Peccato che tutto questo passa quasi sotto silenzio, quasi relegato in un angolo del calendario e del bilancio teatino. Eppure intorno a quest'idea si potrebbe costruire il grande evento capace di portare il nome della città nel circuito della comunicazione nazionale e internazionale.
Invece di far pagare al nostro comune le cifre astronomiche necessarie per confezionare un'ordinaria e banale serata televisiva di FestivalBar, si potrebbe dar forza e spazio ai nostri concittadini creativi e geniali come Tony Pancella capaci di promuovere iniziative che possono mantenere Chieti come sede stabile, facendone un crocevia di culture.
Io mi auguro che questo lentamente avvenga, perché poi, se vuole, la televisione dovrà venire qui a scoprire l'evento, magari pagando anche il biglietto d'ingresso.
Mi auguro che questa seconda edizione del Chieti Festival ottenga un adeguato successo che possa far aprire gli occhi a qualcuno.
Nessun commento:
Posta un commento