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15 novembre 2012

Questa è polizia?

Come se non bastassero le difficoltà economiche, politiche e morali nelle quali ci stiamo attorcigliando: le speculazioni finanziarie travolgono intere nazioni, il risiko sulla legge elettorale aumenta le incertezze, il pasticcio delle province, gli scandali nelle regioni... Ieri c'è stato uno sciopero in tutta Europa, un evento storico che avrebbe dovuto aprire dibattiti e riflessioni sulle strategie economiche del continente, avrebbe dovuto riportarci dal gossip politico al ragionamento sui problemi e sulle possibili soluzioni, invece, come al solito, in Italia i cortei sono stati fermati e dispersi a bastonate.

Ai cortei hanno partecipato molti studenti insieme ai disoccupati e ai lavoratori impoveriti. Anche a Chieti è stato particolarmente numeroso e fortunatamente tranquillo. In altre città ci sono stati disordini, cariche della polizia con feriti e molti ragazzi con i volti insanguinati.


Il pretesto è sempre lo stesso: qualche gruppetto di provocatori travisati che nessuno riesce a bloccare e identificare, a Roma si dice che fossero i fascisti di Blocco Studentesco (camminavano con le braccia unite a catena e gli scudi a testuggine) ma per scatenare le cariche bastano pochi infiltrati che lanciano qualche sasso. E di nuovo scene simili a quelle del G8 di Genova. Di nuovo la vergogna di vivere in un paese che non riesce a portare i valori democratici nelel questure e nelle prefetture.

Si vedono poliziotti che si accaniscono sui manifestanti già stesi a terra; poliziotti che aggrediscono alle spalle; manganellate mirate al volto. Di nuovo il racconto di minacce e umiliazioni ai ragazzi arrestati.

La polizia italiana continua a dimostrare una grave incapacità. Non è una polizia da paese civile. I tentativi di giustificare le cariche e le violenze con qualche episodio di violenza subita sono ulteriore segno di inadeguatezza culturale e professionale. La presa di posizione del ministro è squalificante, segno di una visione da stato di polizia usata per giustificare tutto, dal barbaro assassinio di Federico Aldrovandi (stiamo ancora aspettando che il ministro Cancellieri prenda qualche provvedimento nei confronti dei quattro assassini condannati con sentenza definitiva) alle indegne parole del prefetto di Napoli, passando per scandali e abusi di vario tipo, sempre coperti da omertà d'ufficio. In qualunque altro paese civile ci sarebbero state dimissioni immediate, in Italia solo silenzio o chiusure autoreferenziali. Siamo rimasto alla logica di Bava Beccaris.

Esiste il diritto di manifestare. La polizia è pagata per garantire questo diritto e per tutelare i cittadini, anche quelli presenti a un corteo. La polizia deve essere addestrata per isolare e contrastare qualche gruppo violento, ma non lo può fare mettendo a rischio la sicurezza dei manifestanti pacifici. Non lo può fare lanciandosi contro ragazzini innoqui e indifesi. Se la polizia non riesce a distinguere, se agisce sempre come un orda selvaggia, porta nelle strade una violenza che produce risposte altrettanto violente e diventa quasi normale doversi portare lo scudo e il casco per partecipare ad un semplice corteo.

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PS - aggiungo alcuni link:
 un interessante commento sui fatti di Barbara Collevecchio;
 le considerazioni di Antonio Roccuzzo;
 la sintesi di Marco  Trotta;
e soprattutto i due articoli di Fabio Marcelli sui motivi della protesta e sulle risposte della Ministra Cancellieri.


1 commento:

nonno enio ha detto...

storia già vista, ragazzi che protestano, perturbatori che incasinano e polizia che manganella senza guardare in faccia nessuno... e così via spassionatamente.