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24 luglio 2008

La disinformazione sul Centro-Oli

Nel post precedente ho parlato di silenzio dei giornali. Qualcuno mi ha fatto notare che certe notizie di stampa ci sono state. Una è quella riportata qui nell'immagine, sembra perfino un resoconto obiettivo. In realtà segue la stessa linea di disinformazione utilizzata dalla RAI, mette in risalto il "senza esito" come se stesse parlando di una riunione di governo o di amministrazione che non ha varato provvedimenti. Mette in risalto l'incertezza sul livello delle emissioni e questa è una FALSITA', perché la stima delle emissioni è stata fatta dal Mario Negri Sud, nessuno la contesta. I valori stimati rientrano nei LIMITI di legge solo perché questi limiti sono 6000 (SEIMILA) volte superiori alle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale di Sanità. Perciò il Mario Negri Sud ha detto che l'impianto, anche se legale, provocherà gravi danni all'ambiente e alla salute. Su questo mi sembra che non ci sia nessun dubbio.

Poi si parla di mancato "accordo". Non credo che il giornalista non avesse capito che nel forum accademico non c'era nessun ACCORDO da raggiungere. Sulla valutazione degli impatti ambientali quale ACCORDO ci si aspettava? forse una trattativa con i comitati e gli ambientalisti per stabilire il prezzo di una loro rinuncia?

Il problema non è trovare un punto d'accordo. Il problema è autorizzare o non autorizzare l'ENI ad invadere l'Abruzzo con i suoi pozzi, trivelle, oleodotti e impianti di desulfurazione. Accordo è sinonimo di cessione. Accordo significa trovare un modo (un modo qualunque) per superare la resistenza a lasciare che l'Abruzzo (già piagato da altre gravi emergenze ambientali) possa vedere LEGALMENTE e definitivamente inquinati aria, mare e terra... significa avvelenare uomini, bestie, colture con le conseguenze CHIARAMENTE illustrate da TUTTI gli scienziati presenti. I signori dell'Eni cercano l'accordo perché intendono qualcosa di diverso dal diniego, cioè vogliono l'assenso.

Nell'articolo de Il CENTRO molte informazioni ci sono, però sono confuse con queste "stranezze": l'accordo da trovare, l'esito non raggiunto, i limiti di legge, il Centro-Oli di Miglianico (come se fosse una questione esclusivamente miglianichese), parla di dibattito vivace ma civile (chissà chi erano i gentiluomini che hanno insultato la professoressa D'Orsogna) infine ci si abbassa per due volte, nell'articolo e nella didascalia (quindi non è un errore) alla meschinità di indicare la professoressa D'Orsogna come semplice "ricercatrice". Perchè? è forse una colpa o una vergogna essere arrivata molto giovane alla docenza universitaria su una cattedra di quegli Stati Uniti dove i manager dell'Eni non troverebbero nessuno disposto ad ascoltarli? durante la conferenza i signori dell'Eni la chiamavano con rimarcata gentilezza "dottoressa", quasi per far intendere: "sappiamo che la signorina è laureata". Sono segnali molto sottili, ma anche molto eloquenti. Un modo per dire che la potenza economica dell'Eni, capace di parlare direttamente alle tasche dei centri di potere, non ha nessuna considerazione della Scienza.

E' possibile che il giornalista non fosse in grado di cogliere le frecce intrise di dolce veleno, ma chi gli ha suggerito "ricercatrice" se tutti i relatori sono stati preceduti da una presentazione che specificava chiaramente i titoli? e perchè il giornalista invece di inventarsi un fantomatico accordo non ha sottolineato la plateale assenza dei politici che dovranno decidere? perché il giornale non prende posizione? anzi, perché si finge imparziale mentre sminuisce e confonde ad arte tutte le informazioni che potrebbero risultare allarmanti? al CENTRO hanno forse paura che un eccessivo allarme potrebbe far vendere troppe copie del loro giornale?
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2 commenti:

wanadobee ha detto...

sono tutti prostrati ai piedi dell'Eni, nessuno vuole schierarsi apertamente contro l'Eni.

A parte poche eccezioni la stampa fa letteralmente pena, il Tg3 locale fa piu' schifo di tutti.

Anonimo ha detto...

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