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13 novembre 2009

Il conto alla rovescia

La stampa nazionale parla dell'Abruzzo e questa volta non si parla di terremoto, ma dell'altro incubo che ci perseguita: il petrolio.

Potete leggere l'articolo del Corriere della Sera a questo link. L'articolo del Venerdì di Repubblica si può ingrandire cliccando sulle immagini.



Dopo la tragedia del terremoto a L'Aquila e lo stillicidio di notizie sulla scoperta di discariche abusive e di nuovi impianti di trattamento di sostanze tossiche e pericolose (qui un video della manifestazione di Chieti Scalo) ci siamo quasi dimenticati che la Legge Regionale di marzo 2008 (quella che finora ha bloccato i progetti di raffinerie) scadrà a fine dicembre e poi c'è il vuoto.

Dopo le promesse fatte nella campagna elettorale di Gianni Chiodi la Regione Abruzzo non ha fatto niente. La proposta presentata dall'assessore Febbo è stata ritirata. La costa dei Trabocchi sta diventando Costa delle Trivelle. L'assessore regionale all'ambiente Stati dichiara al Corriere che il problema non esiste. Così, mentre la maggioranza degli abruzzesi dorme e il governo continua a rilasciare autorizzazioni e concessioni, all'inizio del prossimo anno ci sarà il 'via libera' per i petrolieri che potranno realizzare anche un Petrolchimico che ci metterà nelle stesse condizioni di Gela e di Porto Marghera.

Speriamo che questi articoli su importanti testate nazionali possano risvegliare le coscienze assopite degli abruzzesi. Speriamo che qualcuno si chieda come mai, se il problema del petrolio non esiste, a Civitacquana la Ecopetrol vuole investire in impianti per la ripulitura di scorie del trattamento dei petroli.

Il tempo per svegliarsi è breve. Siamo a -48 giorni. La brutta sorpresa potrebbe cascarci addosso insieme ai tappi di spumante di capodanno.

2 commenti:

mene-frche ha detto...

in abbruzze addormene quasi tutte, anze se ne frechene pecchè penzene stanna asbuscjà alliù ppite che s'arrangessene loro. Lu sindiche di Chiete 'nà dette mai biente, sembre trasparente. Quanne si vedranne li effetti negative, la puzze l'inquinamente e lletri cose allora si mettaranne a sbatte li pite 'nterre... nu seme na mandrie di picurune !"

Tom P. ha detto...

C'è uno solo tra i frequentatori del mio blog che su ogni argomento riesce a dare la colpa al sindaco di Chieti.

Il sindaco rispecchia perfettamente quella vasta maggioranza che lo ha eletto. La nostra città della camomilla pensa che il petrolio sia un problema che non la riguarda.

Ho criticato anch'io il silenzio del nostro sindaco sulla questione del petrolio, ma non facciamo confusione e non chiamiamolo in causa anche per cose sulle quali c'entra ben poco.

Quando c'era Del Turco alla regione l'abbiamo attaccato tutti, quasi che fosse lui la causa della petrolizzazione dell'Abruzzo che in realtà era stata preparata prima di lui. Ma Del Turco, pur dichiarandosi favorevole ai progetti dell'Eni, di fronte alla richiesta contraria dei cittadini votò quella legge regionale che ha bloccato il Centro-Oli. Con questo non voglio difenderlo dalle accuse che poi l'hanno travolto e poco importa che oggi sia passato al centro-destra. Con Chiodi siamo caduti dalla padella alla brace. I nostri attuali amministratori regionali dicono di essere contro il petrolio e lavorano a favore. Dobbiamo rimpiangere Del Turco.

A Chieti possiamo e dobbiamo criticare Ricci, ma attenzione a non proporre di tornare indietro, che sarebbe davvero molto peggio.