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15 novembre 2009

Petrolio e subsidenza

Quando si parla di petrolio molti pensano al Centro-Oli, il famigerato impianto di desolforazione del greggio che vorrebbero realizzare nella contrada Feudo (tra Francavilla e Ortona). In realtà ci sono molti altri progetti che complessivamente realizzano la prospettiva dell'Abruzzo ridotto a "regione mineraria" (definizione inclusa nel piano di sviluppo economico del ministro Scajola). Una regione di cave, cementifici, discariche, impianti di trattamento rifiuti tossici (a Chieti Scalo ce ne sono già 17), inceneritori, rigassificatore, stoccaggi di amianto, inerti, senza parlare delle centrali nucleari che potrebbero sorgere come due sentinelle a Termoli e San Benedetto.

Tanto per citarne uno la Forest Oil vorrebbe estrarre nella zona di Bomba (Monte Pallano) 3600 barili al GIORNO in un'area di 32 km quadrati.


Guardando la cartina potete vedere che i pozzi di Monte Pallano si trovano a meno di un chilometro dalla diga del Lago di Bomba (area grigia in basso, inclusa nel cerchio) .

I titolari della centrale idroelettrica che sfrutta l'energia della diga hanno commissionato uno studio per capire se ci può essere qualche rischio in conseguenza della "messa in produzione del campo a gas sottostante alla diga e al lago artificiale di Bomba". Il problema che viene indicato col nome di subsidenza, si pone perché c'è un business. Non si pone per la gente che abita da quelle parti e vive di agricoltura e turismo. Per la gente non c'è problema, forse non vengono neanche informati di niente. Così possono continuare a fidarsi di Gianni Chiodi e di Daniela Stati: il problema non esiste, i petrolieri stanno solo facendo un po' di vuoto sotto la diga. Altri dettagli nel blog Allegria di naufragi, che vi consiglio di frequentare.


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