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11 giugno 2012

Il 99 % può vincere


Ai pochi lettori del mio blog avevo promesso che quest'anno, stufo di fare proposte che Chieti non accetterebbe, avrei alzato lo sguardo e dedicato un po' di spazio ai problemi più grandi, a cominciare dagli "indignati" di cui tanto s'è parlato nel 2011, ma poco s'è capito. Gli indignati sono anche gli occupanti di WallStreet e di Zuccotti Park; giovani americani, spagnoli, greci, inglesi che sono in perfetta sintonia coi Gelsomini nordafricani e gli insorti della insanguinata Siria. In Italia vanno sotto altri nomi: Girotondi, Popolo Viola, Movimento 5 Stelle, SeNonOraQuando, Beni Comuni, No-Tav ecc. ma il vento è lo stesso. A Wall Street avevano già fatto il conto: siamo il 99%.

Sembra impossibile. Basta pronosticare i grillini al 20% per gettare nel panico le segreterie dei partiti e le redazioni dei giornali. Ma ora la crisi economica e il tentativo di risolverla cancellando pezzi di Welfare State e di democrazia sta indignando anche molte persone che non sanno niente di Stephan Hessel e di Mohamed Bouazizi, che non hanno mai letto un saggio di Slavoj Zizek o un manifesto per una nuova europa di Daniel Cohn Bendit. Sono indignati estemporanei e isolati, ma sono tanti. Persone che vedono sempre più cupo l'orizzonte del futuro e non sanno perché. Alcuni sono indignati anche contro i grillini, i girotondini e gli occupanti delle varie nazioni. Tra rabbia e confusione rischiano di finire accanto ai neonazisti e ai bombaroli. Dio ce ne scampi.

Siamo il 99% a condividere gli stessi interessi, un numero che dovrebbe farci vincere, ma c'è un grosso guaio: siamo dispersi, non riusciamo a comprenderci, siamo prigionieri di pregiudizi, siamo spaventati, siamo diffidenti, siamo sfiduciati, siamo disonesti, siamo ignoranti. Ci detestiamo vicendevolmente e molto del lavoro politico e giornalistico ha lo scopo di moltiplicare le divisioni e i conflitti.


Non sono un populista: siamo solo il 99%, non siamo il 100%. Siamo una parte. C'è anche quell'un per cento che persegue giustamente altri fini avendone pieno diritto. In un vecchio post del 2009 li avevo descritti come "barbari", portatori di una civiltà diversa. E vinceranno loro se riusciranno a convertici ai loro usi e costumi. Ma ci conviene? Riusciamo ancora a capire cosa ci conviene?

Farò un esempio: l'altra sera il mio amico Antonio che aveva seguito un dibattito politico su Ballarò mi diceva di aver apprezzato molto l'intervento del politologo americano Edward Luttwak. Cosa ha detto di buono lo stratega della guerra preventiva e il teorico dei colpi di stato? Come poteva aver conquistato il mio amico Antonio che invece crede nella solidarietà e non nella guerra, nella legalità e non nei colpi di stato, che apprezza il sistema redistributivo del welfare e non le abissali disuguaglianze tra ricchi e poveri?

Facile, quel furbacchione di Luttwak aveva sollecitato due punti sensibili delle sperequazioni sociali: lo stipendio del capo della polizia (600mila euro l'anno) che Monti non ha tagliato e la ricca casta dei Notai che Monti non ha aggredito, ci ha provato solo con i tassisti ma poi s'è fermato. Il governo Monti non agisce bene, non fa quel che dovrebbe fare, dice Luttwak, e il mio amico Antonio lo apprezza. Gli sembra di poter fare fronte comune con l'importante politilogo americano: se lo dice anche lui.... Colpire i ricchi, prendere i soldi a chi ne ha tanti, troppi, non ai poveri pensionati, non licenziando operai, insegnanti e impiegati. Dovrei essere d'accordo anch'io e Antonio si stupiva che non lo fossi. Purtroppo io non ho ancora dimenticato chi è Luttwak, con chi lavora e cosa va predicando, perciò sono andato su YouTube e ho recuperato le dichiarazioni di Luttwak fatte a Ballarò. Vediamo cosa dice. Per chi vuol vedere i video sono qui (prima parte e seconda parte)

"Monti doveva essere il tecnocratico che doveva fare in Italia quello che ha fatto Cameron in Inghilterra. Cameron ha cominciato con gli studenti che sono andati in piazza e lui li ha dispersi. Monti ha cominciato con i tassisti che hanno fatto le solite cose, ma davanti ai tassisti Monti non ha fatto Cameron, ma ha fatto un passo indietro." Anche alla fine del suo sermone ribadisce che Cameron è il modello da seguire, che non dobbiamo dire che sta in Inghilterra e là è diverso.

Cerchiamo allora di capire cosa ha fatto Cameron in Inghilterra: cosa ha fatto con gli studenti?

Cameron sta togliendo il finanziamento statale alle scuole e lo sta trasformando in "prestiti d'onore" agli studenti. Secondo una logica liberista la scuola finanziata dallo Stato si adagia sulla sicurezza e sulla comodità e così diventa improduttiva, genera professori baroni e studenti fannulloni. Il problema si risolve quindi mettendo le scuole in competizone, costringendole ad andare alla disperata caccia di studenti-clienti che pagano la retta con i prestiti ottenuti. Lo studente dovrà poi restituire il prestito quindi sarà esigentissimo con la scuola: sceglierà la migliore e pretenderà risultati tangibili. Così Cameron prenderebbe due piccioni con una fava: lo Stato non deve più pagare le scuole (meno debito pubblico) e le scuole diventano più efficienti (maggior qualità dello studio). Gli studenti non capiscono la bontà della riforma, vogliono difendere il loro diritto a sguazzare a spese della collettività e protestano, ma Cameron manda la polizia e li disperde con i metodi che sono sempre piaciuti molto al dottor Luttwak.

Qualunque cafone avrebbe potuto avvisare l'ingenuo Cameron che non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca. Purtroppo c'è sempre qualcuno che pensa d'aver scoperto la formula magica. Non c'è bisogno di scomodare gli esperti che hanno dimostrato che le professioni intellettuali non rispondono alla logica della concorrenza economica, pensare al denaro diventa un demotivatore (qui c'è un simpatico video che lo spiega); non c'è bisogno di altri esperti per capire che l'educazione controllata dal discente viene snaturata e produce effetti perversi. Ma Cameron ne è convinto e fa di testa sua, col plauso di Luttwak. Per capire cosa succederà col sistema dei prestiti d'onore bisogna informarsi su cosa sta succedendo dove li utilizzano da anni. Un buon articolo è qui, vi consiglio di leggerlo: http://www.internazionale.it/la-bolla-universitaria/

In sintesi possiamo dire che il prestito d'onore non serve agli studenti, serve alle banche che ne fanno una ghiotta occasione per creare un nuovo tipo di titoli che stanno già diventando tossici, ma gli acquirenti (fondi pensionistici) non l'hanno ancora capito perché c'è una assicurazione statale che copre tutto. I prestiti d'onore sono i sub-prime della prossima crisi, una bolla che dovrà invadere anche l'Europa e si alimenterà delle illusioni dei nostri figli. Solo così si evita di farla scoppiare in mano agli americani che l'hanno inventata (sub-prime docet).

Alle istituzioni scolastiche inglesi non serviva il genio di Cameron. Oxford e Cambridge fanno bene il loro mestiere e non vendono patacche ai figli di Bossi. In cattedra ci sono baroni che meritano e valgono più di quelli che stanno seduti alla Camera dei Lords e se pure ce ne fosse qualcuno che non merita non costituisce un problema nazionale. Cameron sta distruggendo uno dei migliori gioielli dell'Inghilterra (il sistema educativo) per aprire le porte ad una nuova distruttiva speculazione. Anche la sua idea di tagliare il sostegno agli studenti stranieri recherà danno alle università, indebolirà il legame della Gran Bretagna con le classi dirigenti dei paesi stranieri, abbasserà il livello dell'istruzione costringendo i docenti a seguire i capricci degli studenti e non porterà nessun concreto beneficio all'economia. Tutto questo sta dentro un più ampio progetto politico di distruzione del welfare state.
Se gli studenti inglesi hanno reagito dimostra che forse hanno capito le lezioni di Keynes, di Sraffa e di Galbraith. Ma Cameron li disperde.

Luttwak viene a dirci che Monti dovrebbe fare la stessa cosa. Dice che un governo tecnico deve essere "cattivo", deve esser "duro", deve fare le cose che i politici non sono riusciti a fare... "Solo dopo questi tagli si devono ridurre le pensioni o ridurre la paga dell'operaio italiano".

Il mio amico Antonio ridurrebbe la paga solo a chi guadagna troppo. Luttwak sa benissimo che non basta. Lo stipendio di quei tre o quattro superdirigenti che stanno in ogni ministero e in ogni regione sommati ai vertici delle autorità e degli enti nazionali potranno essere cento, duecento, ma anche se fossero mille per un milione di euro ciascuno (per esagerare perché nella P.A. nessuno arriva a guadagnare un milione) avremo raccolto solo 1 miliardo, cioè una piccola goccia nell'oceano del debito pubblico. Luttwak lo sa che è soltanto un segnale per poter procedere con più convinzione alla macelleria sociale: "si devono ridurre le pensioni e ridurre la paga" e ridurre i posti di lavoro- Lui crede di poterlo fare con una strategia che possa trovare il consenso delle stesse vittime e devo ammettere che con Antonio c'è già riuscito.

"I notai italiani continuano ad estrarre soldi per far niente" dice Luttwak. Avrebbe potuto dire anche farmacisti o politici o baroni universitari.

Finora mi sento abbastanza sicuro davanti a un rogito notarile e nell'acquisto di medicine in una qualunque farmacia. Non m'è mai venuto il sospetto che un farmacista possa rifilarmi prodotti contraffatti o scatolette con la data di scadenza falsificata. Qualche farmacista imbroglione c'è, qualche giro di false ricette che gonfia i rimborsi l'abbiamo visto, ma la salute delle persone è rimasta protetta. Cosa accadrebbe se il farmacista venisse messo in competizione selvaggia con i prestanome della camorra e gli importatori cinesi? cosa potrebbe fare un farmacista che non ha più una preziosa concessione da tutelare? Quanti contratti sbagliati, truccati e quante case ipotecate o vendute all'insaputa del proprietario ci sarebbero se ogni laureato in legge potesse liberamente rogare atti pubblici?

Per me il liberismo di Monti è già pericoloso così com'è, e sono lieto di vedere che davanti alle proteste s'è fermato. Spero che si fermi anche davanti all'importanza dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Potrà aumentare il numero di notai e di farmacisti, ma spero che non voglia mai liberalizzare i settori in cui è troppo importante per tutti che ci siano forti tutele. Le tutele costano. Solo al farmacista e al notaio che ha una sicurezza economica e sociale si può chiedere di fare muro contro le tentazioni di facili guadagni. Il mio amico Antonio rimetterebbe il buon funzionamento della società alla buona coscienza dei singoli e riesce ad immaginare un mondo di farmacisti modesti e di notai scrupolosi che s'accontentano di poco rimanendo onesti per timor di Dio. Io questo non riesco a crederlo, purtroppo. So che se voglio conservare la fiducia in certe istituzioni devo accettare che i garanti del buon funzionamento possano trarne un concreto vantaggio sociale ed economico.

Possiamo anche cambiare le struttura sociale e fare in modo che il salumiere e il palazzinaro guadagnano di più del professore di liceo, possiamo anche dire che è giusto così perché lavorano almeno il doppio come tempo e fatica, ma saremo ben sicuri di promuovere una società di ignoranti. Il professore infatti andrà a cercarsi un modo per arrotondare, non amerà più la sua professione e i suoi studenti non avranno alcuna stima di lui e non impareranno più niente.

L'interesse a vivere in una società dotata di buone istituzioni è condiviso dal 99% dei cittadini, ma c'è anche l'un per cento (di cui fa parte il signor Luttwak) non ha bisogno di buone scuole, bravi farmacisti e scrupolosi notai perché avrà sempre un professore scelto per i suoi figli, un suo farmacista e un notaio personale e la liberalizzazione gli offrirà solo maggior spazi per affari sempre più grandi e più facili. Quando chiede al nostro Stato di mettere "a gestione commerciale" il grande patrimonio di beni pubblici non sta certo pensando agli investimenti che le imprese soffocate dalla crisi non potrebbero mai fare, sta pensando piuttosto ad una nuova zona di caccia per il grande capitalismo finanziario mondiale.

Quella che per me è la struttura sociale e mi offre certezze vitali (la certezza di un rogito notarile; la certezza di un titolo di studio; la certezza di un prodotto comprato in farmacia; la certezza di una pronuncia giudiziaria; la certezza di un mutuo a condizioni umane) per Luttwak è solo una fastidiosa "ingessatura". E' il lupo di Esopo che non capisce per quale fastidioso motivo deve stare a discutere se l'acqua è sporca o è pulita e se il fiume corre in su o in giù. Luttwak vuole un mondo con tanti liberi agnelli, senza steccati e senza ingessature. I lupi potranno mangiarli se loro non sanno difendersi da soli. Questa è la legge della natura e basta chiacchiere, il tecnocratico disperda tutti i contestatori.

Oggi Luttwak dice agli spagnoli che devono uscire dall'Euro e vendere a due pesetas le loro ville ai tedeschi, che andranno in Spagna a avranno bisogno di togliere la polvere. Domani dirà agli studenti inglesi che hanno seguito la cura di Cameron che possono mettere un annuncio per andare a pulire la polvere in casa dei venditori di "prestiti d'onore" fino alla piena restituzione del prestito.

No, caro Antonio, continua pure a dirmi che il governo di Mario Monti non soddisfa le tue aspettative, hai ragione, ma non dirmi che questa tua opinione è sostenuta anche da Luttwak. Noi facciamo parte del 99% insieme agli studenti inglesi, ai tassisti teatini, agli ambulanti tunisini, ai camionisti greci, agli artigiani iracheni, ai contadini afghani, ai farmacisti milanesi e anche ai notai e ai professori universitari che ci possono ancora aiutare a non cadere nei tranelli di Luttwak. Purtroppo dai commenti che stanno sotto i video di YouTube vedo che quasi tutti pensano quello che pensa Antonio. Il 99% tende ancora a farsi guidare dall'1% con gratitudine e ammirazione, qualcuno (ancora pochi) con ripulsa e indignazione.








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