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13 dicembre 2015

Un aula per l'avvocato Galiano Magno

Finalmente. Qui lo chiedevo da anni. Ora il Tribunale di Chieti ha deciso di dare un giusto riconoscimento all'Avvocato Galliano Magno. La notizia è stata pubblicata su Il Centro dei giorni scorsi. Ne siamo lieti e continueremo ad aspettare che qualche buon segnale arrivi anche dall'amministrazione comunale. 
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Ogni città ha un simbolo. Un marchio che la rende unica. Chieti ha un processo farsa agli assassini di Giacomo Matteotti da scontare come pena a vita. E da riscattare. Lo fa intitolando a Pasquale Galliano Magno una nuova aula del tribunale. Quella accanto avrà invece il nome di Mauro Del Giudice, che da Rodi Garganico si ritrovò ad istruire il processo al fascismo che si celebrò nel 1926 in città in un clima mussoliniano, e con un esito scontato, a due anni dal sacrificio di Matteotti. 


A dar notizia della doppia intitolazione è stato il presidente del tribunale, Geremia Spiniello, intervenuto ieri pomeriggio, nell'aula consigliare della Provincia, alla presentazione del libro dello storico Claudio Modena “L'avvocato di Matteotti”. Ovvero Galliano Magno, orsognese, che conobbe Matteotti da vivo a Chieti il primo maggio del 1920, e lo difese da morto nel tribunale che ora gli intitola una delle nuove aule al terzo piano dell'ala ristrutturata, vicino alla corte d'assise che porta già il nome del martire socialista della democrazia. Matteotti e Magno vigileranno per sempre sull'equità e la certezza della giustizia nel luogo del processo farsa che pesa sulla coscienza collettiva teatina in tutti i sensi come una macchia nerissima.

Chieti riscatta il suo debito con la storia, come ha giustamente detto ieri il procuratore Pietro Mennini alla presentazione di un saggio scritto a più mani (Modena, il professor Angelo Sabatini e gli storici Mauro Canali, Filippo Paziente e Nicola Palombaro) che coinvolge il lettore e lo emoziona perché belle e altissime sono le figure e le vite dei due personaggi. Vite parallele, ha ricordato Alberto Aghemo, segretario della Fondazione Matteotti, di chi ha provato la coercizione fascista fino a morirne, oppure il dolore e il carcere come il prezzo pagato dall'avvocato orsognese. Coinvolgente è stata la nipote di Magno, la giudice pescarese Mariacarla Sacco, in procinto di trasferirsi a Milano, che ha raccontato del nonno, figura di riferimento della sua vita e del suo lavoro. Anche il volto di Carlo Eugenio, ormai anziano avvocato, seduto in prima fila di una platea gremita, appariva sereno perché finalmente Chieti si sdebita verso la storia nobile e dolorosa del padre Galliano. Ognuno ha dato un contributo. C'è chi lo ha fatto nel modo appassionato che lo contraddistingue, l'avvocato Luigi Orsini, oppure critico ma realista nel descrivere quella città fascista, più che alla camomilla, come ha detto Walter De Cesare.

Si deve all'Ordine degli avvocati e al suo presidente, Pierluigi Tenaglia, se Chieti ha riempito un vuoto di memoria. Lo ha detto Giovanni Legnini, vice presidente del Csm, prima di essere interrotto da una telefonata importante. Davvero importante. Quella del presidente della Repubblica Mattarella
. (l.c.)

1 commento:

whynot ha detto...

Grazie di cuore