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26 maggio 2007

Inceneritori a Chieti?

Ci risiamo: ecco un altro pretesto per denigrare Chieti sbattendola in prima pagina come "pattumiera".

In questi giorni l'immondizia è protagonista delle cronache nazionali, infatti siamo arrivati alla TRAGEDIA DELL'IMMONDIZIA che si sta consumando a Napoli, la più bella città del mondo per unanime giudizio dei viaggiatori dell'ottocento, letteralmente sepolta dai rifiuti, assediata dalla puzza, dal rischio di infezioni e dalla diossina sprigionata dai fuochi.

Ora il titolo di prima pagina del Centro sembra metterci sullo stesso piano di Napoli.

In realtà il problema è quello che io avevo già segnalato e che gli interventi di Roberto Di Monte ci avevano chiarito: in contrada Casoni si sta realizzando un impianto di Bioessiccazione che produrrà residui da trattare con un inceneritore. Quindi il rischio è che prima o poi si prospetterà l'opportunità di realizzare un inceneritore e di collocarlo in prossimità del bioessiccatore.

E' evidente che non c'è nessuno scandalo e nessuna pattumiera, c'è solo una questione importante da discutere e i cittadini hanno diritto di essere almeno informati e non solo grazie alla curiosità e alla buona volontà di qualche blogger. C'è un piano regionale? e cosa viene proposto in questo piano? non lo sappiamo: la stampa tace e la politica si nasconde.

Il problema è stato ora sollevato dalla Base del Centrosinistra, che già in passato aveva richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica sulla gestione dei rifiuti. L'articolo pubblicato da Il Centro si limita a mischiare le dichiarazioni degli esponemti della Base con quelle di qualche politico che smentisce tutto. Che un giornale possa fare un'inchiesta indipendente e fornire vere informazioni ai lettori nemmeno a sperarci.
Il mestiere del giornalista è diventato quello di raccattare in giro pezzetti di dichiarazioni e metterci sopra un titolo spropositato o insolente.

Dopo il titolone possiamo star certi che del problema non ne parlerà più nessuno, invece il problema c'è, va affrontato perché l'Abruzzo non dev'essere ridotto come la Campania. Il problema dello smaltimento dei rifiuti va gestito in modo trasparente e democratico, e va considerato nella sua complessità, cioè valutando la questione a cominciare dalle abitudini domestiche di tutte le famiglie e rapportandola alle altre questioni di grande impatto ambientale come quella dell'inceneritore della cartiera. Roberto Di Monte ci ha segnalato che il piano triennale dei lavori pubblici del Comune di Chieti prevede un inceneritore per fanghi prodotti dalla Cartiera Burgo, a Madonna delle Piane. Sul sito internet di Cheiti Scalo c'è un interessante articolo di Mario Di Fabrizio. Anche su questo la stampa tace e i politici si nascondono. E' sostenibile un impianto di questo tipo nel centro urbano della nuova Chieti, a due passi dall'università e dall'ospedale?
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10 commenti:

Anonimo ha detto...

1) NON VOGLIO RIDURMI COME LA CAMPANIA

2) BISOGNA FARE (E BENE) LA DIFFERENZIATA : TUTTI!

3) QUANDO LA TEMA HA SCALZATO LA NETURBA' NESSUNO [RIPETO: NESSUNO] HA FIATATO - TENETEVI L'AREA METROPOLITANA (CHE SIA DI MONITO PER IL FUTURO, ...ne dubito)

4) DI FARE LA CASSANDRA NE HO LE ..... PIENE

5) WALK AND FUN : ASPETTIAMOCI DI TUTTO E DI PIU' [ci siamo capiti]

Anonimo ha detto...

L'Unione fa la forza, sembra una banalità ma è proprio così e questo detto fa proprio al caso nostro e vi spiegherò perchè. Ci troviamo di fronte ad un preblema reale che a breve sarà un problema che interesserà tutti noi molto da vicino. Ancora più da vicino è per chi abita a Chieti Scalo poichè l'inceneritore per fanghi (dicono che è innocuo perchè lavorerà a meno di 600 gradi e non produrrà diossina, ma delle polveri sottili che sono altrettanto pericolose nessuno dice nulla) si farà nell'area della Cartiera. Del problema hanno già parlato e scritto in tanti, ed ogni qualvolta qualcuno parte molto in anticipo con notizie "bomba", la gente non crede da subito e quendo realizza ormai è troppo tardi. Parlando molto in anticipo di un problema c'è anche il rischio che la gente a lungo andare si stanchi di sentire sempre le stesse cose ed il problema rimarrà per sempre tale. Allora, perchè ho parlato di unione che fa la forza? Riflettiamo bene, in tanti abbiamo scritto, ma chi ha agito è la Base, un bellissimo comunicato ha messo allo scoperto le intenzioni di chi ci amministra. Sappiamo tutti chi sono i componenti della Base, sappiamo per certo che sono persone provenienti dalla Sinistra politicamente parlando, e scommetto che ci sono tanti che a priori tenderanno a non considerare il problema identificandolo con chi lo ha posto. Per una volta abbandoniamo le nostre convinzioni politiche e concentriamoci sul problema, vedrete tutti che questa volta è il caso di unirci e non di dividerci. Intanto sarebbe il caso che la notizia girasse per la rete, che ogni sito internet o blog cittadino ne dia risalto e come succede per questo splendido blog, i cittadini esprimano il loro parere, positivo o negativo che sia sul problema. Lancio un appello a tutti i cittadini, i partiti politici e tutti coloro che come me si sentono minacciati dall'inceneritore: opponiamoci alla costruzione dell'inceneritore, per una volta uniamoci tutti ed iniziamo a manifestare, destra e sinistra uniti per la città, cerchiamo di incontrarci ad un tavolo e stiliamo un elenco di manifestazioni con tanto di volantinaggio, cartellonistica e tutto ciò che può essere utile per mettere i cittadini nella condizione ideale di sapere di quale morte moriremo respirando le schifose emissioni della fabbrica di morte che è un inceneritore. Ultima cosa, sapete cosa brucia nelle caldaie il Cementificio sull'Asse Attrezzato nei pressi di Pescara? Ve lo dico io, brucia pneumatici triturati, e le emissioni pericolose sono niente male. Chiedete a chi abita nei pressi del Cementificio quante polveri schifose trova sui balconi, sui panni appena lavati stesi ad asciugare e .......... nei polmoni. Comunque qualche giorno fa l'amministrazione Pescarese ha deliberato lo spostamento del Cementificio in altro luogo. Ci vorranno anni ma comunque è un segno. Ma Chieti probabilmente è un'altra cosa. Ed allora facciamo sentire la nostra voce......

Robin Hood ha detto...

Condivido le cose dette da Roberto Di Monte e preoccupa non poco l'indifferenza della gente al problema; tutto ciò è comprensibile perchè la collettività e stata tenuta fuori da quella che doveva essere una concertazione popolare.
Mi rivolgo a quelle persone che oggi si trovano a ricoprire ruoli di primaria importanza nella scelta del destino futuro delle nostre zone; non era più semplice investire nella raccolta differenziata che ci avrebbe permesso di salvaguardare la nostra salute e l'ambiente e non percorrere una via che inizia dal bioessiccatore e che finisce inevitabilmente con il termovalorizzatore e quindi con la seria possibilità di rendere, l'ambiente in cui viviamo, fonte di minaccia per la nostra salute.
Vorrei comprendere le ragioni che hanno spinto questi "uomini che contano" alla scelta di Chieti Scalo quale ubicazione del termovalorizzatore più grande d'Abruzzo; la vallata del Pescara, luogo in cui si concentra il più alto indice abitativo della Regione, deve subire questo ennesimo schiaffo; dopo la distruzione dell'agricoltura subita negli anni 50/60 rincorrendo la chimera dell'industrializzazione (abbiamo tutti sotto gli occhi i risultati), oggi si tenta di attentare anche alla salute di noi poveri cittadini inermi difronte allo strapotere del dio denaro che può entrare dentro ogni uomo (o quasi) e distruggere ogni valore esistente, anche quello della sopravvivenza serena dei propri simili.

Anonimo ha detto...

Il problema in caso di costruzione di un termovalorizzatore in un'area così densamente popolata è grossissimo. E' risaputo che per quanto i residui scaricati nell'ambiente vengano abbattuti dai filtri limitatori si hanno produzione di DIOSSINA, di polveri PM10 e PM3 pericolosissime per la salute dei cittadini che vivono nelle immediate vicinanze. Mi meraviglio solo che non se ne parli con veemenza nelle riunioni comunali e mi chiedo dove cazzo sono finiti gli ambientalisti a Chieti.

Anonimo ha detto...

Cancelliamo il Termovalorizzatore (inceneritore). La soluzione del «problema rifiuti» per la nostra città, tramite un Termovalorizzatore ai Casoni, è fonte di notevole perplessità. Anche se in uscita dall'impianto, buona parte di tossicità e polveri sottili verranno intercettate da complicati e costosi filtri con elaborati lavaggi, non è che detti veleni scompariranno nel nulla od andranno a finire sulla Luna. Resteranno comunque nell'ambiente che, prima o poi, li restituirà al mittente. E il 70% di peso del combusto (con filtri o senza filtri) verrà comunque scaricato in atmosfera sotto forma di gas-serra. Ma prima di disperdersi e raggiungere gli strati alti, lo smog avvolgerà ogni tanto la città e la nostra valle. Questo aspetto è stato considerato poco dall'Amministrazione pubblica che, oltretutto, dovrebbe essere in possesso dello Studio di impatto ambientale nel quale dovrebbe essere previsto in zona un possibile impatto, nel punto massimo di media annua, da 5 a 10 volte maggiore di quello ordinario, che si avrebbe in un sito orograficamente più aperto. Vale a dire che il luogo dove sorgerà l'impianto è la scelta adatta a moltiplicare i danni ad ambiente e salute. Del resto, a Chieti e dintorni, in certi mesi invernali, ( provare in via Maiella alle 14 di un qualunque giorno feriale ) l'aria è già quasi irrespirabile anche senza il supplemento delle emissioni di un inceneritore. E l'Ente pubblico non può sbrigativamente concorrere a peggiorarla, nel contempo lanciando strali contro i piccoli inquinatori. Da alcuni giorni poi c'è la novità dei limiti vincolanti posti all'Italia dall'Unione Europea, per le emissioni di anidride carbonica, onde rispettare il protocollo di Kyoto, e così cercare di evitare le catastrofi climatiche incombenti. C'è poco da stare allegri. Se non si vorranno penalizzare industrie e centrali elettriche bisognerà, tra il resto, lasciar perdere il sistema di incenerimento dei rifiuti (grande produttore di CO2). Il che è ben possibile usando, vantaggiosamente, il nuovo trattamento meccanico-biologico (in sigla Tmb o Mbt). Esso avviene essenzialmente a freddo, mediante separazione per qualità (metalli, vetro, ecc.) dei rifiuti indifferenziati, che così possono essere riciclati in qualche modo. La parte prevalentemente organica viene invece trattata per fermentazione in contenitori appositi di grande capienza. Se ne ricava molto biogas, che va utilizzato bene e non disperso. Residua materiale da compost e inertizzato, usufruibile in vari modi. Il poco che ancora avanza, ben stabilizzato a norma CE, va a finire in discarica. Tale sistema di Tmb, che in Italia è ancora poco conosciuto nella sua ampia flessibilità, sarebbe assai meno inquinante di quello a incenerimento e costerebbe pure meno. Per questo il Tmb si sta rapidamente affermando in molti paesi avanzati, primo fra tutti la Germania dove a fine 2005, come comunicato dal Ministero dell'ambiente tedesco, erano già in funzione 64 impianti con una capacità complessiva di trattamento di 6,1 milioni di tonnellate annue. Resta ovvio poi che il miglior rifiuto è quello non prodotto e che bisognerebbe comunque arrivare presto al 75% di raccolta differenziata. Percentuale certo non facile, ma già raggiunta e superata dal Consorzio Priula nel Trevigiano (214.000 abitanti), nonché nell'alta Valsugana tramite Amnu e in Val di Fiemme con Fiemme Servizi. Cancelliamo quell'ormai superato programma di inceneritore a Ischia-Podetti e puntiamo al Tmb e alla raccolta differenziata spinta. Con adeguate campagne informative e sensibilizzatrici dei cittadini, perché collaborino tutti. È una scelta di civiltà!

Anonimo ha detto...

Perfetto nonnoenio, i tuoi concetti sono condivisibili al 100% e se si sottolinea il problema principale, quello della minaccia alla salute dei cittadini, si capisce che l'inceneritore è una grossa fregatura per tutti tranne per chi lo gestisce (soldi). Dobbiamo solo far capire a tutti che esso costituisce un pericolo e non è conveniente economicamente; facile a dirsi ma il difficile è entrare nella testa della gente. Perchè non ci organizziamo tutti insieme, con la Base che ha lanciato per primo l'allarme, Vignali che ha presentato un esposto, diversi amici dei DS che sono contrari all'inceneritore, insomma destra, sinistra e tutti quelli che ti pare ma che vogliono impegnarsi per fare una bella manifestazione in Contrada Casoni, con tanta gente e tanto di conferenza stampa, ecc.? Si darebbe un bel segnale, che ne dici? Intanto per sapere cosa rischieremmo con un inceneritore dentro casa, basta guardare il video:
http://video.google.com/videoplay?docid=7395495186822276391&q=nanopatologie
Per favore dovete vederlo integralmente. Altre informazioni ed articoli sull'argomento potete trovarli su su www.chietiscalo.it

Anonimo ha detto...

La questione è importante e non possiamo rassegnarci alla solita apatia di Chieti, perciò vorrei raccogliere la proposta di Roberto Di Monte. Ricordo che contro il taglio degli alberi deciso dalla vecchia amministrazione si costituì un vivace comitato cittadino. La questione degli inceneritori è più importante di un taglio di alberi e
si dovrebbe riuscire a fare qualcosa. E bisogna agire subito prima che i progetti diventino definitivi.

Invierò una e-mail a tutte le persone della mia rubrica (tra cui ci sono anche amici di quel vecchio comitato "Alberi" e amici della Base del centrosinistra) con la proposta di costituire un COMITATO CITTADINO ANTI-INCENERITORI.

Nella mail segnalerò come punti di riferimento il sito di ChietiScalo insieme al blog di Enio e al mio. Vi chiedo di fare altrettanto e se ci sarà un'adeguata risposta potremo unire tutti le adesioni in un'unica mailing-list.

Anonimo ha detto...

La cosa è seria ragazzi ho chiesto alo mio barbiere ( lu casalese, pittore e poeta sito alla curva della Legione ) e non sapeva niente di questo termovalorizzatore, adesso ( cinque erano presenti e lo sanno da me ), dato che lui prende cinque o sei euro per un taglio di capelli, nel giro di un meso lo sapranno in tanti. Bisogna fare prima un passa parola serrato, enfatizzando se serve e poi partire con le manifestazioni, se no si rischia di andare sotto Palazzo d'Achille in pochi pirla, sempre i soliti, come qquei quattro spelacchiati quando andarono a protestare per l'annullamento della gloriosa societù di calcio CHIETI.

Anonimo ha detto...

Condivido.Ci dobbiamo mobilitare tutti quanti.Qui non si parla di cavolate,qui c'è in ballo la salute di tutti.Non permettiamo a politicanti da 4 soldi(maggioranza e opposizione al gran completo) di farci questo.Buttiamoci loro nell'inceneritore

Fondamentalista TEATINO

Snoopy chieti scalo ha detto...

diamoci da fare. ne va della salute nostra e dei nostri giovani e bambini. chi sa come fare organizzi e tutti noi aderiremo se dobbiamo fare sfilate o firmare o scrivere sui siti. facciamo volantinaggio e scriviamo anche sui social e condividiamo.