Il blog è ormai caduto in una sorta di letargo dall'inizio del 2011, quando avevo preso atto dell'impossibilità di continuare a fare proposte per una città catatonica.
Sono passati più di 30 mesi durante i quali ho visto che alcuni lettori hanno continuato a visitare queste pagine (e li ringrazio) dove, oltre a qualche riflessione sulla situazione generale dell'italia, ho dedicato a Chieti solo sporadiche denunce per emergenze negative. Ma anche le denunce cadono nel vuoto, nessuna situazione è cambiata:
- la discarica abusiva è ancora lì;
- lo sconcio dell'immondizia per le strade è permanente (post 1, post 2, post 3);
- le orribili barriere architettoniche non le rimuove nessuno (post 1, post 2, post 3);
- l'insicurezza non diminuisce (salvo l'innocuo una-bomber arrestato);
- l'irrisolvibile caso di Bussi;
- il Parco Nazionale della Costa Teatina che non si riesce ad attuare;
- il pericoloso e dannoso elettrodotto da realizzare nel silenzio e nell'ignoranza di tutti;
- la vicenda del petrolio che si ripropone col nome di Ombrina (di buono c'è stata la grande manifestazione a Pescara).
Il declino della città è ormai irrimediabile e ancora una volta è specchio perfetto della situazione generale italiana. L'anno scorso molti giornali, soprattutto stranieri, videro nel dramma della Costa Concordia una metafora della situazione politica: quella bella nave da crociera sventrata e arenata sugli scogli del Giglio mentre il comandante, dopo aver occultato la gravità della situazione, si metteva frettolosamente in salvo. Oggi l'Italia è ancora là, inclinata sullo scoglio, affranta e impoverita, con un comandante destituito e condannato in via definitiva che vuole restare al timone.
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