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25 ottobre 2012

La scienza non è stata condannata

A L'Aquila il tribunale penale ha emesso una condanna che sta creando molte polemiche. Riguarda il terremoto. Sono stati condannati gli esperti che il 31 marzo 2009 (pochi giorni prima della grande scossa sismica) si sono riuniti per dare qualche informazione alle autorità locali e alla popolazione.

Ora molti gridano allo scandalo. Il ministro Clini dice che questa condanna equivale a quella di Galileo: la scienza condannata sulla base di un pregiudizio. La Santa Inquisizione condannò Galileo sulla base di presunte verità intangibili contenute nella Sacra Bibbia, ma quale sarebbe il pregiudizio che ha condizionato i giudici aquilani? Alcuni giornali dicono che gli scienziati sono accusati di non aver saputo prevedere il terremoto: non l'hanno previsto, quindi è come se l'avessero provocato. Ma questa è una falsificazione assurda.


Gli scienziati sono stati accusati e poi condannati perché hanno dato rassicurazioni sui possibili rischi. Rassicurazioni che non avrebbero potuto dare. Infatti se i terremoti non si possono prevedere, come essi stessi affermano, avrebbero dovuto dire semplicemente: "non possumus", cioè "non possiamo rispondervi perché i terremoti non si possono prevedere; non sappiamo se queste scosse cesseranno o continueranno, se si spegneranno senza danni o culmineranno in una scossa più forte. Ognuno prenda le precauzioni che ritiene più opportune."

Questo gli scienzati seri e onesti avrebbero dovuto dire. Il terremoto avrebbe fatto le sue vittime, ma molti quella notte non sarebbero rimasti a dormire in casa. Invece qualcuno c'è rimasto solo perché aveva fiducia nelle rassicurazioni date da eminenti scienziati; solo perché aveva sentito che le energie telluriche s'erano già scaricate attraverso lo sciame. Chi è rimasto a casa ascoltando i consigli di una riunione di esperti che non aveva neanche stilato un verbale è stato truffato. Perché i giudici dovrebbero chiudere gli occhi su questo?

Certo, lo sappiamo: gli scienziati non volevano far male a nessuno; nel loro tardivo rattoppamento del verbale si sono limitati a scrivere che uno sciame sismico non è un precursore di forti scosse. Forse non ci voleva una riunione di esperti per fare questa scoperta. Quello che veniva chiesto agli scienziati era una "previsione". Avrebbero dovuto rifiutarsi di partecipare alla riunione oppure avrebbero dovuto scrivere a chiare lettere "non possiamo fare previsioni", ma in questo modo avrebbero lasciato la Protezione Civile a gestire una situazione di panico collettivo. Perciò hanno scelto di usare la loro autorità scientifica per dare una mano (non scientifica) alle autorità che chiedevano di tranquillizzare la gente. Gli scienziati così si sono messi al servizio del potere.

Non c'entra niente Galileo, egregio Ministro Clini; lo scienziato pisano non era al servizio del potere e quando pronunciò la sua triste abiura lo fece solo perché pendeva su di lui una condanna a morte. Non risulta che gli esperti chiamati a L'Aquila il 31 marzo 2009 furono minacciati da qualcuno. Se così fosse, se furono costretti ce lo dica e soprattutto ne informi i giudici. Se invece, come sembra, si sono assunti liberamente la responsabilità di rilasciare un messaggio tranquillizzante c'è poco da invocare la scienza e stracciarsi le vesti. Non possiamo accettare che avendolo fatto per ossequio al potere ora dovrebbero godere anch'essi di immunità regale. 

Non è la scienza che viene condannata a L'Aquila, e non è la scienza che dev'essere difesa, è solo una maestà, disonesta e cialtrona, che è stata lesa da giudici con la schiena dritta. La stampa invece la schiena dritta non ce l'ha, salvo poche eccezioni, e si schiera a favore del re cialtrone, dei suoi servi e contro la verità.

L' articolo di Giorgio Meletti ci ricorda che il linciaggio mediatico di chi non si prostra al potere è diventato frequente. Vi consiglio di leggere anche l'opinione di Ludovica Scarpa sugli aspetti linguistici della vicenda.

4 commenti:

nonno enio ha detto...

ma gli scienziati "faciloni" si. Io sono convinto che con un pò di buon senso e ralismo qualche vita si sarebbe potuta salvare...

Anonimo ha detto...

Al Pollino, dopo due anni di sciame sismico...è arrivato il terremoto!
Fortunatamente non ci sono state vittime, ma le persone cosa avrebbero dovuto fare? Dormire e risiedere fuori casa per due anni aspettando il terremoto? Cosa devono fare le persone che risiedono in zone sismiche?Non pensi che all'Aquila, caro Tom, se le case fossero state fatte come dovevano, certamente non si sarebbero " sciolte" come il burro sul fuoco? E' trovare un " capro espiatorio" quello di incolpare chi invece non è un mago! Perchè la stampa internazionale sta ancora ridendo su questa sentenza? Non ti sembra che, come al solito, si vuole punire una certa classe politica?

Luciano Pellegrini

Tom P. ha detto...

A me non sembra che si voglia punire una certa classe politica, anche perché non vedo alcun politico tra i condannati. Vedo esperti e scienziati di chiara fama come Enzo Boschi, i quali non hanno previsto il terremoto perché non dovevano e non potevano prevederlo. E' chiaro che se ci raccontiamo che l'Italia condanna gli scienziati solo per questo, facciamo ridere il mondo. Sembra che vogliamo perseguitare la scienza, come ai tempi di Galileo, o che pretendiamo dalla scienza ciò che non potrebbe darci.

In realtà basta chiedere agli aquilani che quella notte sono rientrati nelle case per capire che le cose sono andate diversamente.

Provo a raccontarla con un esempio: tu ed io andiamo a farci una passeggiata sui sentieri di montagna e vediamo che c'è un ponte di corde sospeso su un precipizio. Ritenendo che io sia esperto di quella zona dove tu non sei mai stato mi chiedi rassicurazioni ("quel ponte è abbastanza solido? regge il peso di una persona? o sono corde ormai logore e fragili?") e io ti dico: "stai, tranquillo, vai e non ci pensare". Poi quando il ponte si rompe e tu ti sei fatto male mi giustifico con la mia impossibilità di darti informazioni su qualcosa che non conosco perché non ero mai passato da quelle parti e nessuno mi aveva mai parlato di quel ponte.

Che diresti? che come guida alpina devo essere obbligatoriamente assolto altrimenti stiamo perseguitando le guide alpine? che sono esente da colpe perché non sono guida alpina e non so niente di ponti? che è una congiura politica perché ho un amico in politica? oppure mi diresti semplicemente che in mancanza di informazioni dovevo dirti: stai attento che non so se il ponte può reggere? In certi casi poi basta tacere.

Ora tu mi chiedi: ma senza informazioni che si fa? cosa devono fare i residenti in una zona dove lo sciame sismico dura mesi e mesi? cosa faccio davanti al ponte di corde che potrebbe reggere o potrebbe cedere? Questo io non lo so. Si chiamano rischi. Penso che tra le persone c'è chi ha più coraggio e rischia, chi è più prudente e s'allontana, ma di sicuro nessuno può giocare a dare rassicurazioni rispetto ad un grave rischio senza un adeguato fondamento.

Il fatto che quella riunione di esperti s'era conclusa senza verbale, mi fa pensare che tra loro c'era anche chi non voleva esprimersi e quindi non ha colpe personali. Però non è riuscito ad impedire che da lì partisse una comunicazione rassicurante che poi è stata diffusa ampiamente. E come ha raccontato il prof. Boschi, il verbale è stato sistemato dopo. Ma a certi livelli anche la leggerezza comporta serie responsabilità e chi opera a quei livelli dovrebbe saperlo. La leggerezza è stata condannata, non la scienza e nemmeno la politica.

Anonimo ha detto...

chiara ed esaustiva risposta...

luciano Pelelgrini