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06 aprile 2010

La notte della memoria

Questa è la notte della memoria. Un anno fa la scossa che ha distrutto il capoluogo abruzzese. Questa notte le candele sono accese per ricordare le vittime: gli aquilani e gli studenti.

Poco fa il programma Rai "Chi l'ha visto" ha trasmesso le interviste di Fabrizio Franceschelli agli anziani che ancora vivono negli alberghi di Roseto, Silvi, Montesilvano. Ha mostrato anche la nuova glaciale periferia di una città che non c'è più.

In questo lunghissimo anno L'Aquila ha visto tutto: dalla grande organizzazione dei soccorsi alle costose celebrazioni del G8, dalla dispersione dei suoi abitanti alla militarizzazione delle tendopoli, dalla celebrazione dell'efficienza della Protezione Civile allo scandalo della cricca che se la rideva fin dai primi minuti.

Quante volte L'Aquila è stata colpita? dalle mancate prevenzioni alle false rassicurazioni; dalla retorica propagandistica alla speculazione organizzata; dagli appalti affidati ad imprese mafiose alle tasse rinviate e mai cancellate; domenica scorsa è stata colpita anche la voglia aquilana di rinascere e ora, mentre i corrotti rivendicano il loro diritto di non essere inquisiti né intercettati, sul banco degli accusati ci vanno le vittime e le loro carriole sovversive.

La candela è accesa per la memoria e anche per la dignità aquilana.




Anche a Chieti molti palazzi recano ancora i segni di quella notte. La settimana scorsa gli studenti del Liceo Scientifico hanno manifestato per segnalare il problema della loro sede che continua ad essere utilizzata nonostante i pericoli riscontrati. I grandi scatoloni vuoti del Villaggio Mediterraneo non potrebbero ospitare il Liceo Scientifico? è mai possibile che la vita dei ragazzi dev'essere messa in pericolo solo per una questione di sciocca discriminazione tra la parte alta e la parte bassa della città?

[immagine e video da www.ilcapoluogo.it]

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli studenti del Liceo Scientifico hanno manifestato con una pseudo occupazione voluta dal Dirigente De Lucia per richiamare l'attenzione degli organi istituzionali, Provincia, Comune Prefettura. I ragazzi loro malgrado sono stati strumenti del Preside, loro all'occupazione non ci pensavano affatto. Se fanno un giorno di sciopero hanno richiami, ammonizioni ed altri provvedimenti disciplinari, per l'occupazione del Liceo voluta dal Preside non hanno avutonessuna ritorsione disciplinare.

Tom P. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Tom P. ha detto...

Chi scrive senza metterci una firma, una sigla o uno pseudonimo probabilmente si è già dato un giudizio: indegno di firma e quindi anche di risposta.

Solo per altri lettori voglio dire che il commento dell'anonimo parla di un preside consapevole del rischio e capace di valutare in concreto gli studenti.

In un paese responsabile tutti i presidi dovrebbero comportarsi così e non fare quello che hanno fatto a San Giuliano, ignorando rischi e cautele. Là morirono anche i figli di chi era responsabile degli edifici e aveva preso le cose alla leggera.

Non so come si faccia a tralasciare completamente un problema di tale gravità, dove si dovrebbe essere tutti concordi: studenti, docenti, genitori e ovviamente anche il preside e non dovrebbero mancare i responsabili delle istutuzioni (è solo questo lo scandalo) per dire che i ragazzi sono "strumenti del preside". Strumenti di che? di un impegno per salvaguardare la vita? ma allora, se davvero fosse stata solo una iniziativa del preside, direi che è stata una buona lezione data agli studenti, una lezione di impegno civile e di attenzione per il vero bene della vita.