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06 dicembre 2009

Tra cabale e spettri

La capitale ieri è stata invasa da una marea di persone. Un milione secondo molti giornali, di più secondo gli organizzatori, ma anche se fosse stata solo la metà o solo quei 350.000 già aggregati dai blog è comunque un popolo che si è mosso con treni, pulmann, auto e perfino una nave. Migliaia di correnti umane animate da speranzosa creatività. Migliaia di storie da raccontare su cui unvece è caduto il veto dell'autorità. Il silenzio imposto alla Tv di Stato (neanche il TG3 ha potuto fare una diretta nonostante le richieste del direttore) è una censura che basta da sola a confermare le ragioni degli organizzatori del popolo viola. Che cos'è un direttore di giornale che non può decidere di cosa trattare?

Alcune foto sono qui. La creatività dei blogger ha vestito la manifestazione di colore viola. Qualche kapò del regime mediatico ora se la prende con RadioNews24 che è stata l'unica a seguire la manifestazione, violando l'imposizione del silenzio. Ma non era di questo che volevo parlare perché non è nel tema del mio blog. Lo faccio perché vedo che anche la diversa manifestazione dei giorni scorsi a Chieti è scivolata nel silenzio. Era una manifestazione per il lavoro a cui sono seguite solo polemiche sui numeri: 5000 partecipanti, duemila, forse solo qualche centinaio. Polemiche ricorrenti visto che perfino al Chocofestival l'unico tema sembrava quello del numero.

NUMERI

La mania dei numeri rischia di oscurare la realtà. Ultimamente c'è perfino chi si dedica alla contabilità delle vittime delle persecuzioni nazi-fasciste e qualche discordanza di numeri basta per pensare che sia necessario riscrivere la storia, magari per capovolgere i valori.

Cosa c'è dietro la cabala dei numeri? c'è la vita delle persone. Se parliamo di lavoro c'è la tuta, il camice, il fango sugli stivali del contadino, il grasso sulle mani callose dell'operaio, la bottega del barbiere e quella del fornaio. Il lavoro è il profumo della vita. Se manca si comincia a sentire il silenzio, non quello religioso di chi si pone in ascolto della coscienza, non la riflessione dello studioso, ma il silenzio degli spettri: la disoccupazione, l'emarginazione, la miseria, la fame, l'inutilità, l'indegnità, il nodo alla gola...

Queste disgrazie arrivano nascostamente, colpiscono qualcuno mentre gli altri corrono a fare shopping, sono distratti dai rumori delle auto, dai clamori della televisione, dalle suonerie dei cellulari.

SPETTRI

Anche gli spettri assassini che davano la caccia all'ebreo, all'omosessuale, al rom, agivano nell'ombra, mentre la gente era distratta da altri problemi e paure. "L'hanno portato via? arrestato? ci sarà un motivo", "Stefano Cucchi, ammazzato di botte in una cella, vabbé succede", "Ha perso il lavoro? disoccupato? licenziato? forse era un fannullone o un incapace, peggio per lui", così la coscienza tace, almeno finché il male non arriva a toccarci personalmente.

Per le coscienze ancora deste non servono i numeri, anche la sofferenza di uno solo deve richiamare l'attenzione. Il male si combatte quando è piccolo, quando inizia a formarsi. Altrimenti cresce e poi lo vedi apparire ovunque, come una folla di spettri.

I nostri nonni conoscevano quegli spettri, li avevano visti in faccia uno per uno: miseria, fame, malattia, violenza, paura. Erano fuggiti come emigranti verso terre lontane e quelli che erano rimasti, appena usciti dalle macerie della guerra, vollero scrivere in cima alla Costituzione della Repubblica Italiana "fondata sul lavoro". Quella parola sta là come il corno dietro la porta, serve a scacciare gli spettri. Non è una superstizione perché il lavoro è la base di ogni comunità umana, di ogni sistema economico. Tutto il resto è secondario perchè viene dal lavoro.

Nell'onda umana colorata di viola alcuni hanno portato la Costituzione come simbolo e bandiera, accanto all'agenda rossa del giudice Borsellino. La Costituzione ci ha regalato decenni di democrazia, di pace e di benessere. Gli stessi valori per i quali hanno dato la vita i magistrati e i poliziotti antimafia. Gli stessi valori che molti italiani vorrebbero ritrovare in un clima di legalità, onestà e rispetto dei meriti.

Tutti gli uomini di buona volontà oggi guardano verso Copenaghen, perché là si decide sul futuro della razza umana. In Abruzzo stiamo combattendo una battaglia che va nella stessa direzione, uno scontro tra i giganti del petrolio e le mani nude di alcuni piccoli davidi che caricano le loro fionde con ricorsi, osservazioni, lettere, articoli, petizioni... una battaglia che si potrebbe combattere con entusiasmo e vigore perché tutti sappiamo quanto è importante salvare il nostro Abruzzo, la regione verde d'Europa, dove mare e montagne quasi si toccano. Ma è difficile farlo in questa situazione di crollo generale di tutte le regole e di tutti i valori, dove, come scrive Pier Luigi Celli, dirigenti e manager hanno lo spirito di Don Abbondio.

1 commento:

@enio ha detto...

nella nostra italietta succede un po quello che succedeva sul Titanic prima di affondare, quando tutti tranquillamente ballavano e brindavano. Il radar segnala l'iceberg della crisi, il radar è l'Istat che segnala raggiunto il numero di due milioni di disoccupati e non compresi nel numero i più disperati, quelli che non cercano più un lavoro e sono registrati come "inattivi". Però, non manca la fantasia a questi economisti nostrani del capitalismo della II Repubblica! Gli operai espulsi dal ciclo produttivo sono considerati esuberi, si, come il latte che bollendo tracima dalla pentola... e noitutti, i giornali e i vari TG a occuparsi di cazzate, se fini è nel PDL o ne dovrebbe essere scacciato, che a Roma c'erano 90 mila persone, come asserisce la polizia, o tredici milioni,come dichiarano i bloggers, se spatuzza, reo di 6 stragi e 40 omicidi si è pentito per fare un opera di bene ( o di pene)o per evitare il carcere duro a vita... loro, i politici, ti rispondono che l'Italia sta andando bene e che i 2000 operai, in odore di licenziamento, quelli di Termini Imerese confrontati con i 2 milioni sono una percentuale irrisoria... questa è l'Italia di oggi, gossip e nulla più, salvo incazzarsi e ritenersi abbandonati dalle istituzioni se ci fanno l'inceneritore a due passi da casa o ci trivellano l'Adriatico, in più punti, davanti ad Ortona... ultimamente di cose che non vanno ce ne sono parecchie... l'opposizione è assente, si identifica con i girotondini della rete come ieri si identificavano con i grillini o nel PCI, l'unica cosa che si evince e che, chi non conosce crisi è l'affiliazione a un partito politic. ormai siamo a livello di fede calcistica e ci si aspetta che da un momento all'altro il nostro centravanti faccia un gol... parole, parole, parole, buttate quà e là, spesso a casaccio, per ricordarci il nostro gruppo di appartenenza... demandiamo tutto agli altri, al partito al sindacato ai PM... e se berlusconi avesse ragione e di pietro torto ? Speriamo solo che il Transatlantico non faccia la fine del Titanic, dentro si discute azzuffandosi e fuori si avvicina minaccioso l'iceberg della crisi...