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18 aprile 2007

Discussioni sul Villaggio Mediterraneo

Ci sono molte cose di quest'inizio millennio che mi risultano insopportabili: la guerra riproposta come necessità, il lavoro svilito, la volgarità ostentata, i giovani abbandonati alle loro stupide macchinette... e tra queste cose ci metto anche la politica deprivata di ogni argomento e ridotta a scontro tra due opposti schieramenti che non hanno niente da proporre al di là del loro reciproco contrasto e si distinguono a malapena dal colore della bandiera. Finché anche nelle bandiere i colori non saranno completamente rimescolati.

Sono finiti i tempi di Peppone e Don Camillo, con la loro profonda differenza di ideali e la loro capacità di incontrarsi e di riconoscersi nei valori fondamentali. Scomparse le differenze, un pensiero unico basato sul semplice egoismo ha cancellato ogni altro valore. Così facciamo finta di dividerci tra spettatori di Emilio Fede e spettatori di Michele Santoro. Uno scontro ridicolo in cui tutti si sentono elfi in lotta contro gli orchi, ma in realtà non ci sono né elfi, né orchi, c'è solo vuoto d'anima che il denaro e il consumismo non possono curare.

Questo mio rifiuto di guardare la politica dividendola tra destra e sinistra mi porta a cercare altre prospettive per capire quello che accade. Così, per esprimere un giudizio su questo Villaggio Mediterraneo che cambierà la struttura urbanistica di Chieti, evito di metterlo in conto alla destra che l'ha voluto o alla sinistra che lo sta realizzando e mi limito a chiedere alla gente: ti piace? pensi che sia una buona cosa?


Dalle mie piccole interviste senza microfono e senza taccuino ho scoperto che esistono due partiti: il primo partito è quello di chi crede che la città sia un nome di cui bisogna curare la fama - il nome può essere indifferentemente Chieti o Teate, purché abbia gli attributi degni di un capoluogo: importanza, prestigio, notorietà, potere - il secondo è il partito di chi crede nella città come luogo fisico abitato dalla gente che vive una quotidianità fatta di piccole cose concrete.

Quelli del primo partito hanno apprezzato il Megalò e sapranno apprezzare anche il Villaggio Mediterraneo, perché in queste opere vedono due nuovi e moderni attributi di Chieti. A loro non importa che la Villa diventi un malinconico giardinetto per anziani accompagnati da badanti, né che il colle sia soffocato da antenne telefoniche e da vetture parcheggiate su tutti i marciapiedi. Loro sanno che il nome di Chieti può sopravvivere anche dentro i Megacapannoni e tra le geometrie di cemento. In nome di Chieti rinunciano alla vecchia Chieti.

Quelli del secondo partito vorrebbero evitare lo svuotamento delle botteghe, il trasloco degli uffici e la fuga degli ultimi studenti. Per loro il Villaggio è un espianto urbanistico di organi vitali, come lo è stato il Campus e poi il Megalò. Temono che il cuore antico di Chieti sia troppo debole per sopportare anche questo e non riescono a consolarsi sapendo che il marchio di Chieti resterà su quei progetti che hanno portato via le attività e sottratto valore alle cose, perché la gloria di un nome non restituisce nulla di ciò che è venuto a mancare.

Il primo partito, quello del Nome, sostiene il progresso a qualunque costo e si batte con ottimismo contro i conservatori e i pessimisti. Il secondo è il partito delle Cose, di chi ha i piedi piantati per terra, le mani operose e si batte contro la retorica e l'illusionismo degli affaristi.

Difficile dire da quale parte stia la ragione. L'unica cosa che a me sembra chiara è che nessuna tra le antiche città a vocazione universitaria (Perugia, Urbino, Camerino, Macerata) ha decentrato gli organi direzionali e nessuna è stata danneggiata.
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9 commenti:

Anonimo ha detto...

"evito di metterlo in conto alla destra che l'ha voluto o alla sinistra che lo sta realizzando"

La destra l'ha voluto?!? Come, dove, quando?!? A me risulta che l'attuale amministrazione abbia fatto di questo Villaggio l'unico suo scopo di vita. Io in questo caso appartengo al secondo partito, anche se nei confronti del Megalò la penso diversamente...

Anonimo ha detto...

In medio stat virtus

Io mi iscrivo ad un terzo partito, quello del nome nel solco della continuità storica: tradizione e innovazione.

Megalò e Villaggio insieme alla rinascita del centro storico: le varie cose NON SONO IN CONTRASTO

Il futuro è nostro.

Saluti

Anonimo ha detto...

@ Maxime
è proprio difficile uscire dal gioco destra-sinistra. Certo, hai ragione quando dici che l'attuale amministrazione ha puntato tutto su questo progetto e quindi oggi criticare la scelta del Villaggio equivale a criticare l'azione dell'Amministrazione Comunale, però non credo di aver detto una sciocchezza affermando che la scelta era già stata fatta. Mi sembra che si parla da anni dei Giochi aggiudicati a Pescara e anche del necessario coinvolgimento di Chieti (non sarà mica un caso che il comitato organizzatore è presieduto da Aracu, deputato di Forza Italia). Anche l'urbanizzazione dell'area compresa tra via dei Vestini, via Isonzo e via Montello era già prevista. Non so chi ha avuto l'idea di collocare là il Villaggio, ma credo che non sia questo il punto da mettere in discussione, perché chiunque l'abbia fatto, cercando di prendere due piccioni con una fava, cioè ospitare a Chieti tutti gli atleti e farlo in modo da garantire un piano razionale di urbanizzazione di Madonna delle Piane, ha fatto una scelta sicuramente apprezzabile, qualunque altra scelta sarebbe stata peggiore e quella di fare il Villaggio nella spazio della Caserma Rebeggiani (mi sembra fosse questa la proposta di Rifondazione Comunista) non considerava i templi biblici necessari per la sdemenializzazione.

Il punto secondo me è un altro: io ho il timore, e in questo mi metto nel secondo partito, che si stia commettendo l'errore di immaginare quella zona come completamento del Campus e di ospitarvi uffici. Migliaia di studenti a Madonna delle Piane fanno un ghetto perché sono lontani dai musei e dalle biblioteche e da quell'internet point che si vuol fare nella ex pescheria, sono lontani dalla gente, dai supermercati e dalle tradizionali zone commerciali. Invece migliaia di studenti nel centro storico di Chieti, sotto i portici, alla villa, nelle piazze nate per essere vissute a piedi, avrebbero ridato vita e valore alla città, ai palazzi e ai negozi.

Nella video-intervista realizzata dal Piccolo d'Abruzzo il sindaco dice che il villaggio produrrà sviluppo per un effetto a cascata. Probabilmente ha ragione, ma io la cascata la vedo verso la valle e credo che Chieti alta ne avrà solo un depauperamento.

@ Gianni,
concordo con te nel voler coniugare tradizione e innovazione perciò ribadisco: facciomo il villaggio, ma non portiamo gli organi vitali della città al confine con Sambuceto.

Anonimo ha detto...

@ Tom:

preoccupazioni legittime.

Dobbiamo evitare che il Villaggio sia un corpo estraneo rispetto a tutta la città (Nuova e Alta);

Come?
1) Collegamenti pubblici su gomma veloci (anzi no stop) col centro storico
2) Abolendo il BIGLIETTO UNICO: FURTO DI 20 centesimi per coloro che vogliono vivere lo spazio urbano (e non metropolitano!)
3) Stazione dei treni CHIETI MADONNA DELLE PIANE collegata ogni 30/60 minuti colla stazione CHIETI CENTRALE; progettare inoltre CHIETI S.FILOMENA.
4) Zona taxi, con nuove licenze (VIVA LE LIBERALIZZAZIONI)
5) FILOVIA

IL FUTURO E' NOSTRO

Anonimo ha detto...

Complimenti a Tom per la realizzazione di questo interessantissimo blog e per il fatto di aver dato vita a questa discussione.Io concordo completamente con quanto ha detto Gianni..in sintesi:in medio stat virtus,assoluta necessità di decuplicare i mezzi pubblici e gli scambi tra parte alta-parte bassa,vivere Chieti in tutte le sue molteplici,uniche e originali sfaccettature.Io sono innamorato del centro storico e della villa comunale.Si può andare a fare un giro al Megalò,come al nuovo super Villaggio,ma poi tornare velocemente sul colle e non avere problemi di parcheggio,grazie ai veloci ed ecologici mezzi pubbici(da immettere a flotte)e godersi la passeggiata per il corso coi suoi negozi e locali che per forza di cose dovranno rinnovarsi ed essere attrattivi.Gli studenti che vivono nella parte bassa sono un falso problema.Diciamo invece che sul colle non ci sono locali interessanti tali da attrarli a venire sopra.Ci sono pochi locali e quelli che ci sono non sono poi un granchè.Allora bisogna anche pensare in grande,non basta più fare il compitino.I gestori devono investire e rinnovarsi.Diamo vita al progetto su via de lollis che dovrebbe prevedere l'apertura di tanti localini e vedrete che la gente verrà.Sono ottimista.
saluti a tutti

Fondamentalista Teatino

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Gianni. Chieti ha bisogno di un buon piano trasporti e non solo per il futuro villaggio. Sono diverse le zone mal collegate. Non c'è una linea per il Megalò, anche la zona di Madonna del Freddo è un villaggio staccato, poii c'è Tricalle e senza parlare di Brecciarola dove ci sono locali come Amadeus molto frequentati la sera, ma irraggiungibili per gli universitari che non hanno un mezzo proprio.

GdF

Anonimo ha detto...

scusate,ma esiste un'amministrazione comunale nella nostra città o sono solo persone che pensano a come arricchirsi alle nostre spalle??
i problemi sono tanti ed evidenti,ma sembra che l'attenzione sia riposta esclusivamente dove girano gli €
Basta,quando potremo avere una città funzionale e vivibile al meglio??

TEATE*

Anonimo ha detto...

Bene, qualcuno finalmente si inizia ad accorgere che non abbiamo un amministrazione comunale da circa due anni. Siamo come un comune commissariato!!!
Senza Parole.

Anonimo ha detto...

sembra che abbiamo risolto ogni problema,tra chi pensa che il villaggio porterà vantaggi e chi pensa il contrario
ci hanno pensato i nostri "affidabili" amministratori a eliminare questo gravoso dilemma....
http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=9797

F.T.