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06 agosto 2011

La sirena del petrolio

La bagnante cosparsa di petrolio, ninfa bituminosa di un esotico Mar delle Trivelle. E' l'ultima trovata per svegliare la gente sulla devastante trasformazione del mare. L'Adriatico è preso d'assalto dai petrolieri mentre la gente dorme rassicurata dall'idea che il Centro-Oli non fa più. Qualche pozzetto, forse. La realtà è ben diversa: tutto l'Adriatico sta per diventare un Mar delle Trivelle. C'è il rischio di distruzione anche per le zone marine protette, come quella delle Isole Tremiti.

La resistenza spontanea delle persone più sensibili e consapevoli non può reggere in perpetuo. Per attirare l'attenzione sul problema c'è stato il grande concerto di Lucio Dalla, le catene umane lungo le spiagge (foto), biciclettate, barcolate, domenica prossima a Ortona ci sarà una nuotata ecologica e c'è anche la fondazione Surfrider che ha pubblicato un calendario con le modelle vestite di petrolio. Un costume nero che non si sfila, s'incolla, sporca, avvelena... ma l'avvenenza delle ragazze da calendario rischia di sortire l'effetto contrario facendo diventare sexy pure il petrolio. Non si sa più che fare per svegliare la gente.

Il problema invece è molto serio e ci riguarda direttamente come abruzzesi e come teatini, perché la Costa Teatina, la magnifica "costa dei trabocchi", è la zona che rischia di essere più martoriata. La Goletta Verde ha già segnalato molti problemi. Se vogliamo promuovere un po' di turismo balneare dobbiamo risolvere quei problemi, non aggravarli in modo irreversibile col flagello del petrolio.

La regione Puglia sta cercando di difendersi con ricorsi al TAR e proposte di legge.  L'Abruzzo no, non si difende. A giugno il Consiglio Regionale ha votato sulla questione rifiutando di seguire l'esempio pugliese: l'Abruzzo non aderirà ai ricorso, lo farà solo il comune di Vasto. Evidentemente per i nostri rappresentanti al Consiglio Regionale  (leggetevi i nomi per evitare di votarli la prossima volta)  il petrolio è una buona cosa, la "costa dei trabocchi" può diventare una costa delle trivelle. Si distruggerà il turismo balneare, si annienterà quel poco che resta della pesca, dovremo dimenticare le antiche e sane abitudini alimentari (brodetti e frutti di mare) e tutto questo non renderà niente all'economia e al lavoro perché le royalties sono le più basse del mondo (in mare il 4% invece del 35 o 45% di altre zone) e da noi i petrolieri godono anche di una "franchigia", possono estrarre una certa quantità gratis. In più, sembra pazzesco ma è davvero così, nessuno li controlla, quindi possono estrarre quello che vogliono e dichiarare quello che vogliono. Una pacchia a nostre spese e a nostro danno. Perciò arrivano da lontano le varie Petroceltic, Forest Oil, adesso è arrivata una compagnia inglese dal nome molto significativo: Spectrum.I signori della Spectrum vogliono effettuare ricerche su tutto il litorale adriatico utilizzando tecniche "sismiche". Che bello! e che divertimento per i pesci! Non c'è mica un "impatto ambientale"?

Bisogna difendere la nostra terra, il nostro mare, le nostre limitate ricchezze. Limiti precisi, severi, controlli veri e prezzi adeguati al valore di quello che ci lasciamo portare via. Invece niente di tutto questo, anzi adesso arrivano anche le norme “ad trivellam”, fatte apposta per riaprire  le maglie dei divieti che erano stati imposti dopo lo choc provocato dal disastro del Golfo del Messico.
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In Abruzzo non abbiamo bisogno di "norme ad trivellam" perché l'Abruzzo non si oppone al petrolio, anzi vuole accogliere i petrolieri a braccia aperte, trivellando anche sotto la diga del Lago di Bomba. Molti giornali sostengono la petrolizzazione, attirati dalla seducente sirena del calendario. Gli esponenti della giunta regionale sembrano preoccupati del contrario, cioè del Parco della Costa Teatina che potrebbe costituire un ostacolo alle attività petrolifere. La sirena esibisce illusorie "royalties" in una danza seducente che evoca sceicchi arabi e petrodollari, ma divorerà fino alle ossa le sue disperate vittime.

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