Pagine

07 giugno 2010

Terremoto delle case e dei diritti

I danni del terremoto sono in gran parte ancora in attesa di qualche intervento: sulla piazza San Giustino (che ora si chiama San Giustino) ci sono lesioni alla cattedrale, al municipio, al palazzo di Giustizia e gli alunni di istituti come il Liceo Masci sono ancora esposti a gravi rischi. Unica consolazione: c'è chi sta peggio.

Sono andato a vedere il film di Sabina Guzzanti. Pensavo di poter rivedere un po' di quella satira che non c'è più in televisione. Invece Draquila non è un film, non c'è nessuna gag, nessuna satira. Solo un documentario che racconta il dopo-terremoto.

Sabina Guzzanti quasi non parla. La si vede in alcuni momenti mentre ascolta e ci fa ascoltare la voce degli aquilani. Il suo documentario è confezionato con la chiarezza e la sobrietà della vecchia Rai, nello stile di Sergio Zavoli.




Nel film ci sono persone vere con le loro esperienze che diventano emblematiche: il prof. Colapietra che è riuscito a restare nella propria casa; il geometra che vorrebbe riparare le lesioni della casa di cui è proprietario per poterci tornare a vivere, ma non gli è permesso neanche di entrare; il padre che racconta le ultime parole, quasi profetiche, della sua bambina inghiottita dal terremoto; poi ci sono le famiglie che mostrano le case nuove, perfettamente arredate e corredate. Alcuni si sentono miracolati e lo raccontano alla Guzzanti. Non c'è polemica e non c'è propaganda. Semplicemente un esempio di ottimo giornalismo. Proposto con la massima serietà.

Bisogna pagare il biglietto del cinema per avere le normali informazioni che in passato potevamo avere dalla televisione. E' probabile che anche Maria Luisa Busi dovremo rivederla al cinema. La sua lettera di dimissioni potete leggerla qui (ci sono anche i servizi su L'Aquila che il direttorissimo del TG1 non ha voluto trasmettere). Probabilmente verranno a dirci che anche la Busi è una fanatica comunista, come Enzo Biagi, come Indro Montanelli., chi non è allineato è comunista o catto-comunista o disturbato mentale.

A differenza di altre inchieste tendenti a far emergere aspetti parziali del dramma aquilano (per esempio la disintegrazione del tessuto sociale o la spettacolarizzazione dell'intervento statale) il documentario della Guzzanti tenta di ricostruire l'insieme recuperando diversi tasselli del mosaico. Restano zone d'ombra e molte informazioni sono coperte da un ambiguo "segreto di stato". Sicuramente è falsa la versione di chi vorrebbe farci credere che una "cricca" di malfattori si è insinuata clandestinamente nei lavori della Protezione Civile. La sospensione di regole e di controlli ben coordinata con un gioco di ordinanze vere e di ordinanze fantasma non possono essere opera di appaltatori. Il sistema di gestione delle emergenze e dei grandi eventi non è imputabile alla "cricca". Dunque si conferma l'impressione che a L'Aquila sia stato effettuato un esperimento di Shock Economy. La lettura del libro di Naomi Klein è indispensabile: prima dell'arrivo di nuove emergenze.


3 commenti:

@enio ha detto...

basta mettere maono al portafoglio come abbiamo dovuto fare noi, 10 mila euro a testa, in 4 mesetti si risistema tutto dal cornicione alle imbracature dei muri perimetrali. Se si aspettano che i soldi arrivino dal "cielo" (leggi Roma)come si è abituati oggi a fare in Italia, le cose rimarranno così in eterno.

Anonimo ha detto...

Non so se l'hai capito o no ma a L'Aquila è vietato fare da sè. I proprietari non possono neanche rientrare nelle case, di fatto sono stati espropriati senza procedura di esproprio. C'è solo l'ordinanza, zona rossa, nessuno sa quando finsce.

Francesco C.

nonno enio ha detto...

all'Aquila si è già fortunati se non si sta più sotto le tende e questo è risaputo... ma ti ricordo che il detto aiutati che dio ti aiuta è ancora in vigore... in Friuli si sono rimboccate le maniche e hanno fatto molto da loro stessi...Adesso che lo stato centrale ha demandato agli organi politici locali, invece di elemosinare e piangere miseria chiedete a loro, che avete votato, che facciano... riinvestite un pò di quei soldi che avete accumulato con affitti in nero di studenti che loro malgrado erano costretti dalle esigenze a stare lì...