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31 luglio 2011

L'avvocato di Matteotti

Leggo su PrimaDaNoi delle difficoltà che incontrano gli eredi per dare una buona collocazione alla biblioteca del defunto avvocato Galliano Magno. Conosco il tipo di problema perché l'anno scorso mi sono occupato di un caso simile, ma non sapevo nulla dell'avvocato Magno. Non sapevo che era stato un protagonista del processo Matteotti, come difensore della parte civile, e soprattutto non sapevo che aveva esercitato la professione a Chieti finché non fu "costretto a fare fagotto e ad abbandonare Chieti" a causa delle violenze a cui fu sottosposto dai fascisti.

Sappiamo tutti che il processo Matteotti fu celebrato a Chieti per una scelta del regime che vedeva in questa "città della camomilla" una garanzia di buon insabbiamento, però solo le vicende personali, come questa dell'avvocato Galliano Magno, ci permettono di rientrare nel clima dell'epoca e nei suoi drammi. Sono conoscenze importanti, servono a fugare i malintesi, perché altrimenti "città della camomilla" potrebbe far pensare ad un posto tranquillo dove ogni avvocato esercita la propria professione senza turbative di alcun tipo e magari può anche difendere i diritti di una vedova senza subire ritorsioni e aggressioni.

Il turpe processo agli assassini di Matteotti è stato celebrato nel Palazzo di Giustizia di piazza San Giustino. L'Aula di Corte d'Assise è stata intitolata a Giacomo Matteotti con un provvedimento di pochi mesi fa. Il prossimo 7 ottobre ci sarà la cerimonia ufficiale. Sarebbe bello che in questa occasione Chieti potesse recuperare anche la biblioteca dell'avv. Galliano Magno, collocandola magari proprio in una stanza del Palazzo di Giustizia, con tutti gli atti e le lettere di quello storico processo. Sarebbe bello per la città e anche per la memoria di un avvocato ingiustamente allontanato da Chieti.

Come potete leggere nei commenti all'articolo di PrimaDaNoi, le richieste già rivolte all'amministrazione civica di Chieti dagli eredi dell'avvocato Galliano Magno sono rimaste senza risposta. Perciò la mia proposta è quella di sollecitare gli avvocati del Foro teatino, i magistrati e le associazioni culturali della città. Credo che sia necessario sollecitare anche il sindaco e l'amministrazione comunale affinché Chieti si impegni per un definitivo riscatto della propria immagine. Occorre fugare definitivamente il sospetto di nascondere nel torpore di camomilla un cupo e ottuso arroccamento di fascisti.

Per farlo non bastano le targhe e le intitolazioni, ma servono anche queste formalità. In tempi di crisi economica, di scollamento della politica dalla vita sociale e di tensioni generate dai flussi migratori, occorre scongiurare ogni tentazione di scorciatoie violente, ogni voglia di soluzioni drastiche, ogni regressione dei diritti di democrazia. La memoria degli errori (ed orrori) del passato può salvarci.

8 commenti:

whynot ha detto...

è la prima proposta organica che si sente sull'argomento: Chieti, grazie a questa comunicazione passa da mero "contenitore" , in quanto città inerte e disinteressata, a parte attiva con il suo Foro. Uno dei suoi avvocati accettò, senza essere un parlamentare socialista come l'avv. Modigliani con le relative protezioni, di fronteggiare il regime , nell'epoca più dura della dittatura. Si accollo la responsabilità di istruire la difesa contro il regime e Mussolini, fu bastonato, purgato più volte, rischiò di essere radiato dall'albo, ma disse in udienza che stava partecipando a un processo burla e pagò per questo. Forse l'Abruzzo deve qualcosa a chi ne ha onorato l'immagine:almeno la memoria.Speriamo in un guizzo finale delle nostre inerti amministrazioni, mentre in tutta Italia, e in Polesine in particolare, sono usciti numerosi articoli sull'argomento, perfino il sindaco di Taverna (CZ) si è offerto di ospitare momentaneamente la biblioteca in una sala lettura intitolata all'avv. Magno. Dall'abruzzo solo parole senza un seguito

whynot ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
whynot ha detto...

http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=123478&Edizione=9&A=20110904

whynot ha detto...

Dalla Gazzetta del Sud


I volumi dell'avv. Magno giungeranno in città?


Alessandra Torchia
Taverna
Il patrimonio librario dell'avvocato pescarese, Pasquale Galliano Magno, noto alle cronache per essere stato il difensore della vedova di Giacomo Matteotti, potrebbe essere ospitato nella cittadina pretiana.
Alla notizia della mancanza di "acquirenti" interessati all'intera collezione di libri dell'avvocato, tra cui si annoverano anche i documenti relativi al Processo Matteotti, è intervenuto in prima persona il sindaco di Taverna, Eugenio Canino, che ha dichiarato la propria disponibilità ad accogliere e ospitare, per ora a titolo gratuito, il patrimonio librario del giurista nonché ad intitolargli una sala lettura. La cittadina presilana è, dunque, il primo comune in Italia ad aver manifestato interesse per la biblioteca del procuratore che difese Velia Titta, vedova Matteotti, nel processo che si tenne a Chieti nel 1926.

Tom ha detto...

Grazie a Whynot per le informazioni. Una sede è stata trovata. Avrei preferito Chieti.

whynot ha detto...

Grazie per il cortese
riscontro,Anche noi preferiremmo Chieti ;posso aggiornarvi infatti in merito alla situazione che di collocazioni ne avremmo trovate già diverse e a diverso titolo. Ne pubblico solo una, ma ce ne sono anche altre. Nessuna però proviene dal nostro Abruzzo e questo fa un po' male....
Anche il sindaco Resini di Fratta Polesine è pronto ad accogliere la biblioteca, e perfino il PSI di Rovigo scrive quanto segue sull'Avv. Galliano Magno
"....., la ringrazio della sua cortese comunicazione del 13.8 u.s. in risposta alla mia dell'8/8 che ho indirizzato presso ........Pescara in quanto non a conoscenza del suo esatto indirizzo. Condivido pienamente le sue considerazioni sulla statura umana e giuridica dell'Avv. Galliano Magno come non posso sottacere la coerenza ed il coraggio dimostrati in quel frangente difficile e delicato. Nell'indirizzarle la mia precedente pensavo alla possibilità di poter scorporare il materiale storico riguardante Giacomo Matteotti, Velia Titta ed il processo di Chieti dall'ingente patrimonio librario dello Studio Magno. Sono a confermarle questo particolare interesse e ad anticiparle che il PSI di Rovigo è disponibile a sostenere, eventualmente, le spese necessarie al trasferimento presso la Casa Museo di Fratta Pol. di tutto questo materiale. Del resto anche il solo inserimento di tale documentazione, di questo importante capitolo di storia legato ai valori di "rettitudine e di umanità" di suo suocero, potrebbe rappresentare occasione utile alla esaltazione della sua figura, proprio perchè inserito organicamente nella vicenda matteottiana di cui sarà espressione la Casa Museo di prossima inaugurazione. Oltre a questo, come espressione del PSI di Rovigo, che già ha provveduto a donare alla Casa Museo la Biblioteca Popolare già appartenuta alla famiglia Matteotti e la biblioteca appartenuta al figlio Matteo in nostra disponibilità, non potremo fare. Resto in attesa di un suo cortese cenno di risposta, la ringrazio della sua cortesia e la saluto cordialmente. Riccardo Mantovani - Segretario Provinciale PSI di Rovigo"
Riflettiamo. Ci saranno nuovi sviluppi, credo, e vi terremo informati, nel rispetto dei molti che hanno mostrato interesse,e scusandoci con i pochi che privilegiano i concorsi con le Miss e le sagre della porchetta, per lo più pubblici amministratori

whynot ha detto...

In Italia si continua, e autorevolmente, a parlarne :
Corriere della Sera http://www.corriere.it/cultura/12_febbraio_14/fallai-matteotti-delitto-beffa_

Elio Lannutti e la sua interpellanza parlamentare
http://www.eliolannutti.it/blog/2011/12/pescara-biblioteca-avv-magno/
qualche blog http://www.studiodostuni.it/sections/article.php?id_a=2118
A Chieti, il silenzio delle istituzioni e dell'avvocatura, perfino durante l'inaugurazione dell'aula dedicata a Matteotti.
Sarà utile commentare?

Tom P. ha detto...

Grazie per l'aggiornamento.

Ormai questa è una pagina d'archivio, ma riproporrò la questione anche in prima pagina.

Il link al Corriere probabilmente è incompleto, conduce ad una pagina inesistente