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11 luglio 2010

La bimba che guarda

Stamattina a Roma, poco prima di mezzodì, davanti al santuario della Scala Santa in piazza San Giovanni una bimba di sei o sette anni si avvicina ad una mendicante accovacciata sui gradini e le porge una moneta. La donna la prende sollevando il capo infagottato di panni scuri. Con l'altra mano accenna un segno di gratitudine, ma la bimba non scappa via, non torna verso la madre che la sorveglia dall'interno della chiesa. La bimba resta ferma lì, col suo faccino sorridente e uno sguardo pieno di stupore e di tenerezza. E' un attimo sufficiente a rompere il muro invisibile che divide mondi diversi ed incompatibili.
Un attimo e la vecchia mendicante afferra la mano della bambina e la bacia più volte scoppiando a piangere. La bambina si ritrae e torna lentamente verso la madre senza distogliere lo sguardo. Non sembra turbata. Osservo da una certa distanza e per poco riesco a vedere anch'io il volto della vecchia, pieno di rughe con la bocca vuota di denti.

Quando torna a chinare la testa, sotto il fazzoletto che sporge tutto intorno a coprire il viso, resta un sussulto di singhiozzi: sta continuando a piangere, ormai sola sui gradini del santuario. Dalla sua posizione non può vedermi. Non sta recitando una scena, benché sia questo il sospetto che ci coglie davanti ai mendicanti troppo cenciosi: rendersi penosi per aumentare la pietà dei passanti. Invece la vecchia di Piazza San Giovanni si copre per nascondere la sua bruttezza, la sua bocca sdentata, le sue rughe profonde e occhi che ormai hanno perso ogni espressione: un'autentica befana che la bambina ha guardato con tenerezza e stupore, ma non si può. Abbiamo inventato mille scuse per impedirlo. Il reietto è invisibile, c'è ma non devi guardarlo, per non offenderlo, per non provocarlo, per non farti domande, per continuare a pensare che non esiste, è finto, è solo uno che sta recitando, forse sotto i cenci c'è un ricco che guadagna sulla pietà della gente.

La bambina non conosceva queste ragioni, aveva lo sguardo curioso che hanno i bambini quando guardano una cosa o una persona nuova. Col suo sguardo ha provocato un cortocircuito esistenzale, e poi quella pelle chiara e luminosa della bambina, pulitissima, faceva troppo contrasto con la brutta veccchia coperta di luridi cenci.

Il cortocircuito tra due mondi incompatibili ha fatto scoccare una scintilla. Non so che effetto può fare ma ho l'impressione che sia passata tutta una vita nell'eruzione di quei singhiozzi: la vita di un'altra bambina, scomparsa, che ora esiste soltanto nel segreto di un cuore di chi non ha più volto, né voce, né storia da raccontare, né dignità da mostrare, salvo quella che miracolosamente risorge per via di uno sguardo che indugia senza fastidio o paura. Uno sguardo che guarda oltre il muro e vede quello che noi non vediamo.


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