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02 giugno 2009

Tra leghisti e qualunquisti

A volte la politica riesce davvero a superare ogni caricatura. Ha ragione Beppe Grillo a dire che non sono i comici a buttarsi in politica, ma sono piuttosto i politici che hanno rubato la scena allo spettacolo umoristico.


Era già una barzelletta quel manifesto della Lega Nord che viene a dirci Mo avaste. Ma ora che sono apparsi volti locali sotto lo spadone del guerriero la faccenda si fa ancora più comica: è Alberto da Giussano o Nevio Pumpuledio? Come si fa ad immaginare una Theate celtica o un Abruzzo padano?


La fusione tra popolo padano, inventato al solo scopo di sfasciare l'Italia, con quelli che fino a ieri facevano ardere le patriottiche fiammelle tricolori mi sembra una scenetta da Franco e Ciccio: uno col copricapo cornuto e l'altro col sombrero di legno che vuole emulare il Guerriero di Capestrano. Politica da avanspettacolo. Adoratori e inquinatori di un improbabile dio Po che vengono a mascherarsi da marrucini o viceversa?

Ma c'è dell'altro e sembra una barzelletta anche questa: la pomposa campagna elettorale cominciata con le gigantografie del candidato davanti al campanile di San Giustino s'è ora trasformata in un nuovo Fronte dell'Uomo Qualunque: "la politica fa schifo, i partiti sono tutti uguali, le facce dei politici sono sempre le stesse..."


Un qualunquismo che di questi tempi trova sicuramente terreno fertile tra la gente giustamente delusa. Se il manifesto si concludesse con un invito all'astensionismo generale potrebbe anche avere un senso, benché poi il risultato politico sarebbe quello di dare più forza alle scelte dei pochi che, senza schifarsi, continuano a votare. Invece, dopo tanto sprezzo della politica e dei politici, il messaggio si conclude col solito Vot'Antonio.

Ma chi è, e da dove viene questo castigatore della politica? vado nel suo sito e scopro che non si tratta di un cittadino indignato, né di un fan di Beppe Grillo e non viene neanche da qualche ritiro spirituale del Tibet. E' semplicemente un politico, viene dritto dritto da quella politica nostrana per la quale mostra tanto sdegno. Ha militato nel partito di Cirino Pomicino e Giampiero Catone. Ha fatto politica a fianco dell'avv. Di Martino, il più appassionato sostenitore del Centro-Oli.

Tra i titoli personali oltre ai vari incarichi politici ricoperti negli ultimi anni (parliamo di quelli buoni dove ci sono progetti da approvare, fondi da gestire e pensioni da assegnare) c'è anche un bel cavalierato, titolo notoriamente riservato ai ben introdotti nelle stanze alte della politica. Da tale pulpito anche il qualunquismo diventa barzelletta. Pure un po' sgangherata perché il vero qualunquista oggi non direbbe più che i politici hanno tutti le stesse facce: le veline, le soubrette e le attricette che si lanciano in politica hanno visi graziosi che non somigliano affatto ai politici tradizionali. Quindi anche il livore qualunquistico dovrebbe aggiornarsi.

Infine vi segnalo la simpatica lettura "biblica" di uno spot elettorale che sembra confezionato in pieno delirio di onnipotenza. Interessante anche questo post dello stesso blog dei Menestrelli di Graelion.

Ridiamoci, finché si può. Quando la miscela di leghismo e neofascismo arriva a spargere sangue e morte non si ride più. E' di oggi la notizia dell'aggressione al Procuratore di Verona in quel profondo nord che fa paura.


2 commenti:

@enio ha detto...

io se fossi un politico teatino non sottovaluterei questi fenomeni di protesta, ricordatevi che Chieti ha avuto un sindaco "nero" più di calimero che faceva paura pure ai camerati di Roma ! Nicolino docet ! Per non dover dire poi : " mi pento ! ". Per quanto riguarda grillo, come comico sette e mezzo ma come politico un bel tre più... ha solo "sporcato" delle coscienze abbandonandole poi, da sole, nella palude di notte.Peggio dell'Uomo Qualunque, almeno quello i voti li aveva raccolti a sacchi... lui è solo un divenire, per adesso: " avanti voi che poi se tutto va bene arrivo pure io!"

Tom P. ha detto...

@ Enio

non volevo sottovalutare. La critica non è sottovalutazione e se fatta con un po' d'ironia dovrebbe aiutare a sdrammatizzare, a sminuire quelle paure e quei rancori che alimentano le peggiori ideologie.

Castiga ridendo mores dicevano gli antichi.

Grillo il suo mestiere di castigatore lo sta facendo con i mezzi abituali dei comici di tutti i tempi: parole e sberleffi, ironia e insolenza. La comicità non è qualunquismo. Oggi il qualunquismo c'è e cresce, ma non per colpa o per merito di Grillo.