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24 maggio 2012

Terremoti gasati e privatizzati

Il terremoto in Emilia è stato un gran disastro nonostante la fortuna di aver causato poche vittime. Ci sono molte industrie con i capannoni distrutti, gli impianti bloccati, gli uffici devastati, gli automezzi fermi... se non interviene la collettività (cioè lo Stato) molti lavoratori resteranno a carico della Cassa Integrazione INPS per lunghissimo tempo e si aggiungeranno al gran numero di disoccupati generato dalla crisi economica. I lavoratori che non possono lavorare producono altra crisi perché non c'è spreco più grande. Tuttavia l'orientamento del governo Monti ritiene che lo Stato non deve più farsi carico delle spese di ricostruzione (ne abbiamo già parlato qui). Alle calamità naturali si dovrà far fronte con le assicurazioni private che al momento non ci sono. E' una buona scelta? bisognerebbe almeno discuterne perché si tratta di una scelta politica fondamentale.

Aggiungiamoci poi che qualcuno sta sollevando un dubbio sull'origine "naturale" del terremoto in Emilia. Non voglio alimentare i complottismi o le dietrologie, ma vi invito a leggere questo articolo. Per chi volesse approfondire la questione consiglio, come al solito, di leggere il blog della prof.ssa D'Orsogna, sempre ben documentato, dove il possibile nesso tra estrazioni e movimenti sismici è stato affrontato più volte:
anche per il caso Texas, e per lo stoccaggio di gas a San Martino sulla Marrucina, nonché per il problemi legati alla pericolosa tecnica del fracking.

La geologia è una scienza complessa e credo che non possa darci certezze al riguardo, però a me sembra difficile che l'estrazione di enormi quantitativi di greggio e di gas dal sottosuolo possa restare senza alcuna conseguenza. E finché certezze non ci sono si deve applicare sempre un principio di precauzione. 

Se saranno i privati cittadini a dover subire le conseguenze (umane e ora anche economiche) credo che sia necessario dar loro un maggior peso nelle decisioni. Invece accade il contrario. La decisione di avviare estrazioni di gas nei pressi della diga del Lago di Bomba è stata presa in tavoli riservatissimi. Il progetto s'è fermato un mese fa per un parere contrario espresso dal comitato di V.I.A., ma ora quel provvedimento è stato impugnato e sospeso dal T.A.R. e tutto torna a inabissarsi nei meandri della burocrazia e delle doppiezze politiche. Per saperne qualcosa c'è solo il preziosissimo blog della prof.ssa D'Orsogna che non finiremo mai di ringraziare.

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