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12 agosto 2008

Mare

Traffico infernale per trovare un parcheggio assolato e raggiungere le interminabili file di ombrelloni e di lettini con spazi più limitati di quelli che si aveva in appartamento. Odori misti di unguenti e creme protettive, vociare di bambini, musica martellante dell'acquagym con i gruppi improvvisati di bagnanti che mimano le mosse dell'animatrice... ma il mare è (dovrebbe essere) anche un'altra cosa.



Il tratto di mare visibile nelle immagini, tra Francavilla e Ortona, con e le sue piante particolari, i fiori, i nidi degli uccelli (i fratini), le dune naturali... non è neanche quello il mare che ricordo io, dove potevi raccogliere le stelle marine e i cavallucci (ippocampo), dove in certe giorni la battigia si riempiva di alghe e di lumache di mare (aplysia). Aveva odori fortissimi quel mare, dopo un bagno ti lasciava un strato di sale sulla pelle tesa... Molte cose sono già irrimediabilmente perdute. Perché distruggere tutto?



Ruspe che spazzano via le dune e i cespugli. Piattaforme davanti ai trabocchi di Vallevò. Ai Ripari di Giobbe solo i clienti del campeggio. C'è chi pensa che lo sviluppo sia omologazione: spiagge e ombrelloni uguali a tutte le altre spiagge e ombrelloni per veicolare turismo. C'è chi lo crede davvero. Famiglie Passaguai.

8 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Qualche giorno fa leggevo sull'Espresso un pezzo intitolato "Razza cialtrona", riferito agli italiani tutti non solo noi abruzzesi. Medici, avvocati, docenti, banche e loro nefandezze che dimostrano il crollo totale dell'etica. Il prof. Ichino da una parte dice giustamente che i governanti, per primi, dovrebbero mostrare e praticare alto senso civico, dall'altra dimostra di essere lui stesso vittima di luoghi comuni, infatti crede che nel settore privato la concorrenza punisce le inefficienze e impedisce le peggiori degenerazioni. Non è vero, quello che dice Patroclo è una realtà sotto gli occhi di tutti. La concorrenza non sta più da nessuna parte, c'è solo un'arena senza regole dove il cliente è vittima predestinata. Magari hai più probabilità di trovare qualche brava persona tra quegli statali accusati di essere fannulloni e parassiti. C'è chi si accontenta dello stipendio e lavora scrupolosamente. Invece il santo "mercato" trasforma tutti in bestie feroci pronte a sbranarsi. Una giungla in cui si guarda con fastidio chi riesce a tenersi fuori, che non significa essere fannullone. Anche il ristoratore che vende pesce avariato si sente parte della società, imprenditore attivo e produttivo e quindi si sentirà anche lui in diritto di umiliare chi passa la giornata dietro una scrivania cercando di far quadrare i conti tra le mille contraddizioni di circolari, ordini di servizio e nevrosi dei colleghi.

Anonimo ha detto...

Ringrazio Patroclo e l.f. per gli interventi.

Risponderò nei commenti al prossimo post che vorrei dedicare, anche raccogliendo la vostra sollecitazione, a certi frequenti malcostumi dei commercianti. A presto.

Anonimo ha detto...

Ho aggiunto un link alla voce acquagym per completare il quadretto balneare.

D'intino ha detto...
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Patroclo ha detto...

Non voglio fare il disfattista, non vorrei, ma spesso ti ci spingono a due mani... a volte penso che l'Abruzzo si meriti le piattaforme, il petrolio e di essere colonizzati dai nuovi Attila di turno. Non siamo stati in grado di sfruttare le meravigliose risorse che la natura ci ha messo a disposizione, facendo del turismo ecologico la nostra principale risorsa, valorizzando e investendo sul verde, sul cibo sano, sul vino, sull'aria pulita. "Avete avuto decenni e non siete stati capaci di farlo? Bene, ora beccatevi i petrolieri!", ecco la sentenza declamata dall'Alto dei Cieli con tanto di eco.
Oggi sono particolarmente depresso? Sì. E molto incazzato anche.
Questo pomeriggio (19 agosto) al ritorno da Rocca San Giovanni, dove vado al mare da sempre, mi fermo a mangiare un boccone presso un locale "XXX XXX XXX", lungo la nazionale in contrada Vallevò credo, incuriosito dal luogo, dai tavoli di legno e dall'apparente "genuinità" della proposta gastronomica: frittura di pesce o insalate di mare a 5 o 6 euro... non male, penso. Proviamo.
Non mi soffermo sulla qualità della frittura, dovete chiederlo al mio fegato: ora non può rispondervi, è occupato in un incontro di boxe con un thailandese (poi capirete).
Vi dico solo che era impossibile scambiare due chiacchiere, visto il volume altissimo della "musica" (neo-melodica napoletana!). Primo dato: inquinamento acustico. Ma il bello viene dopo.

Andando via, in un angolo non nascosto alla vista facevano bella mostra di sè alcune scatole vuote di polistirolo, quelle tipiche del pesce, e mi sono avvicinato per leggere l'etichetta.
"Contiene: polpo congelato - provenienza: Thailandia"
Ma... ma... MA COME C@##O VI PERMETTETE, MASCALZONI CHE NON SIETE ALTRO! IL POLPO???!!!! LO COMPRATE DALLA TAHILANDIA????... A ROCCA SAN GIOVANNI?!?!?!
Ve l'immaginate un turista che so, tedesco, francese ad esempio, che dopo un bel bagno si ferma a mangiare a dieci metri dal mare e butta l'occhio su quelle scatole?? Ma che penserebbe di noi? " ach so, taliani sempre tutti dare frecatura, solo mafia, camorra e mantolino"... è questo il modo di fare accoglienza turistica? che controlli ci sono? CHI controlla? come cacchio danno le "bandiere blu"??

Sabato scorso a Vasto ero in pizzeria con tre amici, tavolo prenotato alle 17 e 30, arrivo alle 21 e 30. Ordinate tre pizze.
Alle 23 e 30 ancora niente. Protestiamo vivacemente con le cameriere, ma senza esito. A mezzanotte mi alzo e vado a cercare il proprietario del locale, lo trovo e mi metto a urlare come un pazzo, risultato: ci dice che le pizze sono finite!!!
Troppa gente quella sera, ecco la strampalata giustificazione. Ma come si può pretendere di servire cento persone se sei organizzato sì e no per dieci??? Tutto questo per guadagnare di più, fare più profitto, spremere il limone (cliente) all'impossibile.

Ecco come l'Abruzzo si organizza. Città disorganizzate, bar assenti, niente acqua potabile - fosse almeno potabile! -, lavori e scavi dappertutto, negozi chiusi, politici in galera... aggiungo altro? Sì, una cosa sola: ci restassero in galera. Prendeteli tutti ( dico tutti) e buttate le chiavi.

Certo, l'Abruzzo è parte dell'Italia che non va certo molto meglio.
Non resta che sperare nel ritorno di Attila. Fai presto, caro, ti aspettiamo.

[Data e ora del commento originale: 19/8/08 19:04]

Sunshine ha detto...

Salve..posso permettermi di commentare per quanto esperto di questo settore sono un marinaio cliente delle fritteria trattoria XXX XXX XXX e posso garantire che la qualità dei prodotti è altamente elevata...solo un ignorante non può sapere che il polistirolo serve per contenere il pesce fresco..non quello congelato e non credo che debbano essere messi sotto accusa perchè sono onesti nel prezzo un uomo che lavora da tanti anni con il pesce (il proprietario) non potrebbe mai vendere del pesce scadente .Inoltre non trovo giusto che una persona debba diffamare delle persone oneste...saluti a tutti

[Data e ora del commento originale: 7/5/09 16:15]

Tom P. ha detto...

@ Sunshine
ti ringrazio del commento che porta un contributo utile al blog, ma afferma anche una cosa di cui sono preoccupato: "diffamare".

Non è giusto diffamare. E' inaccettabile diffamare persone oneste.

Il commento di Patroclo mi era sembrato solo il racconto di un'esperienza spiacevole, ma in effetti capisco che non avrebbe dovuto indicare il nome del locale. A questo punto dovrei essere io ad oscurare quel nome per evitare la diffamazione. Però mi dispiace cancellare l'intero commento di Patroclo che dice anche cose interessanti. Anche se lo facessi si capirebbe ugualmente di quale ristorante stiamo parlando perché è indicato anche nel commento di Sunshine.
L'unica soluzione che non fa torto a nessuno mi è sembrata quella di cancellare entrambi i commenti e riproporli censurando il solo nome del locale. E' quello che ho fatto.

La critica di Patroclo resta e spero possa servire ad evitare che altri episodi poco piacevoli, qualunque sia il ristorante.