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03 marzo 2011

Schizzetti di fango

La politica teatina risente inevitabilmente del clima politico nazionale. In un mio vecchio articolo avevo tentato di capovolgere il rapporto, ma ora non riuscirei a trovare argomenti per sostenere quella tesi.

Il clima politico generale è confuso, preoccupante, con tratti di puro delirio. La tentazione di parlarne è forte perché ogni giorno si vedono e si sentono idiozie che si avrebbe voglia di denunciare pubblicamente, ma a parlarne si rischia di aumentare la confusione. Meglio rimanere attaccati ai problemi concreti.

Oggi però voglio fare un'eccezione per segnalare un episodio che mi sembra emblematico.

Non parliamo di grandi opere, non parliamo di scandali, non parliamo di riforme buone o cattive e quindi non toccherò i nervi scoperti di chi ha già una posizione troppo netta sui temi caldi. Parliamo di una cosetta da nulla, di poche parole scambiate ai margini di una fiera internazionale, la Fiera del Libro di Gerusalemme. Un'occasione di incontro per scrittori, poeti, editori tra cui anche il nostro Umberto Eco invitato per presentare il suo recente romanzo "Il cimitero di Praga". Che c'entra con la politica? niente, appunto. Eppure molti, come me, avranno letto nei giorni scorsi una strana notizia: qualcuno ha voluto chiedere al celebre scrittore se Berlusconi e’ paragonabile a Gheddafi e Mubarak. La risposta di Eco è (sarebbe) questa che riporto integralmente:
‘No, il paragone, intellettualmente parlando potrebbe essere fatto con Hitler: anche lui giunse al potere con libere elezioni”, risponde lo scrittore. ‘Ma Berlusconi non e’ un dittatore come Mubarak e Gheddafi, perche’ lui ha vinto le elezioni con il supporto di una grande maggioranza degli italiani. In Italia non c’e’ lo stesso regime dei paesi del Nord Africa e non va dimenticato il fatto che c’e’ un elettorato pronto a supportare Berlusconi. E’ piuttosto triste – ha concluso Eco – ma e’ cosi”
Ho fatto il copia-incolla dal sito Giornalettismo.it, ma potete trovare la stessa frase (con tutte le virgolette) in tutti i giornali del 23 o 24 febbraio, spesso accompagnata da giudizi di indignazione o di derisione per un uomo di tanta cultura che si abbassa a fare un paragone insostenibile. E' impazzito il professor Eco oppure il suo antiberlusconismo gli fa ormai perdere il senso delle proporzioni? Me lo sono chiesto anch'io. Lo stato confusionale in cui ci troviamo e il clima da torte in faccia  potrebbe aver contagiato anche i migliori cervelli. Qualche dubbio l'ho avuto e la frase l'ho riletta più volte non senza fastidio perché, abituato a leggere gli articoli di cristallina chiarezza del professor Eco, qui vedevo solo una strana contorsione del pensiero oltre che della stessa frase. Però la frase è virgolettata, dunque si deve presumere autentica. Dice che in Italia non c'è lo stesso regime del nord-africa (che bella scoperta!) però non va dimenticato che c'è un elettorato... quello che in Libia non c'è, lo sappiamo. Cosa sta paragonado il professore? un corpo elettorale con qualcosa che non c'è oppure i supporter che qualunque dittatore riesce a trovare? sembra un ragionamento mal riuscito di uno scolaretto impreparato.

Ora leggo sul  sito dell'Espresso (e vi prego di leggerlo anche voi) che quella frase il professor Eco non l'ha mai detta. Ce ne fornisce una prova tratta dalle stesse parole che gli sono state attribuite e confesso che non ero stato abbastanza attento da cogliere l'assurdità dell'intellettualmente parlando. La precisione verbale di Eco è proverbiale. Lo era già quando avevo la metà degli anni che ho adesso e andavo ad ascoltare il professor Eco nelle aule di via Guerrazzi in lezioni che i ragazzi di oggi direbbero "mitiche". Ne abbiamo conferma nella curiosa vicenda di un sedicente giornalista ha cercato di assumerne l'identità in un profilo di Facebook ed è stato presto scoperto proprio per gli errorucci in cui Eco non cadrebbe.

Come avevo premesso si tratta di una vicenda da nulla, senza valore politico e, visto l'epilogo, senza scandalo alcuno. Lo stesso Eco ci scherza riproponendo il paragone sulla monogamia. Però è utile osservare che al di là della manipolazione della frase l'episodio ci fa cogliere il segno della situazione provinciale in cui si trova l'Italia: non interessa se si discute di letteratura, di arte o dei destini del pianeta, ma solo se qualcuno ha detto qualcosa pro o contro Berlusconi.  La berlusconite generale contagia quasi tutti, in un senso o nell'altro, rende obsoleti coloro che non partecipano allo stupido gioco per cui chi lo critica diventa "comunista" anche se è stato allievo di Almirante e chi gli è amico è purgato da ogni sospetto, anche se continua a praticare le nefandezze da KGB sovietico dove si è politicamente formato.

Possiamo ridere dicendo che è un vero "paradosso intellettuale" e si può continuare a giocare all'infinito, mentre l'Italia va a rotoli. Tuttavia in questa piccola vicenda che ho voluto segnalare si coglie anche un altro risvolto un po' fastidioso. Infatti chi è andato fino a Gerusalemme per fare una stupida domanda  e poi ha dovuto anche manipolare la risposta in modo da creare stupore e polemiche, un po' di fango addosso a Umberto Eco l'ha buttato e pochi andranno a leggere l'articolo dell'Espresso che qui vi raccomando. Qualche schizzo di fango addosso gli resterà: per molti quel professore sarà quello capace di paragonare Berlusconi a Hitler.

E' la macchina del fango. Non usciremo dalla penosa situazione in cui noi italiani ci siamo cacciati finché non riusciremo a spegnere la macchina spruzza fango che agisce senza sosta, ovunque, non solo nell'area politica.  Roberto Saviano l'ha descritta, ma forse pochi hanno capito la grandissima importanza del problema. La "macchina del fango" non è un arnese agricolo o un accessorio per trattori (la fangatrice direbbe probabilmente  'Nduccio), non è nemeno un "paradosso intellettuale" per giornalisti in carriera; è la stessa situazione che stiamo vivendo, una moda che incide sullo stato d'animo e dobbiamo riuscire a liberarcene con una sorta di esorcismo civico collettivo.  

A manovrare la fangatrice sono poche persone che possono scrivere titoli e palinsensti, ma ne siamo parte anche noi quando scatta quella rotelina nella nostra mente che ci porta a dire "ecco, è anche lui come tutti...". tutti coperti di fango diventiamo tutti uguali, ugualmente stupidi, bugiardi, corrotti. In realtà solo ingenui portatori e propagatori di fango.

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