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16 dicembre 2017

Il palazzo di giustizia e le sue memorie

Il restauro del palazzo di giustizia di piazza San Giustino ha dato occasione per una cerimonia di inaugurazione che ha restituito alla città una memoria importante. Non solo quella del famigerato processo Matteotti, ma soprattutto quella degli uomini che all'epoca ebbero il coraggio di contrastare il regime fascista contrassegnato da abusi e violenze: l'avvocato Galliano Magno, che nel processo Matteotti fu il legale della vedova, e il magistrato Mauro Del Giudice, che aveva coordinato le indagini a Roma prima che il processo fosse trasferito a Chieti. Una terza aula è stata intitolata al giudice Antonella Radaelli, spentasi prematuramente la scorsa estate.

Nel blog abbiamo parlato più volte dell'avvocato Galliano Magno sostenendo l'importanza di ricordarne l'opera, qui nella città dove ha svolto il suo difficile compito esponendosi alle minacce e alle violenze dei fascisti che lo costrinsero a trasferirsi a Pescara.

Un aiuto alla memoria di quegli anni oscuri, in cui gli italiani persero la libertà e la dignità, ci viene anche dal libro di Pablo Dall'Osa presentato oggi presso la libreria De Luca. "Il tribunale speciale e la presidenza di Guido Cristini" è una ricerca storica su un protagonista della (in)giustizia fascista. Anche Cristini era avvocato ed era originario di Guardiagrele, a lui si deve l'idea di portare il processo a Chieti e anche lui partecipò al processo come difensore di uno degli imputati, affiancando il famigerato Farinacci.
Negli anni successivi Cristini diventò il presidente del Tribunale Speciale istituto da Mussolini per reprimere il dissenso politico e in tale ruolo si guadagnò la fama di "boia del duce" e di "presidente macellaio".

Gli ideali di legalità, di giustizia e di solidarietà che guidavano il pensiero e l'azione di Giacomo Matteotti, Mauro del Giudice e Pasquale Galliano Magno si scontravano con la cieca brutalità di Cristini e dei suoi "lupi", che godevano del sostegno del Barone dell'Aterno, Giacomo Acerbo, e dell'eroe di guerra Raffaele Paolucci. Paradossalmente, nonostante la sconfitta del nazi-fascismo che celebriamo tutti gli anni il 25 aprile, questi capibastone della dittatura fascista sono stati onorati anche dopo, negli anni della Repubblica democratica, lasciando ancora nell'ombra i veri eroi.

Dei conti che l'Italia non ha mai fatto rispetto ai trascorsi del fascismo si è occupato anche Romano Canosa in Storia dell’epurazione in Italia (Baldini&Castoldi), Hans Woller in I conti con il fascismo (il Mulino) e Mimmo Franzinelli in Il tribunale del Duce. La giustizia fascista e le sue vittime (1927-1945).

Presso il Tribunale di Chieti ora è allestita anche una mostra dedicata all'avvocato Galliano Magno.

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