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01 aprile 2013

Nelle mani dei 10 saggi

Ieri ho postato due video con i discorsi dei deputati 5Stelle. Bisogna ascoltare quello che dicono per formarsi un giudizio senza cadere nei facili pregiudizi.

Molti sono preoccupati (e anche disturbati) dal loro rifiuto di far nascere un governo di centro-sinistra, ma non possiamo chiedere al nuovo movimento politico di mettersi ordinatamente al rimorchio del PD, cioè di un partito che non somiglia per niente all'harem aziendale berlusconiano, però risulta colpevole di molte omissioni.




Bersani è una brava persona e credo che i 5Stelle lo sappiano, tuttavia rappresenta la continuità in un partito che nel 2007 ha rifiutato di mettere in discussione le tre proposte di legge presentate da Grillo con 350mila firme; rappresenta un partito che non ha mai voluto ascoltare le ragionevoli proteste popolari contro il TAV, contro la base Dal Molin e altre opere inutili o dannose (ne sappiamo qualcosa anche noi abruzzesi per la questione del petrolio e dell'acqua inquinata). Il PD ha cercato di conquistare le banche e ha rinunciato a difendere l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Il Pd s'è mostrato incerto nella battaglia contro il nucleare e difende ancora la privatizzazione dei servizi pubblici (acqua compresa). Perciò una maggioranza che somma i voti del PD con quelli del M5S non può essere guidata da un uomo che proviene da quella storia. Ci vuole un estraneo. In Italia ce ne sono tanti che potrebbero fare quello che sta facendo in Sicilia il Presidente Crocetta.

Non dobbiamo pensare solo ai grandi nomi illustri come Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky o Guido Rossi. Qualche settimana fa nessuno conosceva Laura Boldrini, ma lei c'era, come c'era in Sicilia Rosario Crocetta prima che i nuovi consiglieri gli dessero la forza di fare ciò che sta facendo: abolizione enti inutili, riforma delle province, blocco del Muos. La situazione è difficile, ma le prospettive buone ci sono.

Dopo Bersani la via del cambiamento sembra aperta. La maggioranza degli italiani non riesce a vederlo perché siamo frastornati e spaventati dall'orco di Arcore che ripete a reti unificate la sua pretesa di comandare anche quando perde. Il timore di ritrovarci nuovamente con gli angelini alfani a bloccare la giustizia, le gelmini a smontare la scuola pubblica, i tremonti a cartolarizzare e svendere il patrimonio statale, gli scajoli a petrolificare i parchi e le spiagge, i brunetta a trasformare la pubblica amministrazione in un caravanserraglio di servetti obbedienti, è uno scenario da incubo. Lo è anche senza le olgettine, senza le imprese di san bertolaso, le paghette dei leghisti, le falsificazioni dei sallusti. Un Bersani che smacchia giaguari ci fa sentire protetti. Ma forse Grillo ha ragione a voler chiedere di più e a voler riaprire anche la discussione sui grandi orientamenti dell'economia.

Siamo fiduciosi. La scelta spetta al Presidente Napolitano che avrebbe potuto convocare alcune persone capaci di guardare oltre il recinto soffocante della vecchia politica, rivolgersi a coloro che potrebbero interpretare il cambiamento in atto. Io avrei messo insieme, nella consapevolezza della loro grande diversità Dario Fo ed Eugenio Scalfari, Rosario Crocetta e Luigi De Magistris, Luigi Ciotti e Roberto Saviano, Loretta Napoleoni e Diego Della Valle, Roberta De Monticelli e Massimo Fini. Napolitano sembra invece voler pescare nel recinto dei "responsabili", i sacrestani della politica che ci ha portato fin qui. Meno male che non ha pensato a Razzi e Scilipoti.



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