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05 marzo 2015

I veleni di Renzi

La prima grande riforma del governo Renzi è stato il decreto "Sbocca Italia", giustamente ribattezzato "Sporca Italia". Rappresenta il peggio che poteva accaderci. Una replica in peggio di quel decreto-legge n.112 con cui, nel giugno 2008, Berlusconi avviava la sua restaurazione dopo il brevissimo periodo del professor Prodi. Erano norme urgenti per lo sviluppo economico e la semplificazione. Anche Renzi è un semplificatore, privo di esperienza politica e di qualunque altro tipo di esperienza. Anche Renzi non riesce a concepire alcun tipo di progresso economico senza cementificazioni selvagge e distruzioni ambientali. Giustamente si parla di sviluppo e non di progresso.

Per andare oltre la facile retorica dello sviluppo e capire meglio la realtà dei fatti c'è stata un'ottima inchiesta di Riccardo Iacona nella sua trasmissione RAI "Presadiretta". Nella puntata del 22 febbraio ci ha mostrato quel che accade a Viggiano, piccolo comune della Basilicata che incassa 18mln l'anno di royalties per i suoi 20 pozzi e ospita un Centro-oli che sarà ampliato.




Gli allevatori denunciano la nascita di vitelli già morti o malformati; nel lago Pertusillo si misurano concentrazioni di ideocarburi di 6400 mcgr/lt quando il limite massimo corrisponde a 10; negli scoli d'acqua non cresce più l'erba; le risorse idriche sono a rischio di compromissione irreversibile; nelle acque del lago sono presenti alti livelli di alluminio (10000 mcgr/li) e piombo. Le attività petrolifere impiegano 8 litri d'acqua per produrre un solo litro di petrolio. E' stata rilevata anche la presenza di inquinanti radioattivi che hanno fatto ipotizzare la possibilità di allontanamento della popolazione da Pisticci Scalo.
I pozzi di reiniezione in zone sismiche erano stati bloccati, ma ora, con lo Sblocca Italia, saranno nuovamente utilizzati. In contrasto con i più elementari principi di democrazia tutto viene imposto anche contro la volontà della popolazione locale. E' il metodo Renzi: ascolta tutti, non recepisce niente e decide da solo.
Uno studio del Mario Negri Sud aveva collegato alle ricerche petrolifere un importante aumento di malattie cardio-respiratorie e di tumori. Danni collaterali dello sviluppo. A Viggiano come a Taranto, come a Gela, come in Val di Susa, come per il Muos.

Il sindaco di Viggiano lamenta la scomparsa di molte attività e l'impossibilità di recuperare i posti di lavoro perduti. Nonostante gli incentivi messi a disposizione dal comune grazie alle royalties la disoccupazione è aumentata. I soldi non bastano a fermare la fuga delle popolazioni e la distruzione del territorio. Con la consapevolezza acquisista il sindaco vorrebbe impedire l'apertura di nuovi pozzi e l'ampliamento delle attività del Centro-oli, ma non potrà farlo perché le norme dello Sblocca-Italia non danno alcun potere di decisione alle autorità locali. I termini per concedere l'autorizzazione di V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) sono stati ridotti a 150gg, insufficienti per fare le verifiche e le analisi necessarie su progetti complessi di durata almeno trentennale.

Questi problemi sono già noti ai lettori del mio blog. Ne parliamo da anni. Forse non tutti sanno che problemi simili riguardano anche la Sicilia. Là vogliono trivellare su fondali marini vulcanici. I geologi hanno scoperto la presenza di crateri vulcanici non catalogati e presenza di pockmarks (devo rinviare al wikipedia inglese, in italiano non c'è). Si potrebbe verificare ciò che è già accaduto nel Golfo del Messico, pare che anche là l'incidente fu causato dalla presenza pockmarks.
Gli esperti intervistati parlano di decisioni "criminali", mentre il governatore siciliano Crocetta si preoccupa solo dello "sviluppo". Don Palmiro Prisutto dice messa per i morti e li conta, parla di una vera strage che è già in atto. Il pane che la gente compra col lavoro nelle raffinerie è "pane avvelenato". Con lo Sblocca Italia che cosa diventerà? In realtà il lavoro nel settore petrolifero è riservato a pochi, le nuove norme sul lavoro consentono di tenere gli operai anche per 12 ore al giorno, così ci sono pochi assunti che passano tutto il tempo a contatto con le sostanze tossiche e molti non-assunti che si ritrovano a vivere in un territorio inadatto a qualunque tipo di attività pulita.

Eppure, nonostante tutto, la notizia più impressionante sull'insipienza del nostro sistema politico non riguardava i dati di inquinamento, ma le parole pronunciate al microfono da un ricercatore del CNR: ha detto che in Italia manca un ponte tra conoscenza e decisione. Non esprimeva un'opinione personale, ma ci avvisava di un fatto: nessuno scienziato viene ascoltato, in Italia gli scienziati sono completamente inascoltati, le lettere scritte dai ricercatori del CNR ai decisori politici non ricevono neanche risposta. Sono gli stessi ricercatori che vengono convocati dalle autorità americane o inglesi prima di prendere decisioni che riguardano i loro territori. In Italia i politici decidono senza conoscere, rifiutano di conoscere e ai microfoni di PresaDiretta rispondono con formulette retoriche (abbiamo verificato, massima sicurezza, non si può fermare lo sviluppo, ecc) che dimostrano solo falsità e ignoranza.  

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