli del qualunquista o peggio, perché non è lui il problema.
In questo giudizio mi conforta molto leggere oggi sul Corriere della Sera l'opinione del prof. Sartori. Anche l'illustre accademico non condivide le proposte di legge fatte da Grillo, ma vede nel fenomeno "una ventata" salutare che solo una logora retorica potrebbe rifiutare come "qualunquismo".
Sullo stesso argomento ho letto anche l'opinione di Umberto Eco che distingue tra il qualunquismo che era generato dalla paura della democrazia e questi recenti fenomeni che invece nascono da una delusione da parte di chi nella democrazia ci crede.
Anche questa giusta precisazione conforta la mia opinione. Ma c'è di più. Eco individua le cause del "grillismo" in una crisi della comunicazione. Conclude infatti la sua "bustina" dicendo che "è proprio questo sentirsi avvolti da una rete di bugie e di goffaggini" che spinge i cittadini al rifiuto.
Sarà un rifiuto pericoloso anche questo, ma è non qualunquismo.
In una intervista pubblicata oggi il prof. Paul Ginsborg ricorda che cinque anni fa era scoppiata la protesta dei Girotondi sorta per denunciare l'impresentabilità della politica. Ginsborg dice che già allora i politici riconoscevano la fondatezza delle critiche, ma poi non hanno cambiato una virgola. Perché non l'hanno fatto? perché non hanno capito che cominciava a tirare una brutta aria? Ora come ci si può meravigliare qualcuno torna sulle stesse questioni con maggior veemenza? Dopo, ci avverte Pansa, arriverà qualcuno ancora peggiore. Sartori parla di assalto alla Bastiglia. E non c'è di che gioire.
Qualcuno stavolta ascolterà il grido che viene dalle piazze, o continueranno a fare i sordi come hanno fatto con Moretti e i Girotondi? come Maria Antonietta che invitava a mangiar briosche?
In mancanza di argomenti si può tirare in ballo anche il portafoglio di Grillo, ma qui il problema non è Grillo, è l'Italia! Di quanto guadagna un comico con i suoi spettacoli non ci frega proprio niente, non sono soldi pubblici quelli, e credo che solo ai giornalisti del gossip può interessare se Grillo si candida o non si candida.
Se riusciranno a silenziare tutto a nascondere il problema di crisi della democrazia con la scusa che Grillo ci ha i soldi e del politico non ha la stoffa, allora i problemi continueranno ad aggravarsi.
Come si possa avere fiducia in questa classe politica ditemelo voi. Ho soperto in questi giorni che la scala mobile c'è ancora ! ma solo per la casta dei politici. Ve la ricordate la scala mobile? Permetteva di adeguare automaticamente lo stipendio all'aumento del costo della vita. Ci convinsero che era inopportuna, dannosa, che favoriva l'inflazione. Ci fu un referendum. Votammo per il bene comune, per l'abolizione. Ora, con incredula sorpresa, veniamo a sapere che per qualcuno la scala mobile è viva e vegeta. Per la caste. I parlamentari e i magistrati. È di questi giorni un ulteriore aumento di 200 euro netti al mese più gli arretrati dal gennaio di quest'anno. Questa classe politica vive fuori della realtà, non si rende conto che la disaffezione, la sfiducia, l'indignazione stanno montando inarrestabilmente. Mentre invece ci si esercita, con prolisse analisi, sul perché del fenomeno Grillo. Siamo tutti Grillo quando ci prende lo scoramento per essere governati da una oligarchia intoccabile, autoreferenziale, insaziabile, irresponsabile.
Grillo ed il grillismo sono la stessa cosa: un comico che guadagna i soldi sparlando di politica...e soprattutto illudendo il popolo!!
Per me se si unisce a Moretti e girano un bel film comico su Prodi & co., fanno i miliardi, ah ah ah..
- 66100 -
Oltre a Grillo (comico genovese) e al grillismo (protesta rivolta contro l'inconcludenza dell'attività politica) ora c'è un terzo ed interessante fenomeno: la diffamazione di Grillo:
- è un buffone ignorante;
- è uno che fa i soldi;
- è un qualunquista, populista, demagogo;
- è uno che parla col blog ma non sa nemmeno cos'è il blog, infatti non legge e non risponde ai commenti;
- è uno che offende la memoria del prof. Biagi;
- è uno che si prepara a fare il duce di una nuova marcia su Roma;
- è uno che tollera i proclami nazisti e negazionisti nel suo blog;
- è un cattivo maestro che potrebbe armare la mano di qualcuno, di nuovi terroristi, dunque un ispiratore, un terrorista lui stesso...
La somma di tutto questo è un orco al cui confronto i peccatucci degli onorevoli scompaiono.
Di Grillo io non condivido né le proposte (tranne quella sul ritorno alle preferenze elettorali), né il linguaggio, che infatti non ripeto. Ma non ci vedo niente di pericoloso nel momentaneo successo di un comico che usa, come tanti altri, volgarità e pressapochismo. Invece la rapidissima diffusione delle diffamazioni contro di lui mi sembra un fenomeno socialmente più interessante. Anche quando prendono spunto da dati reali queste accuse sono odiose perché rappresentano un linciaggio morale. Ma chi ha orchestrato questo linciaggio? sono stati i politici che lui ha messo alla berlina? no, non ne hanno avuto né il modo, né il tempo. Il linciaggio è scattato spontaneamente, istintivamente. E' questo istinto che mi incuriosisce e in un certo senso mi assomiglia ad una sindrome di Stoccolma.
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