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29 dicembre 2016

Giovane pestato da un branco la notte di Natale

Ho dedicato diversi articoli alla tragica fine di Fausto Di Marco. Pensavo che un fatto così grave, vissuto come lutto da tutta la città, potesse essere di monito. Invece no, ci risamo, la scena si è ripetuta a Piano Sant'Angelo, nel centro storico, la vigilia di Natale. Un giovane che usciva dalla festa di un circolo privato alle quattro di mattina è stato brutalmente aggredito.

La violenza c'è sempre stata, ma questa modalità di aggredire in gruppo è roba da vigliacchi. Neanche i criminali più incalliti dovrebbero scendere a un tale livello di vigliaccheria. C'era un senso dell'onore anche tra i delinquenti, comprendeva anche la violenza, ma era intesa come capacità di battersi "da uomo". C'è voluta una lunga opera di diseducazione fatta di film, telefilm e videogames per creare questi giovinastri che agiscono in gruppo come machinette distruttrici. Sono disumanizzati, singolarmente potrebbero essere del tutto innoqui, solo nel branco si mutano in bestie aggressive, emulano le scene viste e sono incapaci di riconoscere l'umano nella loro vittima che può anche essere scelta a caso. La loro è una violenza cieca, insensata, ma ferocissima e pericolosissima. Forse rinforzata dalla cocaina o da altre sostanze disumanizzanti. Un solo calcio può uccidere, può facilmente spezzare il collo e paralizzare per sempre un ragazzo. Un minimo di ragione dovrebbe inibire comportamenti di tale bestialità.

Lo ripeto ancora perchè non vedo reazioni adeguate neanche da parte di persone che non farebbero mai cose del genere. Ormai siamo circondati da queste piccole bestie assassine nascoste dentro corpi e facce da bravi ragazzi che potrebbero anche essere figli nostri, ci passiamo sopra e la cronaca dedica loro poco spazio. Ma questo è un argomento di primaria importanza, sia sul piano sociale per una piccola città come Chieti, dove questi episodi si ripetono a ritmo impressionante, sia per il valore sintomatico di un abbrutimento insopportabile. Davvero dobbiamo preoccuparci solo dei terroristi islamici?

Il problema forse anche nella facilità di incolpare e sui fatti di casa nostra non è facile puntare il dito. Siamo colpevoli quasi tutti. Qualcuno di lesioni o di omicidio, qualcuno di omertoso silenzio, altri sono colpevoli di aver impartito una pessima educazione che pretende tutto dagli altri e niente da se stessi o dai propri cari (tipica cultura tribale), facciamo finta di non vedere alcool e cocaina, che uccide come scrissi qui già tanto tempo fa, e facciamo anche finta che sia normale far festa fino alle quattro di mattina. Era la notte di Natale, dirà qualcuno con la solita facile tendenza a dover giustificare tutto. No, la notte di Natale dovrebbe avere tutt'altro senso e chi festeggia il Natale dovrebbe saperlo bene, altrimenti non sa neanche cosa sta facendo. Infatti non lo sa e non vuole saperlo, questo è il punto.

Concludo con un link ad un video realizzato da una scuola, s'intitola "i leoni dormono ad occhi aperti", e ci fa vedere che in alcune scuole la questione viene affrontata.

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