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17 luglio 2010

Seconda risposta sugli aquilani

Gli aquilani sono stati posti sull'altare della compassione, esposti allo sguardo pietoso del mondo intero, mentre qualcuno già intuiva che dopo i riflettori sarebbe calato il silenzio, la solitudine, l'angoscia. Purtroppo non è andata così, è stato peggio: dopo il teatro del dolore è arrivato il biasimo: gli stessi aquilani che il premier voleva ospitare nelle proprie ville, quelli con cui voleva trascorrere la villeggiatura estiva (chissà perché non l'ha fatto) e che abbracciava davanti alle telecamere ora sono diventati tutti scrocconi:



Sono ospitati gratis negli alberghi; usufruiscono di circa 600 euro; hanno avuto case ARREDATE gratis; non pagano le tasse; hanno rimpinguato le banche con i loro versamenti... E' molto facile farsi piangere addosso ed invocare l'aiuto di chi seguita a pagare le tasse! Bello vivere senza far niente! E tutto questo mentre nelle altre zone terremotate in Italia si vive ancora nelle baracche!

Gli aquilani non sarebbero soltanto approfittatori ingrati, ma anche psicolabili pericolosi. L'8 giugno il premier ha invitato il personale della Protezione Civile a non andare più a L'Aquila per evitare di prendersi una pallottola in testa. (Ecco perché non li aveva più ospitati e non era andato a fare la villeggiatura a L'Aquila, certi pericoli lui li intuisce subito).

Aggiungiamoci pure che le manganellate questi aquilani se le sono andate a cercare organizzando una manifestazione non autorizzata, capitanata da un sindaco che ha le casse piene di soldi e non è capace di spenderli, sostenuta dai gruppi sovversivi dei centri sociali armati fino ai denti di fionde, bastoni, bottiglie molotov, ecc. Senza considerare quelli che sicuramente s'erano portati la pistola in tasca da usare contro i loro salvatori.

Sto esagerando? no, ho solo collezionato una parte delle dicerie utilizzate per denigrare una popolazione vittima di una tragedia immane. Anzi una doppia o tripla tragedia, perché sappiamo tutti che il terremoto non avrebbe fatto tante vittime se la città fosse rimasta nella prima fascia della normativa antisismica, se la casa dello studente fosse stata precauzionalmente sgombrata, se la gente allarmata dalla scossa delle 23 non fosse stata sollecitata a rientrare nelle case. Prima del terremoto c'è stata la tragedia del menefreghismo e della faciloneria, dopo è arrivata la "cricca" di quelli che già sapevano tutto nella stessa notte del terremoto e sono arrivate le case provvisorie al prezzo triplo di quelle definitive.

No, io non me la sento di giudicare le vittime. Non riesco a condannare gli aquilani, nemmeno quando vedo la rabbia e sento accuse terribili, forse ingiuste, urlate sotto il palazzo della Protezione Civile. Non posso escludere che alcune pretese e alcune reazioni siano eccessive, ma per me loro restano le vittime. Vittime della mancata prevenzione, vittime del terremoto e vittime di troppi affari illeciti compiuti sulla loro tragedia.

Questo non mi porta a dimenticare le cose buone: l'efficienza dei soccorsi, il generoso lavoro dei volontari, l'impegno delle imprese che hanno lavorato anche di notte per costruire le nuove case. Così come non mi permetto di giudicare i poliziotti messi a sbarrare le strade di Roma. Gli stessi aquilani che ho visto nei video del 7 luglio sono riusciti a capire che, nonostante le botte, la colpa non era degli agenti.

Non giudico e non condanno, ma ho bisogno di capire.

5000 persone sono un numero enorme per una popolazione che in buona parte è ancora dispersa nei diversi luoghi dove sono ospitati, senza contare i molti anziani. Non si può non ascoltarli perchè rappresentano una grossa parte della città, compreso gli amministratori pubblici.

Le buone ragioni della manifestazione sono anche confermate dal fatto che il giorno successivo il governo ha sbloccato una parte dei fondi e si è avviata la procedura per una piccola imposta di scopo sulle accise dei carburanti. Non so se queste sono soluzioni adeguate, ma forse si poteva provvedere prima, parlando direttamente col sindaco e con alcuni rappresentanti di categoria. Invece si è arrivati alla manifestazione e alla presumibile decisione di non farla arrivare davanti a Montecitorio o a Palazzo Madama.

Ci sono invece alcune cose sulle quali il mio giudizio è molto severo: non si gestisce una situazione di emergenza imponendo il segreto definitivo sugli atti e sui documenti; non si sottrae l'attività svolta con i soldi pubblici al controllo contabile; non si distribuiscono gli appalti ad amici e parenti; non si escludono i diretti interessati da ogni decisione; non si insultano le vittime neanche quando perdono la pazienza; non si impedisce loro di fare una manifestazione dopo aver imposto il silenzio-stampa sulle manifestazioni precedenti.

Non occorre un giudizio sui comportamenti della popolazione o del governo per capire che la vicenda aquilana non è finita, che quelle case così ben costruite e con tanta celerità non hanno risolto il problema perché ci sono anche le attività che devono risorgere: i commerci, gli studi professionali, le scuole, le aziende, gli alberghi, i servizi. Chi dice che a L'Aquila s'è fatto tutto quello che si poteva e per il resto passeranno decenni per causa di forza maggiore (il destino), sta dicendo che L'Aquila è morta per sempre, che andranno in malora anche i nuovi quartieri domitorio quando tutti saranno emigrati altrove per vivere. Ciò non accaduto dopo il terremoto del 1703, siamo tornati così indietro ora da non essere più capaci di fare quello che si faceva trecento anni fa?

Il vero problema è che una città non è quella che normalmente immagina il palazzinaro. Basta vedere Chieti e il suo Villaggio Mediterraneo, su cui s'è spesa per anni la passata amministrazione civica. Fatevi una passeggiata tra quelle ampie vie e nuovi grandi palazzi e poi ditemi se vi viene voglia di ringraziare chi ha avuto l'idea di far ripartire la città in quel modo. E' ciò che accade tutte le volte che i politici si fanno guidare dai palazzinari o sono loro stessi palazzinari.

Io non riesco a capire qual è il futuro del capoluogo abruzzese, che era bellissimo. Non so quanta parte di ragione c'è nelle richieste degli aquilani, ma per favore non ditemi che non bisogna neanche ascoltare le loro ragioni e le loro proposte. Non ditemi che la loro vicenda si è chiusa o magari che si è chiusa in bellezza perché non ci sono baracche (che purtroppo ci sono).

Con altri metodi e con meno propaganda abbiamo visto rinascere Assisi e i diversi borghi dell'Umbria. Senza zone rosse militarizzate per anni, senza case nuove a circondare la bellezza antica dei borghi, senza insultare i sindaci, senza impedire a chi vuole provvedere in proprio a ricostruirsi la casa di poterlo fare. Io voglio essere ottimista, voglio pensare che anche L'Aquila tornerà a splendere, ma lo spirito positivo crolla di fronte alle camionette in assetto antisommossa: per quali sommosse? contro quali terroristi?

Luciano Pellegrini commenta chiedendomi: ti risulta che molti giovani dei centri sociali, anche schedati hanno partecipato con gli aquilani? Perchè non sono stati allontanati dai dimosranti veri?

No, caro Luciano, non mi risulta. Tutte le testimonianze (una l'ho messa anche tra i commenti al post sulla violenza) ci dicono il contrario: non c'erano infiltrati alla manifestazione. I video ci mostrano momenti di nervosismo, ma non ho visto nessuno con bastoni o altri strumenti offensivi. Ma di questo parleremo meglio nella prossima risposta sulle manifestazioni.

5 commenti:

@enio ha detto...

Il fatto che il pagamento delle tasse sarebbe stato dilazionato era evidente anche senza che si facesse quell'inutile gazzarra che voleva solo mettere in cattiva luce il governo che ha fatto MIRACOLI con i terremotati aquilani. Luciano carissimo, come vedi questo signore non è solo politicizzato (da polis dice lui) ma fa proprio politica e te la spiattella con le sue storielle da libro cuore, sperando che tu o chi lo legge ci creda.Era partito benissimo, qualche anno fa a parlare dei fatti di Chieti e qualcuno (tre o quattro lettori del suo blog, qualche volta rispondevano, suggerendo o aggiungendo cose a quello che lui non ci diceva o non ci voleva dire per intero)rispondeva. Hai visto che fine hanno fatto questi lettori? Ti sei mai chiesto perchè non si fanno più vedere ? La risposta la trovi se rifletti un pò e credo che ormai il tuo blog, come tanti nati e poi morti, parlanti della nostra città abbia fatto il suo tempo. Luciano, tu continua così perchè sei il nostro "menestrello", come disen a milan "el castiga may"..... Vale più uno che ci dice le cose come stanno ( e ce le fotografa) che cento che ci raccontano delle storie.

Tom P. ha detto...

Non pensavo di poter suscitare tanto sdegno dicendo semplicemente che non intendo biasimare gli aquilani. Enio per questo mi scaglia la fatwa contro il blog. Mi chiedo come mai avrebbe reagito se avessi osato esprimere una piena ed incondizionata solidarietà agli aquilani.

Comunque a lui (e agli altri come lui, se ce ne sono) posso dire di stare tranquilli: tra qualche giorno mi prendo una vacanza, il mio computer resterà spento per qualche settimana, così nessuno dovrà subire l'offesa e l'orrore di uno che nel suo blog spiattella apertamente le sue opinioni nientepopodimenoche POLITICHE.

Naturalmente se Enio ha qualcosa da obiettare alle mie argomentazioni trova qui tutto lo spazio per farlo. Se si limita ad insultare me posso anche tollerarlo, se offende altri no.

Se ci fosse davvero qualcosa di falso o di scorretto in quello che ho scritto mi piacerebbe esserne informato; tutti possiamo cadere in errore e nel confronto c'è sempre qualcosa da imparare.

Luciano Pellegrini ha postato un intervento che mi trovava in completo disaccordo, ma non mi sono permesso di trattarlo da imbroglione o da raccontaballe, né gli direi che sta sbagliando solo perché io dico che sta sbagliando. Se lo facessi sarei un presuntuoso incapace di ragionare. Ovviamente ho capito che la sua posizione politica è lontana dalla mia, ma proprio per questo ho ritenuto opportuno dilungarmi nelle risposte, precisando le mie ragioni. Con uno che la pensa come me non avrei avuto bisogno di farlo, ma avrei anche perso una buona occasione di confronto. Spero che almeno lui vorrà apprezzare il mio sforzo.

@enio ha detto...

Il fatto è caro Tom che a te dispiace un pò che il buon Luciano riscuota il nostro (mio) plauso e tu no. Lo hai dato proprio tu la spiegazione tu sei un SINISTRO (parteggiavi follemente per le ex giunte senza avercene dato mai una spiegazione logica )noi (io) siamo lontani anni luce dal tuo modo di pensare, permettimelo, un pò da provincialotto. Nessuno ti ha mai offeso, ( ormai sei sul marciapiede da parecchio tempo per non sapere come vanno i botta/risposta nei blog, comunque rileggi cosa viene scritto in risposta ai tuoi post)e se questo è stato fatto inavvertitamente da qualche parte mandami un link dove io possa leggerlo e rendermi conto.Comunque preferisco leggere un post di Luciano che cento dei tuoi credimi, almeno mi informa su cosa accade veramente in città, magari in posti che per me sono fuori mano. Per il fatto che tu vada in vacanza non mi resta che augurarti BUONE VACANZE e che diamine, divertiti e ritorna caricato.
ps. Io sono sempre convinto, nonostante i tuoi enciclopedici scritti che gli aquilani sono stati manipolati e istigati da una certa sinistra la più becera e arretrata che soffre purtroppo, dopo essere stata al potere,di forte prurito,adesso che è costretta all'opposizione. Non approvava la politica di Cialente prima, quando si è messo a 90° e non lo approvo adesso che sta dando esempi di dilettantismo nella gestione dei soldi che ha a disposizione per la ricostruzione della città vecchia.E' chiaro che non la pensiamo allo stesso modo, io come pensiero sono molto più vicino a quei terremotati del Friuli che si sono tirate su le maniche e hanno fatto che con gli aquilani che invece di fare vogliono che tutto sia fatto da altri. Aiutati che Dio ti aiuta !E lasciamo fuori i sobillatori dei centri sociali, quegli stessi che sono, dappertutto causa di grandi casini.

Tom P. ha detto...

@ Enio

Ho una certa età, ma fortunatamente non sono rimbabito al punto di mettermi a gareggiare tra invidie e dispettucci bambineschi come quelli che stai descrivendo.

Di come vanno i botta e risposta sui blog ne so abbastanza da poter distinguere bene tra la ricerca del dialogo e il disprezzo provocatorio, tra la cortesia e la volgarità. Non ci serve nessun link per capire il senso di quello che si scrive (e soprattutto il tono) se non ci riesci mi spiace per te.

Sarò anche provincialotto, ma sul tuo marciapiede, dove evidentemente disprezzo e volgarità sono abituali, io non ci sono mai stato e non intento venirci. Sa hai bisogno di sfogo e di risse verbali valle a cercare altrove. Qui non c'è spazio per sbeffeggiare né i destri, né i sinistri.

Tom P. ha detto...

Chiedo scusa ai lettori che si aspettavano di trovare in questa pagina una discussione sul contenuto del post o che volevano portare un contributo. Sono inconvenienti che possono capitare, spero che non si ripetano.