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23 gennaio 2008

Tra memoria e barbarie

Anche quest'anno il giorno della Memoria può essere occasione di importanti riflessioni. La prima occasione è stata offerta dall'incontro presso il Supercinema sul tema "Legalità e Dignità", un evento che si può vedere sul sito de Il Piccolo d'Abruzzo. C'è il filmato dell'intera conferenza e vorrei raccomandarne la visione almeno per gli interventi dello storico (prof. G. Orecchioni) e del giurista (il magistrato Vito Zincani).

Il Piccolo d'Abruzzo ha creato una piccola videoteca che offre a tutti la possibilità di seguire anche a distanza di tempo incontri e conferenze. E' un lavoro prezioso, un nuovo modo di fare biblioteca. Spero che abbia successo e che possa continuare nel tempo.

Questa mattina c'è stato lo spettacolo per le scuole del Teatro del Krak. Venerdì 25 al Teatro Marrucino ci sarà "l'orazione civile per Antonio Russo cronista delle vite negate - La voce dei silenzi". Un giornalista eroico e ancora poco conosciuto perfino qui, tra la sua gente.

L'associazione Chieti Nuova 3 febbraio ha predisposto un ricco calendario che comprende anche concerti e danze (27 gennaio, ore 18,00, sala delle Crocelle) e poi, in date da definire, due incontri sulla storia della Resistenza in Abruzzo e sul mondo del lavoro e del precariato. Il 3 Aprile è previsto un incontro di Moni Ovadia con gli studenti sul tema delle “Foibe”.

Credo che sia giusto considerare anche i morti per incidenti sul lavoro vittime di una silenziosa violenza radicata nel pregiudizio e nell'indifferenza.

Eppure, nonostante questi sforzi orientati alla tutela di una sana e pacifica convivenza civile, le notizie di cronaca sono sconfortanti: cinque ragazzi accusati di aver violentato, minacciato e ricattato una loro compagna; uno studente con la faccia sfracassata e il rischio di perdere un occhio a causa di un'aggressione razzista da parte di un compagno di scuola.

Sono i nostri ragazzi. Ragazzi che frequentano le parrocchie che appartengono a buone famiglie. Ragazzi che hanno un cuore di belva. Mi si dirà che sono casi estremi, certo, ma sono fatti avvenuti nella nostra zona i questi ultimi giorni, e sono anche fatti nei quali si riconosce quel tipo di prevaricazione e di violenza che ci viene offerta in video ogni giorno: finzioni o sfoghi verbali, ma i giovani assorbono.

Tutti i giornali di oggi titolano: "il bullo del Volta". Qualche mese fa l'etichetta di "bullo" era stata attribuita ad un altro pericoloso criminale che aggrediva gli stranieri lungo la riviera di Pescara. Mentre ricordiamo il coraggio di Antonio Russo bisognerebbe rimandare a scuola gli altri giornalisti. Qualcuno dovrebbe spiegare loro la differenza tra bullismo e criminalità, e anche la differenza tra la criminalità comune, che agisce per un tornaconto diretto, e la violenza cieca e gratuita che persegue il male in sè, l'intolleranza, l'odio. Sentimenti che divorano l'anima e distruggono le basi della convivenza civile, altro che bullismo!
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6 commenti:

@enio ha detto...

Il "bullo" è solitamente un criminale in erba malato di padreternite acuta, che finquando si era piccoli, i padri ( almeno il mio, buon'anima ) curava con dei bei sonori ceffoni perchè diceva: "Quando l'albero è grande non si riesce a raddrizzarlo più". Nella società di oggi, purtroppo, il padre è sempre più un assente, «un assente inaccettabile». Ormai in una «società senza padri», che è venuta via via formandosi soprattutto in questo secolo, in concomitanza con il rifiuto, più o meno ampio, del concetto di autorità, di guida, di paternità appunto. In effetti negli anni Sessanta e Settanta abbondavano i libri o gli articoli sulla «morte della famiglia», sulla fine della società patriarcale, sulla necessità di sopprimere ogni forma di gerarchia. «Né maestro né Dio. Dio sono io», «Quinto: uccidi tuo padre», «Famiglia è prigione», sono alcuni degli slogan di moda, negli anni della contestazione del 1968: ora siamo rimasti a fare i conti con la realizzazione di questi auspici, con le famiglie sempre più disgregate e il continuo aumento di patologie nei giovani e negli adolescenti. Chi insegna lo sa bene, quanto siano cambiati i tempi, e non in meglio; quanto aumentino di continuo problematiche quali l'anoressia o il consumo di sostanze psicotrope per «sentirsi più in forma». Nei giovani, infatti, si vede spesso proprio questa assenza, inaccettabile, della famiglia, e, molto spesso, proprio del padre: c'è una inquietudine enorme, una solitudine, una incertezza, in molti di loro, che può provenire solamente da un ambiente familiare che non sa più offrire calore umano, certezze, protezione e sicurezza. Mancano i padri, nel senso che mancano i maestri: vuoi perché non hanno tempo, vuoi perché non sanno più cosa insegnare, vuoi perché molti padri si sono adeguati all'idea di non esserci più, e preferiscono fare gli amiconi, i complici, i compagni di gioco, e solo quello, dei loro figli. Si mettono sullo stesso piano, hanno paura perfino di sussurrare un concetto, un ordine, un vero consiglio. Abdicano così al loro ruolo, al compito di essere guide, dolci e giuste nello stesso tempo; abdicano al compito gravoso di sostenere la crescita dei figli se necessario con la severità, e preferiscono diventare i dispensatori di beni materiali e di comodità superflue.

Tom P. ha detto...

Grazie dell'intervento, Enio. Il ruolo dei genitori e della famiglia è sicuramente fondamentale nello sviluppo della personalità, ma un discorso sulle radici della devianza sarebbe troppo complesso.

Se il bullismo è quella prepotenza e sbruffoneria quasi normali in certe fasi della crescita, non possiamo usare lo stesso termine davanti a veri e propri crimini commessi da maggiorenni, perché sarebbe un modo ipocrita per giustificarli.

nonno enio ha detto...

Italia, dove stiamo andando? Vergogna è la parola più carina che mi viene in mente... e invece intorno vedo solo indifferenza e mi domando com'è possibile. Ci stiamo abituando sempre più alle schifezze politiche ma non solo. Quando la Costituzione compie 60 anni, in Italia, un Paese che dovrebbe essere democratico, un uomo, un Parlamentare, un Ministro della Giustizia, ha il coraggio di affermare in Parlamento la propria libertà di fare pressioni politiche per le nomine (non solo quelle amministrative ma anche quelle di medici, liberi professionisti, posti cui si accede per concorso etc..) in una sorta di «così fan tutti» made in Italy. E visto che c'erano gli hanno pure fatto l'applauso bipartisan. (Mi domando come mai non hanno pensato alla ola da stadio). Ma non è una vergogna? L'Italia è stufa di spintine e spintoni per mandar avanti i figli di..., gli appartenenti a... La meritocrazia dovrebbe essere un punto fermo non un'utopia. Per non parlare di quell'onorevole (mica tanto) Tommaso Barbato che ha due lauree e le sfrutta al meglio sputando e insultando il collega di partito, secondo lui traditore, Cusumano. E poi ci lamentiamo del bullismo nelle scuole, bravo Barbato: ottimo esempio. I cari Parlamentari che eleggiamo, oltre che «puliti» da qualsiasi genere di condanna giudiziaria, dovrebbero contraddistinguersi per dignità personale e morale. Ricordo a tutti che l'art.54 della Costituzione richiede ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di adempierle con disciplina ed onore. Qualcuno per piacere mi venga a spiegare davanti a quale disciplina ed onore ci troviamo. Come se non bastasse, ha del tragicomico la notizia che il Consiglio regionale della Sicilia respinga la mozione di sfiducia a Cuffaro, condannato in primo grado per appoggio esterno a singoli mafiosi (Condanna a cinque anni di reclusione? E che sarà mai? Festeggiamo!). D'altra parte i siciliani, sapendo che era sotto processo per favoreggiamento esterno alla mafia, non lo preferirono forse a Rita Borsellino? È la terra dei ciechi che impone la sua legge. Dura lex, sed lex, dicevano i latini. Ma non è una vergogna? Siamo noi che li votiamo, svegliamoci e informiamoci! Invece che andare a cercare i biglietti del processo di Erba dai bagarini, come fosse la partita per lo scudetto. Ma forse aveva ragione E. Burke quando diceva che il popolo è una massa di pecore che non distingue il bene dal male. Vergogna. Ringrazio invece per il bell'esempio di fedeltà e coerenza istituzionale il Professore Romano Prodi che ha portato in Parlamento la crisi non nascondendola nei corridoi del potere.

Anonimo ha detto...

Cattiva maestra televisione? gli esperti dicono che non c'è rischio, dicono che i bambini sanno già distinguere. Non so se è vero.
So che ci sono anche altri cattivi maestri e questa volta condivido in pieno quello che ha scritto Enio. Per il cittadino può bastare il rispetto della legge, invece onorevoli, consiglieri comunali, giornalisti, insegnanti e chiunque svolge una funzione pubblica deve dare anche in buon esempio.
Sulla memoria delle tragedie passate leggete questa nota di Forza Nuova che apre una nuova sede a pescara:
«la nuova sede si prefigge di diventare punto di riunione e partenza per future ed arcigne lotte che vedranno contrapposte da un lato una classe politica incapace di sviluppare un senso civico all’altezza della millenaria cultura italica e dall’altro una reale formazione di destra radicale, pronta a raccogliere le istanze dell’ormai esausta e rassegnata popolazione pescarese di fronte alla continua evoluzione della criminalità straniera e rom, che incide in maniera particolare sulla produttività economica e sociale del capoluogo adriatico»

Secondo voi che significa arcigne? cosa vuol fare un partito politico che si oppone alla politica invece di proporre una politica sua? qual è la millenaria cultura italica che li ispira? quella delle clave e del gladio? torniamo alla crocifissione degli schiavi o ci possiamo accontentare di spicciola xenofobia con qualche campo di concentramento per i rom? ho paura che una popolazione esausta possa davvero rivolgersi a nuovi spietati giustizieri. Ieri in Kenya una nuova campagna politica fatta a col pi di machete, come in Ruanda.
Laura

Anonimo ha detto...

Una buona alternativa, secondo me, sarebbe quella di trovarci tutti dentro un bel centro sociale.
Lì che si può trovare gente di cultura che ne sà a pacchi di politica e di come risolvere i problemi che ci affliggono:
Facciamoci tutti un bel cannone.

Brava Laura.
Brava brava..dicevano a Zelig!

Anonimo ha detto...

L'anonimo intervenuto a difesa dei neo-nazisti non merita risposta, però voglio dargliela lo stesso. Ho fiducia nella gente.
Il mio era un invito a riflettere. Non so se il "cannone" ti aiuta, io non fumo neanche le sigarette "light". Di centri sociali ne conosco solo uno dove ci sono pensionati che giocano a briscola e parlano solo di calcio o dei loro malanni.

Laura