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27 febbraio 2008

Texas d'Abruzzo

1) Ortona (CH) - Località Feudo
2) San Giovanni Teatino (CH)
3) Scerni (CH) - Localita' Cipressi
4) Bucchanico (CH)
5) Bomba (CH) - Localita' Monte Pallano
6) Filetto (CH)
7) Santa Maria Imbaro (CH)
8) Orsogna (CH) - Localita' San Basile
9) Miglianico (CH)
10) Castiglione Messer Marino (CH) - Localita' Fiume Treste

Questa è la lista delle località del teatino in cui il permesso di perforazioni per ricerche ed estrazioni petrolifere è stato già accordato.
Altri 12 permessi riguardano le altre province abruzzesi. Altre richieste sono in corso di approvazione (vedi contrada Gagliarda di Ortona) e altre arriveranno in seguito. Il documento completo è segnalato nel blog della Prof.ssa D'Orsogna. Sono indicate anche le ricerche e le estrazioni in mare. Di queste non so quante potranno riguardarci da vicino.

In Abruzzo risultano già accordati, tanto per cominciare:
10 permessi di ricerca per una superficie di 3239 kmq
2 permessi di stoccaggio per 101 kmq
6 concessioni di coltivazione per 491 kmq

Questo scempio ambientale che stanno preparando per tutto l'Abruzzo in Texas non lo vogliono più perché evidentemente neanche in quella terra di grandi spazi è tollerabile.

I residenti che hanno capito cosa sta succedendo non lo vogliono. Preferiscono tenersi le vigne, gli orti, le spiagge, i giardini.

Sono sorti comitati, sono state promosse conferenze e ricorsi giudiziari. Alcuni di loro sono andati a Viggiano in Basilicata e hanno visto quello che potrebbe succedere anche a noi. A loro non è piaciuto. Ieri il consiglio regionale è stato sospeso a causa della protesta arrivata fin dentro l'aula.

I medici non lo vogliono perché prevedono gravi danni per la salute.

88 dirigenti medici dell ASL Chieti-Ortona si sono espressi con una pubblica denuncia. Contro il progetto c'è anche l'autorità morale e scientifica del prof. Torlontano.

Gli imprenditori del turismo e dell'agroalimentare non lo vogliono perché le loro attività e i loro prodotti ne sarebbero distrutti.

Le cantine hanno detto No: Cantina Tollo; Olearia Vinicola Orsogna; Cantina Miglianico; Vini Citra; Cantina Sociale Sannitica; Cantine Dragani; La Castellina; Collefrisio S.r.l; Azienda Agriverde S.r.l.; Cantina Matteucci; Cantina Di Virgilio; Operatori turistici della zona; Copagri; Coldiretti; Confagricoltura; Confcooperative; Lega Confcooperative; Città del vino.

Gli scienziati non lo vogliono perché calcolano danni all'ambiente invisibili e irreversibili.

Il Mario Negri Sud ha presentato una relazione allarmante; scienziati di diversi settori hanno illustrato la loro contrarietà nel corso delle conferenze dello scorso gennaio.

I politici che hanno il senso della realtà non lo vogliono, non hanno intenzione di perderci la faccia.

L'assessore regionale Caramanico ha detto NO; D'Alfonso a Pescara ha detto NO, Angelucci a Francavilla ha detto No, insieme alle amministrazioni di Miglianico, Tollo, Crecchio, Giuliano Teatino, Orsogna e S. Giovanni Teatino a cui si sono uniti anche il Gen Pappalardo e l'on. Amedeo D'Addario. Ora anche Veltroni lancia lo slogan "rottamare il petrolio".

Gli economisti non lo vogliono. Tutta l'economia abruzzese ne sarebbe danneggiata.

Marcello De Cecco, docente alla Normale di Pisa ha espresso la sua contrarietà su Il Messaggero 22.2.08; Antonio Bianco; studi della Confesercenti.

Gli esponenti della cultura non lo vogliono

Dacia Maraini, Archeoclub d'Italia, Slow Food...

Forse non stiamo parlando di pochi esaltati ambientalisti. Questo insediamento petrolchimico lo vogliono solo in tre: Fratino, Di Martino e Del Turco. Il problema a questo punto si può risolvere facilmente con uno scambio: i tre amatori del petrolio potrebbero trasferirsi a Viggiano, a Gela o a Porto Marghera in casa di qualche famiglia in fuga da quei posti a cui potranno cedere i loro scomodi alloggi in questo Abruzzo che non vuole petrolizzarsi. Là potranno godersi in pace l'aria, l'acqua e il cibo che piace a loro, potranno compiacersi delle avanzate tecnologie, della perfetta sicurezza degli impianti e non dovranno più subire i fischi e le contestazioni dei cafoni abruzzesi con la coccia tosta che vogliono lasciare ai figli la stessa terra dei loro padri e nonni.

L'Eni sicuramente cercherà altre testedilegno disposte a sostenere il suo scellerato progetto, ma credo che non ne troverà facilmente. Ormai s'è capito che i suoi "esperti" sono titolari di imprese cointeressate a gestire le speculazioni sull'oro nero.
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2 commenti:

nonno enio ha detto...

Fratino, Del Turco e Di Martino, il classico connubio di casta. Quando la destra e la sinistra non conta più niente e i "signori" della politica si alleano per soldi. Quei soldi che l'Eni rivuole, parte, in dietro (aprendo un contenzioso con la Regione )se dovesse, come sembra, vincere il NO allo sventramento di una delle più belle aree d'Abruzzo.

@enio ha detto...

Il consiglio straordinario che doveva decidere le sorti del centro oli di Ortona si è concluso intorno alle 13.15 con una decisione unanime (con il solo voto contrario di Vito Domenici). Il progetto viene sospeso, se ne tornerà a parlare solo a partire dal gennaio 2009.


Questo e quanto si temeva accadesse, si tenta di stancare e di disorientare i fronte del no. Si tenta altresì di prendere tempo e di vedere come vanno le elezioni, poi si vedrà. La solita politica degli italioti degli ultimi anni. Spero solo che gli elettori ( tutti quei cittadini che speranzosi erano oggi 4 marzo a manifestare ad Aquila )si ricordino di come sono stati trattati e li puniscano in maniera pesantissima facendo loro mancare il voto. C'è solo da augurarsi che l'Eni venga battuta e il suo intento di trivellare l'Abruzzo venga ricacciato indietro. Lo so che è una utopia, ma almeno lasciatemi sperare.