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19 dicembre 2009

Turismo di ritorno

Il turismo non è una semplice occasione, è un settore che può diventare una sorta di industria culturale, però è necessario smettere di pensare che il turismo sia un pellegrinaggio verso un luogo 'benedetto' dove qualcuno può mettersi ad aspettare i turisti per intascare un dazio nascosto nei prezzi di bibite e panini. Questa idea non è solo illusoria, ma uccide qualunque potenzialità turistica e Chieti finora è la migliore dimostrazione di tale effetto.

Il turismo è una normale attività economica basata sugli scambi. Lo scambio svantaggioso mette in fuga i turisti di qualunque tipo. Perciò chi vuole guadagnare sul turismo deve offrire prodotti o servizi a prezzi e condizioni convenienti. A questo risultato si giunge solo attraverso l'accoglienza, il lavoro seriemente inteso, la professionalità, la disponibilità, l'attenzione per le esigenze altrui. Il contrario di quello siamo.

Nell'articolo sul turismo scolastico ho fatto un piccolo esempio di quello che si potrebbe fare a Chieti impegnando molte persone in molte diverse attività. Un articolo apparso su ChietiBlog è ripartito dalla mia proposta per elaborarne un'altra che ruota intorno ad un ipotetico Museo della Civiltà Teatina. Le idee producono altre idee, si moltiplicano e si trasformano. Quando passeremo dalle idee alla realizzazione scopriremo che anche le attività producono altre attività, moltiplicandosi e trasformandosi. Fantastico!

Qui voglio ripartire dall'idea di Giovanni Liberato per aggiungerne un'altra che guarda al "turismo di ritorno". Per spiegarlo usarò le parole di Maria Rita D'Orsogna, la scienziata di origini abruzzesi che vive e insegna negli Stati Uniti ed è già nota ai lettori del mio blog (senza la sua autorevolezza e la sua forza morale il nostro Abruzzo sarebbe già stato invaso dai petrolieri e addio a qualunque idea di turismo):

"Avete idea di quanti figli/nipoti di emigranti hanno interesse a scoprire le proprie origini? Sia quelli di una volta che partivano con le valigie di cartone, sia quelli dell'era moderna, che sono andati via piu' di recente. Occore creare un servizio regionale dove uno possa dire: questo e' quello che so, aiutatemi a trovare i miei parenti ed antenati, la loro storia, la citta' da dove vengono."

Questa voglia di conoscere le proprie origini, di tornare a vedere, di ritrovare qualcosa è aumentata con l'era di internet. Un esempio è a questo link: http://www.abruzzoforum.com/forums/chieti e molto è disperso anche in siti come facebook.

Internet offre enormi possibilità di riallacciare antichi legami e di risalire ai parenti mai conosciuti e così si stimola la voglia di ritornare sulla via percorsa dagli avi. Una voglia che può diventare la base di nuovi lavori che cominciano da internet, cioè da un servizio che possa raccogliere le richieste lanciate nel mare magnum della rete come messaggi chiusi in una bottiglia. Poi diventa necessario creare un'offerta che possa anche orientare le persone genericamente interessate all'Abruzzo spiegando che qui troveranno accoglienza, che ci sarà anche chi saprà rispondere alle loro curiosità (chi era mio nonno? dove abitava? che mestiere faceva? perché è partito?). Non è facile. Ci vuole professionalità anche per questo: capacità di fare ricerche, di organizzare i dati e di mostrare al meglio le tradizioni e le memorie. In questo senso un museo della memoria teatina si inserirebbe benissimo in un sistema di promozione del "turismo di ritorno". Un museo della memoria, ricco di curiosità, potrebbe diventare il motore del sistema insieme ad un servizio di ricerche anagrafiche, nonché al Museo di Picciano (tradizioni e arti contadine) al Museo delle Genti d'Abruzzo, al museo della Battaglia di Ortona, alle oasi ambientali e via dicendo.

La rete di servizi orientata a valorizzare il "turismo di ritorno" guarda alla memoria più recente, alle piccole storie, può unire le orme di Dean Martin con quelle di Jerry Lewis (che non aveva origini abruzzesi, ma una moglie di origini abruzzesi), quelle di John Fante con Manuel Fangio, Rocky Marciano con Rocky Mattioli, Madonna, Perry Como, Michael Bublé. Sarebbero cose molto diverse da ciò che si trova nei musei d'arte o di archeologia e tuttavia i diversi sistemi di turismo scolatico, culturale, religioso e questo nostalgico si potrebbero ben integrare tra loro perché ogni forma di turismo si basa sull'accoglienza e sulle strutture ricettive. Vieni a Chieti per vedere reperti antichi e scopri curiosità diverse o viceversa. Quindi più sistemi nello stesso territorio si potrebbero completare e rinforzare vicendevolmente.

2 commenti:

@enio ha detto...

abbinando i mercatini (luganiche,panini e prodotti locali) e musei in alcuni posti riescono a calamitare fino a 30.000 in un solo fine settimana. Questo non accade su Marte ma molto più vicino a noi: a TN. Se ci riescono loro ci possono riuscire anche altri... è tutta una questione di filosofia credimi...
Loro puntano sulla qualità e non sulla quantità delle mostre durante l'anno, magari UNA ma eccezionale...
Ti faccio i miei auguri di un Felice Natale.

Tom P. ha detto...

Anch'io vado volentieri a passare le vacanze nel trentino, soprattutto nelle valli dolomitiche. Hanno saputo conservare bene l'ambiente, non c'è stata la cementificazione selvaggia, sanno essere ospitali, i ladini hanno saputo mantenere le loro belle tradizioni. Quello è turismo vero, fatto di alberghi, campeggi, ristoranti, impianti sportivi, e non si improvvisa. A Chieti si continua a parlare di come far venire la gente a passeggiare sotto i portici.
Auguri anche a te.