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24 marzo 2010

Libertà di informazione

Giovedi 25 marzo
un'occasione per ricordare anche a noi stessi che il diritto di parlare non si toglie neanche al peggior nemico.

La politica non è una guerra di bande. La politica è parola, discussione, confronto. Il divieto di parlare di politica in periodo elettorale è un paradosso che sarebbe inaccettabile perfino nella Repubblica delle Banane.

Non accettiamolo. Raduniamoci davanti alla TV libera presso il Largo dei Martiri della Libertà (c.so Marrucino, Cassa di Risparmio)




Mario Monicelli:
gli italiani sono fatti così: vogliono che qualcuno pensi per loro...
abbiamo perso completamente orgoglio e dignità...
tutti pronti a chinare il capo, mantenere il posto, guadagnare, sopraffarci, intrallazzare...
generazione corrotta, malata...
mai avere la speranza, la speranza è una trappola, è una cosa infame inventata da chi comanda...
una bella rivoluzione, rivoluzione, che non c'è mai stata in Italia...
ci vuole qualche cosa che riscatti veramente questo popolo...
il riscatto non è una cosa semplice, è doloroso, esige anche dei sacrifici...

Gillo Dorfles:
la vita di tutti i giorni e la società in cui viviamo è contraffatta...
siamo circondati da fattoidi e non da fatti...
per mantenere la coscienza occorre fare continuamente i confronti con la realtà...

Milena Gabanelli:
il clima è da caccia alle streghe...
siamo sull'orlo di una sconfitta civile...
perché è il paese che accetta o non comprende la portata di mosse scriteriate che ci ridicolizzano agli occhi del mondo...
domenica si va a votare: voi avete un'idea dei programmi dei candidati governatori e dei sindaci e di quali altri incarichi hanno?
non si è fornita ai cittadini la possibilità di formarsi una libera opinione, ma al cittadino non frega granché, perché ce l'ha già, e non tollera che venga messa in discussione la sua convinzione. Questo perché nel nostro paese la critica non è considerata un valore
e questo giustifica e spiega la ragione per cui non è compresa la gravità della prevaricazione.
E' una consapevolezza che non si improvvisa, ma è un esercizio quotidiano e non si può delegare ai giornalisti o ai politici

Milena Gabanelli spiega l'importanza della critica citando le parole di suo padre (anticomunista convinto e democristiano praticante) che negli anni sessanta diceva:
"il giorno in cui ai comunisti mancherà un voto per continuare a fare opposizione dura, quel voto sarà il mio"
Avere qualcuno alle calcagna che ti controlla e ti critica serve a mantenere la democrazia e a farla crescere.

Ho memorie molto simili a quella di Milena Gabanelli, sono cresciuto anch'io negli anni sessanta e sono anch'io figlio di un anticomunista convinto che ha sempre votato per la democrazia cristiana, conservando la consapevolezza dell'importanza fondamentale dei diritti di libertà e di critica che vanno difesi anche nei confronti dell'avversario di cui si ha timore. Anch'io vorrei fare tutto il possibile per trasferire questo principio nel mio lavoro e per lasciarlo come modello in eredità ai mei figli. Anch'io voglio poterlo fare sapendo che è normale e non eroico rifiutarsi di calpestare ciò in cui si crede.