Vi ricordate la scena di Troisi e Benigni che passano la frontiera? Pagano la gabella e poi un sacchetto cade dal carro proprio sul confine.
- Alt! chi siete? che cosa portate? Un fiorino!
Ecco, mi è capitata esattamente la stessa cosa dentro l'ufficio postale: ho consegnato un plico raccomandato, ho pagato, preso la ricevuta e poi mi sono accorto che uno dei documenti da allegare era rimasto fuori dalla busta. Sono tornato all'ufficio per rimediare all'errore.
- Non si può - mi dice la solerte impiegata. Poi arriva un capo-servizio che mi spiega che per avere indietro una raccomandata devo presentare una formale richiesta all'ufficio centrale di Pescara.
Io non sto chiedendo la restituzione e sono molto lieto che le Poste abbiano stabilito regole per impedire che la corrispondenza sia menomessa o dirottata. Sono regole che servono proprio a garantire me, committente, e mi assicurano un buon servizio, ma se mi impedite di sistemare il plico nel modo giusto, qui davanti a voi, senza manomettere niente, che servizio mi fate?
Tutto inutile. La regola che dovrebbe garantire il committente gli si ritorce contro. Mi guardano come uno che vorrebbe compiere un sacrilegio.
Quel lembo di carta con la scritta "lato apribile per ispezione postale" che prima avevo guardato con sospetto, ora mi sembra un'opportunità, però la busta è poggiata oltre il bancone, oltre la linea di confine, e io sono di qua col foglietto rimasto fuori e il confine è invalicabile.
Mi arrendo e metto il documento in un'altra busta, un'altra raccomandata, un'altra ricevuta e pago il secondo fiorino.
Ci sono cose ben più gravi su cui piangere, questa è una sciocchezza, però ora capisco il titolo di quel film che faceva tanto ridere.
- Mi scusi, solo per facilitare il compito di chi riceverà le due raccomandate senza sapere che sono atti di un'unica pratica, mi farebbe la cortesia di farle partire insieme...
- No, signore, questa raccomandata fa parte di un'altra serie, andrà in una diversa spedizione perché il nostro regolamento non prevede che...
Sì, va bene, ho capito, un altro fiorino!
La linea di confine non è immaginaria è terribilmente reale: divide gli uomini dai caporali, come diceva il principe De Curtis.
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