Per dirla alla maniera di Celentano "la situazione di mia sorella non è buona". In questo caso la nostra "sorella" potrebbe essere la natura, la spiaggia di Francavilla e Ortona, la campagna di Tollo, la gastronomia della nostra provincia, l'economia abruzzese, oppure l'informazione che condiziona anche le nostre coscienze. Comunque vogliate interpretarla la situazione non è buona.
Oggi le locandine delle edicole ci dicono che i lavori per il Petrolchimico sono già iniziati, in sordina. Il Petrolchimico si farà. L'opinione e la salute della popolazione non ha valore. Gli affari sono affari e non c'è tempo da perdere con la gente che si preoccupa del vino e degli ortaggi, dell'acqua e dell'aria, dei tumori e dei nascituri malformati.
La conferenza di servizi che si doveva tenere il 1° febbraio (grande riunione di capoccioni che avrebbero dovuto riesaminare il problema) è stata rinviata al 18 febbraio. La decisione del TAR sembra essere stata rinviata ad altra sede. Poi ci saranno sicuramente altri rinvii e altre questioni da risolvere e intanto i lavori andranno avanti. Oggi l'obiettivo è rimandare finché l'attenzione, già piuttosto scarsa, non sarà completamente scemata. Quando le ciminiere con i loro pennacchi di fiamme e di fumo svetteranno in mezzo al labirinto di tubi, marchiando per sempre il paesaggio e la qualità della nostra vita, nessuno sarà più in grado di capire chi e come ha voluto sacrificare l'alto chietino al Moloch del petrolio.
Anche PrimaDaNoi sta abbassando i toni: ci dice che l'ENI offre segnali di tranquillità alla popolazione e parla già di mini-raffineria. Il quotidiano telematico finora s'era distinto nel dare quelle notizie che i quotidiani di carta preferiscono nascondere, ma ora ci offre le dichiarazioni del sindaco di Ortona che, contro ogni parere esperto, parla di compatibilità con l'agricoltura e di cittadini che chiedono posti di lavoro (lasciando così intendere che il petrolchimico potrebbe offrirne, cosa che nemmeno l'ENI ha mai detto) e non ci viene risparmiata neanche l'idea di porre come priorità politico-amministrativa quella delle migliaia di persone che ogni mese partono da ogni luogo d'Italia e del mondo per recarsi a Ortona a visitare il sarcofago di San Tommaso. Se finora nessuno ha notato questo grande flusso di turismo religioso possiamo star certi che è questa la chiave del futuro: parola del vice-sindaco.
Il sindaco di Chieti, che finora non ha speso neanche una parola sulla grave minaccia alla salubrità e all'economia del nostro territorio, oggi si sta muovendo per salvare la redazione del Messaggero: un'altra grande priorità.
Dispiace a tutti che Chieti continua a perdere pezzi e la redazione di un giornale è un pezzo di storia che se ne va, ma bisogna dire anche che quella mezza paginetta a cui si riduce la cronaca teatina dell'illustre quotidiano di Roma non è più un riferimento sociale e culturale.
Il Tempo ha già abbandonato Chieti e IL Centro frantuma le sue notizie in uno spezzatino sapientemente distribuito nelle diverse edizioni: non è un caso che la notizia odierna dei lavori a contrada Feudo è presentata nella prima pagina della sonnolenta Chieti, ma non c'è in quella dell'edizione Pescarese venduta proprio nell'area che finora s'è mostrata più interessata al problema (Francavilla, Ortona, Pescara).
L'informazione dovrebbe rinnovarsi nei mezzi e nei metodi. Questo è più importante del valore simbolico di una sede. Purtroppo anche la situazione di mia sorella informazione non è affatto buona!
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Oggi le locandine delle edicole ci dicono che i lavori per il Petrolchimico sono già iniziati, in sordina. Il Petrolchimico si farà. L'opinione e la salute della popolazione non ha valore. Gli affari sono affari e non c'è tempo da perdere con la gente che si preoccupa del vino e degli ortaggi, dell'acqua e dell'aria, dei tumori e dei nascituri malformati.
La conferenza di servizi che si doveva tenere il 1° febbraio (grande riunione di capoccioni che avrebbero dovuto riesaminare il problema) è stata rinviata al 18 febbraio. La decisione del TAR sembra essere stata rinviata ad altra sede. Poi ci saranno sicuramente altri rinvii e altre questioni da risolvere e intanto i lavori andranno avanti. Oggi l'obiettivo è rimandare finché l'attenzione, già piuttosto scarsa, non sarà completamente scemata. Quando le ciminiere con i loro pennacchi di fiamme e di fumo svetteranno in mezzo al labirinto di tubi, marchiando per sempre il paesaggio e la qualità della nostra vita, nessuno sarà più in grado di capire chi e come ha voluto sacrificare l'alto chietino al Moloch del petrolio.
Anche PrimaDaNoi sta abbassando i toni: ci dice che l'ENI offre segnali di tranquillità alla popolazione e parla già di mini-raffineria. Il quotidiano telematico finora s'era distinto nel dare quelle notizie che i quotidiani di carta preferiscono nascondere, ma ora ci offre le dichiarazioni del sindaco di Ortona che, contro ogni parere esperto, parla di compatibilità con l'agricoltura e di cittadini che chiedono posti di lavoro (lasciando così intendere che il petrolchimico potrebbe offrirne, cosa che nemmeno l'ENI ha mai detto) e non ci viene risparmiata neanche l'idea di porre come priorità politico-amministrativa quella delle migliaia di persone che ogni mese partono da ogni luogo d'Italia e del mondo per recarsi a Ortona a visitare il sarcofago di San Tommaso. Se finora nessuno ha notato questo grande flusso di turismo religioso possiamo star certi che è questa la chiave del futuro: parola del vice-sindaco.
Il sindaco di Chieti, che finora non ha speso neanche una parola sulla grave minaccia alla salubrità e all'economia del nostro territorio, oggi si sta muovendo per salvare la redazione del Messaggero: un'altra grande priorità.
Dispiace a tutti che Chieti continua a perdere pezzi e la redazione di un giornale è un pezzo di storia che se ne va, ma bisogna dire anche che quella mezza paginetta a cui si riduce la cronaca teatina dell'illustre quotidiano di Roma non è più un riferimento sociale e culturale.
Il Tempo ha già abbandonato Chieti e IL Centro frantuma le sue notizie in uno spezzatino sapientemente distribuito nelle diverse edizioni: non è un caso che la notizia odierna dei lavori a contrada Feudo è presentata nella prima pagina della sonnolenta Chieti, ma non c'è in quella dell'edizione Pescarese venduta proprio nell'area che finora s'è mostrata più interessata al problema (Francavilla, Ortona, Pescara).
L'informazione dovrebbe rinnovarsi nei mezzi e nei metodi. Questo è più importante del valore simbolico di una sede. Purtroppo anche la situazione di mia sorella informazione non è affatto buona!
4 commenti:
sara' poca cosa, ma io non mi arrendo...
il 18 febbraio tutti a pescara a manifestare contro questi scellerato progetto - speriamo di essere in tanti - ciao tom!
Il fatto che la carta stampata abbandoni Chieti non è una "buona cosa" e fa bene il sindaco ad essere preoccupato, perchè di una città come la nostra se ne deve parlare, magari male ma se ne deve parlare altrimenti si rischia l'"oscurantismo". Già adesso i "terroni" che vanno al nord dicono di essere di Pescara..... chissà dopo! Per quanto riguarda Maria Rita, mi auguro che alla manifestazione di Pescara si sia in tantissimi.... ma io sono pessimista, appena le luci della ribalta si abbassano, anche i buoi prendono altre direzioni...
Maria Rita, ti ringrazio dell'intervento e dell'esortazione a non arrenderci.
Come ho già scritto in un precedente post, la conferenza al cinema Zambra di Ortona mi ha fatto capire la gravità del rischio che stiamo correndo. Mi ha fatto capire che la stampa non avrebbe svolto il suo compito (nessun giornalista era presente alle conferenze) e mi ha fatto capire anche quanto sia stata importante la tua presenza e la tua capacità di comunicare in modo semplice quelle cose che in genere restano nascoste in documenti che solo gli esperti riescono a decifrare.
Come ti ho detto a Ortona in quell'attimo in cui ero venuto a chiederti suggerimenti per mio figlio che non vuol studiare l'inglese, ripeto anche qui che il tuo contributo a questa causa non sembra provenire da uno dei nostri cervelli da esportazione, bensì da un angelo venuto a proteggerci. Los Angeles vorrà pur dire qualcosa ;-)
Per il 18 io ci sarò e continuerò a fare quel poco che posso per far circolare le informazioni.
A noi abruzzesi manca l'intraprendenza che la gente ha avuto nel nord per fermare il TAV (in migliaia con i sindaci in prima fila contro ruspe e carabinieri) però quando vogliamo sappiamo essere testardi e questo è un momento per dimostrarlo. Ma dobbiamo essere in tanti.
Leggendo la nuova intervista rilasciata a PrimaDaNoi apprendo che l'avv. Di Martino è Presidente del Consiglio Comunale di Ortona e non vice-sindaco, come ho erroneamente scritto nel post.
L'intervista conferma comunque la priorità politica dei pellegrinaggi posti senza mezzi termini sullo stesso piano di Santiago de Compostela.
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