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18 aprile 2014

Società violenta

Nell'ultimo post parlavo di violenza, ma non c'è solo quella che proviene dalle forze dell'ordine, o quella evocata dai politici. La violenza sta crescendo in forme inaudite. I casi di omicidi per gioco (knockout-game) di cui le recenti cronache ci hanno dato notizia (a rischio di innescare emulazioni da parte dei tanti cretini in circolazione) erano inimmaginabili fino a pochi anni fa.

E' sbagliato chiamarli bulli. Sono criminali, spesso anche assassini. Chieti non è stata risparmiata da episodi di violenza immotivata o praticata per motivi abietti o futili. L'amministrazione comunale risponde finanziando corsi di karatè per donne. Non credo che sia la risposta giusta. Addestrarsi alla violenza per rispondere alla violenza ci porterà alla fine a girare armati di bastoni e di coltelli. E' un abbrutimento. Per questa via la violenza potrà solo aumentare. 

Occorre educare al dialogo, imparare a tollerare i piccoli torti, avere rispetto per i diversi, saper controllare i propri impulsi, isolare i soggetti pericolosi. In questo senso anche lo sport è un buon veicolo, ma occorre uno sport praticato sportivamente, non quello circondato da tifoserie cariche di odio e pronte ad andare allo scontro violento con avversari e poliziotti. Il karatè va benissimo come sport, ma non dev'essere proposto come arma di difesa perché ogni arma di difesa si trasforma facilmente in arma da offesa.

Purtroppo le nuove generazioni si sottraggono facilmente all'educazione familiare o scolastica, subiscono inconsapevolmente una contro-educazione impartita dai feudatari del nuovo impero globalizzato. Vogliono bravi mercenari e li formano attraverso le scuole televisive, le isole dei poco famosi, la disciplina brutale e umiliante dei format alla Masterchef, le selezioni spietate di X-Factor, il sadismo estremo di film e telefilm, la violenza dei più apprezzati videogiochi (GTA5), la violenza narcisistica dei film di Tarantino. Ce ne vuole, ma l'investimento che viene fatto ad ogni livello riesce ad inibire i neuroni specchio. L'assuefazione ci rende insensibili. I nostri simili si confondono con le immagini virtuali; la morte e il sangue vengono rimossi dalla realtà e sembrano appartenere solo alla dimensione dello spettacolo. Intere generazioni vengono emarginate, condannate alla noia e nello stesso tempo vengono spronate ad emergere a qualunque costo, con qualunque mezzo. L'uccidere o il colpire per gioco è conseguenza inevitabile. Come se ne esce?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Succede anche qui e non la prima volta. Meglio non parlarne?

GDF

Anonimo ha detto...

Metto anche il link:
http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2014/04/28/news/aggressioni-e-fuga-folle-gioco-nelle-notti-di-pescara-vecchia-1.9125941