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10 dicembre 2009

Le fonti del lavoro

Non so cosa pensano i miei lettori, ma credo che non ci interessa partecipare al totosindaco e ancor meno al toto-candidato-sindaco già iniziato in vista della prossima competizione elettorale. Ci interessa piuttosto capire se esiste la possibilità di riattivare l'anima della città. I due articoli precedenti fanno da premessa ad alcune proposte che farò. Riguardano il lavoro (nel senso che ho già spiegato), l'economia e i nostri stili di vita, dunque riguardano Chieti e non solo. Sono proposte che guardano lontano, ma possono cominciare anche subito e, soprattutto, dal basso, dalle piccole cose.

Cominceremo dal turismo.


E' possibile rilanciare Chieti e soprattutto il suo centro storico con la promozione turistica? Molti ne parlano con grande facilità e disinvoltura come se il turista fosse un gonzo che gironzola tra la Villa e San Giustino comprando qualunque cosa, basta qualche specchietto per farlo arrivare: Giochi del mediterraneo, Festivalbar, Stellario, due pietre antiche, un opuscoletto.

Una cosa mi pare certa: il turismo vacanziero e spendaccione non prenderà mai in considerazione un posto come Chieti: non abbiamo spiagge, parchi di divertimento o villaggi vacanze. Il turismo culturale, se c'è, non porterà mai Chieti al livello di Assisi, Firenze o Pompei. Se poi vogliamo pensare semplicemente ad una famiglia media che decide di partire da Campobasso o da Macerata per passare una domenica a Chieti possiamo già immaginarcela mentre torna a casa imprecando sulle difficoltà che avrà incontrato per trovare un parcheggio o per camminare sui nostri marciapiedi sempre invasi da vetture in sosta selvaggia. Perciò inventarsi attrattive estemporanee per forestieri che se ne andranno come al solito infastiditi e delusi, non è utile a nessuno.

Forse il turismo a Chieti non sarà mai un settore importante, tuttavia qualcosa si potrebbe fare, purché si smetta di pensare in modo estemporaneo o di fare affidamento sulle cose che ci sono già o sugli eventi occasionali. Per creare qualche filone turistico ci vuole lavoro: sembra un paradosso ma è il lavoro che crea lavoro.

Per prima cosa occorre capire quale tipo di turista possiamo ospitare e quali servizi possiamo mettergli a disposizione, poi si potrà decidere il da farsi. Ma prima di entrare nell'argomento vorrei invitarvi a non trascurare alcune iniziative che puntano nella stessa direzione, come quella di stasera presso il salotto Semprevivo (corso Marrucino 133) nella quale si proietterà (ore 16,15 - 18,00 - 19,30) un film di Ermanno Olmi. Si parlerà di cibo. Che c'entra col turismo? Che c'entra col lavoro? Che c'entra con Chieti? Vedremo.


5 commenti:

@enio ha detto...

...qualsiasi paesello dell'entroterra, che neanche lontanamente si può paragonare a Chieti, fà oggi meglio di noi, con delle semplici sagre, riesce a calamitare una quantità di gente impensabile qualche anno fa. La gente si muove la sera, sopratutto d'estate e dalla riviera Adriatica, se trattata bene (invogliata)si muove eccome e con l'intera famiglia. Se poi si abbinasse alla venuta sul colle anche qualche visita interessante (parlo dei musei Teatini, basterebbe un biglietto unico per la visita di tutti e quattro, compreso il Diocesano che spesso viene dimenticato persino dai residenti)avremo il turismo che tanto ci interessa. Pubblicità e passa parola farebbero il resto. E' chiaro che il turista non rimane a Chieti per una settimana,non ci sono motivi sufficienti per trattenerlo e neanche dove metterlo, ma almeno per quel poco che resta, trattiamolo bene, ritornerà statene certi. Il problema del lavoro purtroppo non lo risolviamo con il turista mordi e fuggi, bisognerebbe inventarsi qualcosa d'altro.E' risaputo che i licenziamenti e la chiusura di moltissime attività produttive non è solo un fenomeno locale, è nazionale e forse anche mondiale. Noi abbiamo l'agricoltura che potrebbe salvarci (abbiamo scuole che ci sfornano scienziati ogni anno ma manchiamo di una valida scuola agraria)e potrebbe creare una miriadi di posti di lavoro per i giovani ( ma nù li cafune nè le vuleme fà, ci piace a pazzià nchè lu compiuter e nchè li telefunini... e allore magnetevele!). Ci vorrebbero idee nuove, persone nuove e sopratutto un'educazione e un indirizzo diverso... si potrebbe invogliare i contadini a mettersi in coperative e a produrre biologico e venderebbero sicuramente la loro roba... aprire degli agriturismo e consumare solamente la roba che si produce in loco. Il lavoro ce lo dovremmo inventare perchè oggi sotto casa non te lo porta nessuno. Io come esempio potrei portare quello di due ragazze, ambedue laureate, mamme di due meravigliose bambine che al Tricalle hanno aperto un ristorante (una sciccheria, piccolo accogliente e inn), una cucina e l'altra serve ai tavoli e l'hanno chiamato il ristorante di Botero. Si sta bene, si mangia bene, si è trattati da re e si spende poco e anche la più ricca bottiglia di vino abruzzese DOC, non costa più di 7 eruro e credetemi, se l'occasione è importante ne vale la pena...

Tom P. ha detto...

@ Enio,
grazie del contributo (al tuo commento precedente non ho risposto perché sarebbe stato lungo, magari lo farò se trovo un po' di tempo in più) riguardo al turismo dirò la mia nei prossimi articoli proprio per superare l'idea del turismo estemporaneo, quello della sagra o dell'evento che fa salire un po' di gente a Chieti. Sono cose che bene o male già si fanno. La differenza tra Chieti e altri paesi io la vedo solo nello strascico di polemiche che a Chieti non manca mai.

L'esempio del ristorante è buono perché è uno dei vecchi mestieri che non spariranno mai. Un recupero di quei mestieri è necessario perché non possiamo avere solo ristoranti cinesi e kebab, ma un ristorante non vive sul turista estemporaneo, deve farsi una propria clientela con la qualità del cibo e del servizio. L'errore di molti teatini è quello di pensare al turista come occasione da sfruttare. L'abbiamo pensato per i Giochi del Mediterraneo e non abbiamo visto niente, ovviamente. Se non ci metti il lavoro, il lavoro non viene.

Anonimo ha detto...

complimenti
ottimo blog
soprattutto ottime idee
il problem è che chi di dovere come sempre se ne infischierà e non vi starà a sentire
vi chiedo,perchè io non lo so:come fare per farsi ascoltare e essere presi d'esempio?
continuate cosi,non vi arrendete mai!!!

I♥CH!

Tom P. ha detto...

@ IloveCH

Grazie dell'apprezzamento. Spero di avere anche il tuo contributo. E' importante per non arrendersi.

Alberto Zoina ha detto...

Lucio Dalla. Munifica strenna natalizia del Sindaco alla cittadinanza (a spese della stessa). 5 (cinque) spettatori. Quando al tuo compleanno inviti tutta la terza C e non si presenta nessuno, la tua vita sociale puoi considerarla finita, anche se provi a ingaggiare un promoter elettorale (sempre a spese della cittadinanza) travestito da segretaria particolare. Peccato. Questi anni di Ricci mi hanno tolto l'ingenua illusione che la sinistra possa far meglio. Fortuna che c'è Botero, i Siparietti, lo scirocco...