Pagine

23 luglio 2008

Forum sugli impatti del Centro-oli

L'idea di mettere a confronto in ambito accademico i diversi pareri è eccellente. Sarebbe stato meglio prima di concedere autorizzazioni, ma l'importante è che ora l'incontro ci sia stato e che i politici cui spettano le decisioni fossero presenti e attenti. Ne sapete qualcosa?

ESSERE (DIS)INFORMATI

Il TGRegione ne ha dato notizia il giorno stesso alle 19,45. Ha detto che l'inquinamento è stimato nei limiti di legge, in piena compatibilità con le attività che si svolgono nel luogo e l'Eni avrebbe chiarito che non si tratta di una raffineria. Questa affermazione è stata fortemente contrastata dalla professoressa D'Orsogna sulla base di una pagina web in cui l'Eni utilizza il termine "raffineria".

La RAI ci sta dicendo così che la faccenda del Centro-Oli è un falso problema e ci lascia intendere cose poco lusinghiere su questa scienziata venuta dagli Stati Uniti a puntualizzare l'uso delle parole. Gli altri giornali tacciono. Però io non mi sento per niente rassicurato, anzi, sono più angosciato di prima, perché io a quel Forum ci sono stato. Le relazioni le ho ascoltate. Mi sono anche guardato intorno per capire quanti politici fossero presenti: ho riconosciuto solo D'Alessandro, consigliere regionale PD. Credo non ci fosse nessun'altro.

LA CONFERENZA

Non mi è sembrato che la professoressa D'Orsogna facesse questioni di vocabolario e non era l'unica a fare previsioni inquientanti. La relazione del prof Angelucci sugli aumenti di patologie tumorali che verranno da quel tipo di inquinamenti non deponevano a favore del progetto; le previsioni del prof. Ledda sulle modificazioni del DNA non erano meno spaventose; l'appello del prof. Di Plinio a revocare tutte le autorizzazioni concesse era chiarissimo.

I rappresentanti dell'Eni non hanno confutato le relazioni scientifiche. Si sono limitati a dire che il problema non c'è.

Al di là della questione terminologica sulla raffineria (che resta ancora da chiarire) per tutto il resto ci sono dati scientifici evidentemente indiscutibili sul piano fisico, chimico, statistico e sanitario.


Tutto vero quindi: alto rischio di esposioni, aumento di tumori, alterazioni del DNA nelle generazioni future, diminuzione delle nascite, bambini malformati, acqua aria e terreni contaminati, scorie chimiche e rottami che resteranno dispersi dovunque per sempre, adulti e bambini con una speranza di vita ridotta e di conseguenza sono realistiche anche le catastrofiche ricadute sull'economia: il vino e l'olio abruzzese saranno invendibili, l'acqua non sarà più quella di prima, il mare sarà irriconoscibile. Tutto vero, gli ingegneri dell'Eni non lo smentiscono, ci chiedono solo di non fare i catastrofisti, di fare uno sforzo per cogliere l'opportunità che ci stanno generosamente offrendo, ci dicono di non stare fermi a questi concetti arcaici di agricoltura, turismo, ambiente, salute, qualità dei cibi e dell'aria... bisogna muoversi, che diamine!

Idrogeno solforato? basta non pensarci, che problema c'è! Lo sfoggio di sorrisi da parte dei signori dell'Eni era in terribile contrasto con il viso cupo, pallido, estremamente teso del prof. Di Biase che coordinava l'incontro.

Il maggior rappresentante dell'Eni ha riconosciuto che quello abruzzese è petrolio di qualità scadente e di quantità limitata, ma ha detto che bisogna raschiare anche il fondo del barile, ha detto che prenderanno tutto il petrolio che ci sarà da prendere, sia quello già individuato in terra e in mare, sia quello che si potrebbe trovare nei prossimi scavi esplorativi sulla Maiella. L'Eni non ha mai negato e non ha mai nascosto queste cose: è così, lo sanno tutti, è il prezzo da pagare per lo sviluppo!

Qualcuno alla fine ha cercato di tirare le somme dicendo che il Forum non ha raggiunto il suo scopo perché non s'è trovato un punto di mediazione tra le due tesi contrapposte. Non capisco: era una conferenza scientifica o una trattativa commerciale?


Dopo circa cinque ore di conferenza sono tornato a casa continuando a domandarmi quale fosse l'altra tesi, visto che le relazioni degli scienziati non erano in alcun modo smentite da chi si limita a dire di essere bravo, a dire che il petrolio si estrae in tante parti del mondo, che loro sono così buoni che non metterebbero mai in pericolo la salute delle persone. Semplici pacche sulle spalle, in sostanza. Ma l'altra tesi qual è?

LA TEORIA RELATIVISTICA DEI DANNI

Con un po' di sforzo alla fine ci sono arrivato: ho capito che il punto debole di tutto il teorema scientifico sta nell'impossibilità di dimostrare che 30,00 particelle sono più di 0,005. La virgola è relativa, la collocazione degli zeri è molto discutibile, questo si sa, quindi anche voi che siete sicuri di poter dire che 30 è maggiore di 20, e sei volte maggiore di 5 e trenta volte maggiore di 1, non potete più esprimervi in un giudizio che contrappone 30,00 a 0,005. Qui è tutta una questione (molto relativa) di come mettere gli zeri, senza i quali ti resta in mano un 5 che è maggiore di 3!

Assodato quindi che la matematica non può esprimersi in un campo così relativo come quello del contare le particelle presenti nell'aria, potete ben capire che se l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non esporre le popolazioni a un inquinamento da idrogeno solforato (H2S) superiore a 0,005 particelle per milione e nell'America del petroliere Bush la legge stabilisce un limite massimo di 0,001 (cinque volte di meno, vogliono stare più tranquilli) e nel Massachussets, terra di scienziati, il limite è ancora più basso 0,0006 (vogliono stare ancora più tranquilli, forse l'OMS ha un po' largheggiato) in Italia la legge ha posto il limite di 5, così senza zeri o con gli zeri a seguire (tanto a che servono gli zeri?) attenzione però, questo limite di 5 particelle per milione non vale per i petrolieri. Una legge uguale per tutti se la possono fare gli americani con le loro note tendenze comuniste, noi italiani siamo creativi, l'uguaglianza non ci piace: per i petrolieri (solo per loro) il limite cambia, la salute non è la stessa, loro possono mettere nell'aria anche 30 particelle per milione. No, non ci faranno male, state tranquilli, perché siamo nei limiti di legge.

Se poi l'Organizzazione Mondiale della Sanità non ha ancora capito che le particelle di H2S emesse da impianti petroliferi italiani sono diverse, più buone, di quelle emesse da altre industrie o dalle cattivissime particelle americane, allora possiamo mandare i manager dell'Eni a spiegare nelle università americane la Teoria relativistica dei danni detta anche Teoria della verità solforata. Se il prof. Andreussi è troppo impegnato con le sue imprese o semplicemente non vuole fare una clamorosa figuraccia, allora ci vado io a spiegare questa bella teoria da premio Nobel agli americani. Preferisco prendermi pernacchie e pomodori in faccia piuttosto che restare qui a respirare le 30 particelle H2S che tra poco ci saranno inalate a domicilio 24 ore su 24. Voglio scappare!

CONCLUSIONE (seria)

Una classe politica degna di questo nome, non sfugge, ha il dovere di rappresentare gli interessi degli elettori e deve giudicare il progetto in base al parametro dell'OMS. Se, come sembra, gli impianti non possono rispettare il limite imposto per la tutela della salute umana allora deve revocare le autorizzazioni. Questo è l'unico modo sensato di utilizzare la discrezionalità amministrativa senza far torto a nessuno. Il decreto ministeriale ad petroleum col suo parametro risibile (se non fossero tragiche le conseguenze) non impedisce alle regioni di fare valutazioni più accurate.

Ma in questo momento la cosa più incresciosa è questo nascondersi dietro la legge regionale del 4 marzo: quella è una legge provvisoria, ha posto un divieto che ha una scadenza come una busta di latte. Prima di dicembre è necessario trovare le soluzioni vere. E' necessario agire con serietà, trasparenza, senso di responsabilità, anche con coraggio se necessario, altrimenti quella legge che ora ci sta proteggendo diventa una bomba ad orologeria!
.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ci stava anche Arnaldo Mariotti appartenente al pd di San Salvo------------

Unknown ha detto...

Il Centro Oli avrà un impatto ambientale non indifferente, avrà anche un impatto economico non indifferente?
La domanda è questa: i "nostri" politici ed imprenditori vari vi rinunceranno anche essendo consapevoli dei relativi danni che possono provocare?

Anonimo ha detto...

Tumori infantili: 270,3 casi per milione/anno. Un tasso più elevato degli Stati Uniti (158) e in Europa (140). Attualmente in Germania è 141, in Francia è 138. Si è osservato un aumento della frequenza del 2 per cento annuo. L’incremento più consistente riguarda i bimbi sotto l’anno di età (+3,2), seguiti da quelli tra 10 e 14 anni (+2,4). Dati verificabili su www.registri-tumori.it.
Credo che ci sia un legame tra questi terribili dati e la legge italiana che fissa limiti di pericolosità a maglie troppo larghe e non parliamo solo di idrogeno solforato perché si fa sempre così per favorire questo o quello. La legge però non inquina. I politici che scrivono quelle leggi non si sentono assassini. Gli industriali nemmeno perché possono dire che le loro attività sono innoque, rispettano i limiti di legge. Siamo vittime di un PATTO SCELLERATO che ci porta a credere che la morte per malattia sia una sventura voluta dal "destino". Ci fanno ragionare secondo logiche superstiziose medievali e lo chiamano progresso!

Buona vita, davvero!
Mastro Gen. D'Alf.

Anonimo ha detto...

i rappresentanti dell'eni alla conferenza di lunedi a pescara hanno fatto una figuraccia,si sono trovati davanti alla verità e ora vogliono metterci davanti a un tavolo a decidere con loro ...

Tom P. ha detto...

grazie a Fr:d del contributo. E' importante raccogliere l'opinione di chi era presente a Pescara. Spero che ne arrivino anche altri e che siano commenti di utenti "loggati" come fr:d, non semplici anonimi.
Bisogna evitare che un incontro così importante, su cui è già calato il silenzio stampa, venga poi ripreso per dire che là l'Eni aveva fornito tutte le rassicurazioni necessarie per andare avanti.

@ mastro Gendalf
mi sembra che anche questa volta il tuo intevento coglie un punto molto importante. Si vedono continuamante manifesti di convegni su politica e impresa. Sembra che gli enti locali non fanno altro che promuovere l'imprenditorialità con le iniziative più bizzarre e fantasiose (info-point, corsi, corsetti, ricchi premi e cotillon) in effetti si tratta di una simbiosi poco naturale: la politica deve rappresentare gli interessi collettivi, invece si sta trasformando nel volano (spesso inutile) dell'imprenditoria

Tom P. ha detto...

@ vitt84

rinunciare ad un impatto economico tutto negativo non dovrebbe essere difficile, anzi!
Col Centro-Oli di positivo ci sarà solo un po' di lavoro per gli spedizionieri del porto di Ortona e le imprese che manderanno ruspe e operai rumeni a disseminare tubature.

I politici oggi possono vendersi queste cosette come sviluppo e posti di lavoro, ma è una bugia con le gambe corte. Poi dovranno vedersela con le proteste delle aziende agricole, delle cantine, dei frantoi, degli stabilimenti balneari, che andranno in crisi nel giro di pochi anni. Questo i politici l'hanno capito infatti nessuno dice apertamente di essere favorevole agli insediamenti petroliferi. I politici favorevoli non si fanno vedere, tacciono e sperano che tutta la rabbia vada a sfogarsi contro i tre parafulmini (Del Turco, Fratino, Di Martino) e contro quei pochi politici che vorrebbero fare qualcosa per la gente senza saèere bene cosa fare.

Il Comitato Natura Verde ha detto che vuole stanare tutti chiedendo a tutti i candidati di tutti i partiti alle prossime regionali di prendere posizione sulla questione. E' un'ottima idea che tuttavia non ci mette al riparo dal peggio, cioè da quelli che avranno il coraggio di mentire spudoratamente.

Anonimo ha detto...

l'eni ha violato le leggi. Quelle relative all'impatto ambientale, quelle relative all'urbanistica, ma soprattutto quelle inerenti al coinvolgimenmto delle popolazioni, su scelte così importanti, che hanno un alto impatto sulla vita delle persone, sia a livello economico che a livello della salute. Pertanto non hanno nessuna credibilità e fondamento, loro ci raccontano storie " interessate". E' sotto gli occhi di tutti cosa hanno combinato nelle località dove hanno operato (vedi la Sicilia) , dove il Governatore Lombardo chiede i danni per i disatri arrecati al territorio e alle popolazioni. L'abruzzo già da tanto in termini di energia nel sistema nazionale, ora vogliamo essere lasciati in pace. L'ENI deve abbondonare questo progetto, e deve se vuole riconvertirlo in una fonte di energia alternativa, pulita e non inquinante.

Anonimo ha detto...

che squallore la presenza di MARIOTTI.....un uomo che si è dimostrato totalmente asservito ai potenti dell'Eni, ignorando quelli che sono i pericoli per la sua città e per la sua gente. Che spettacolo desolante.