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24 febbraio 2007

L'arcipelago delle fondazioni

La formula della "fondazione" per uscire da situazioni di crisi e di inefficienza degli enti pubblici non è un fenomeno solo teatino, anche se a Chieti sembra diventata l'unica risposta ad ogni problema.

L'elenco dei satelliti della nostra amministrazione municipale è già abbastanza lungo:

- la riscossione dei tributi e la manutenzione dei beni pubblici verrà affidata a "Teateservizi";
- l'ex Azienda Farmaceutica riqualificata come Azienda Speciale "Chieti Solidale", oltre a gestire le farmacie e gli asili-nido, provvederà ai servizi per gli immigrati, gli anziani, l’infanza, i disabili assumendo anche la gestione di strutture culturali, musicali e sportive;
- una futura fondazione dovrebbe risollevare il Teatro Marrucino dal suo attuale disastro economico;
- da ultimo s'è parlato di una Fondazione che dovrebbe gestire il patrimonio monumentale e archeologico della Città;
e perfino il riassetto urbanistico sembra passare attraverso qualcosa di simile perché la realizzazione del grande Villaggio per giochi sportivi, che nasce con l'ambizione di diventare una Chieti TRE (anche se mostra molte caratteristiche di una Sambuceto DUE) sarà realizzato attraverso un "braccio secolare" di imprese private.

Come considerare questa corsa alle aziende speciali e alle società miste o fondazioni? si tratta forse di una piccola Devolution teatina ad imitazione della Devoluscion nazionale voluta dai secessionisti padani? No, non direi: quella dei padani voleva essere una devoluzione di poteri, una formula per dissolvere lo stato nazionale, mentre con le fondazioni il Comune non rinuncia ai propri poteri, ma si ritira da quei settori dove si trovava ad agire in perdita e senza raggiungere adeguatamente i suoi scopi. L'amministrazione municipale così cede il posto a nuovi soggetti, più agili, conservando però le sue funzioni di regolamentazione e di controllo.

E' indubbiamente una bella soluzione per rinnovare la pubblica amministrazione e cercare di mantenere quella promessa di far "ripartire" la città. Inoltre è una soluzione che dovrebbe trovare il consenso di tutti, sia della sinistra che è sempre stata contraria alle privatizzazioni selvagge e alle "deregulation", sia della destra che ha sempre creduto nella capacità imprenditoriale dei privati di promuovere il benessere collettivo senza rinunciare a perseguire il profitto individuale.

In questa tendenza dei comuni ad articolare il loro apparato in un complesso di entità che si avvalgono anche di risorse e di competenze private si potrebbe scorgere un ritorno alle origini dell'istituzione comunale, a quelle magnifiche comunità di cittadini che furono capaci di traghettare l'Europa dalle ristrettezze del medioevo agli splendori del Rinascimento. Lo fecero con l'aiuto delle corporazioni delle arti e dei mestieri.

La legge 142/1990 ha offerto agli enti locali queste nuove possibilità e da allora (mentre Chieti si lasciava depredare dai faccendieri della "raccomandopoli" e poi cadeva nel lungo letargo cuculliano) sono state compiute importanti esperienze che hanno mostrato come le società miste e le fondazioni non sono formule magiche. I nuovi assetti giuridici e l'alchimia degli statuti non sono da soli sufficienti a rilanciare i servizi pubblici, anzi sono destinati a rimanere solo pezzi di carta se accanto agli statuti non c'è anche una strategia capace di coniugare le risorse pubbliche e private con i bisogni diffusi.

Allora non basta dire che si farà una fondazione, non basta chiamare qualche promettente avvocato o qualche scaltro commercialista a disegnare architetture statutarie, bisogna prima capire quali sono le risorse che si vogliono mobilitare e quali sono i bisogni a cui si intende dare una risposta. E se di fondazioni molto si parla, a me sembra che nessuno riesce a descriverne la sostanza: quali sono le imprese che potrebbero investire i loro capitali sulla nostra città, sul nostro teatro, sui nostri musei? a quali obiettivi esse potrebbero mirare?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La risposta è troppo semplice!! Questa amministrazione può puntare ad un primato senza precedenti...quello delle stupidagini che sparano i loro rappresententi, quotidianamente sui giornal...etti locali. Capisci che sono due anni che si fanno le domande? Capisci che sono due anni che li stiamo a sentire?..Capisci che corrono dietro a queste pseudo riforme irrealizzabili da troppo tempo invece di pensare alla concretezza? Capisci che Chieti è ridotta ad un cesso? Ma ti guardi attorno quando esci?..E' colpa delle precedenti amministrazioni, vero Tom?...E il cittadino che fà? Aspetta a braccia aperte tutti gli aumenti delle tasse che la tua cara amministrazione gli fà scivolare addosso come un macigno...altro che " letargo cuculliano "...aspettiamo ancora un altro pò, dai, così ci svegliamo dal letargo e poi facciamo un altro gemellaggio..magari questo giro con un paesino cinese, così si rilancia l'economia perchè loro sono tanti e perchè qualcuno possa sentirsi un pò più "compagno"!!! Siamo proprio a pezzi amico mio.

Anonimo ha detto...

A Chieti è ora che si facciano i FATTI, piuttosto che le chiacchiere. Questo sindaco purtroppo ormai ne ha fatte talmente tante che non lo sta più a sentire nessuno lui da tempo ha perso la sua credibilità. E' , come tutti sanno ormai, un ostaggio della coalizione che oggi governa Chieti da Palazzo d'Achille, coalizione tipicamente di sinistra, tutta pronta alla spartizione degli elogi (pochi) e allo stesso tempo a disconoscere i denmeriti(tanti). Pecoraro Scanio, uno che ha un cognome del genere doveva essere antipatico a qualcuno, ha detto oggi a Napoli , in TV, che sta aspettando le richieste dei soldi stanziati dal governo, dai comuni per acquistare mezzi ECOLOGICI, è un buon motivo prenderlo in parola e scucirgli i soldi per portare a Chieti quattro o cinque filobus, che sono quanto di più ecologico si conosca. E poi partiamo con le cellule solari a produrre energia elettrica come fanno in tantissime regioni d'Italia e diamo gli incentivi anche ai privati che vogliano utilizzare questi nuovi ritrovati. Facciamoci notare per qualcosa di positivo almeno una volta, abbiamo il sole per almeno nove mesi all'anno, sfruttiamolo.
eni

Anonimo ha detto...

i comunisti ci hanno portato alla rovina
al posto loro preferirei che tornasse addirittura quel ciccione pelato di mussolini,pensa un pò
quando è che ci sbarazziamo di questi incompetenti al comune,alla provincia e alla regione?
mai più gente così

anticomunistapersempre

Anonimo ha detto...

Il problema se si vorrà risolverlo lo si dovrà fare alle prossime elezioni votando in maniera più ragionata un candidato più capace e con una maggioranza più solida e meno litigiosa, noi non possiamo permetterci le cazzate che fanno a montecitorio..... Fermo restando che non ci sono più comunisti che mangiano i bambini e fascisti con la camicia nera, la prossima volta si dovrà fare una scelta più attenta. Questo sindaco io non l'ho votato nè lo voterei mai e consiglierei gli altri, anche quelli che illudendosi lo hanno fatto, a non farlo più. Non ha fatto assolutamente niente, che io mi ricordi, di tutte le innumerevoli cose che ci ha promesso in campagna elettorale, un pò come quello che sta accadendo a livello nazionale . Quando si è costretti ad accontentare tutti, solitamente riforme e innovazioni non se ne fanno proprio. Qualcosina che funziona a Chieti io l'ho trovata, è il museo all'ex cinema Enal, Il Biomedico, perchè è gestito da volontari che prestano la loro opera gratuitamente,facendo pagare un euro simbolicamente all'ingresso, invece guardate negli altri musei cosa sta succedendo ultimamente,per mancanza di personale, sopratutto alla Civitella.