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16 giugno 2009

Le formalità del voto


Oltre alle considerazioni sulla necessità di votare ragionando, delle recenti elezioni ho voluto cogliere anche qualche aspetto comico, soprattutto nei manifesti di propaganda. Però c'è anche un altro aspetto, formale, che mi sembra importante evidenziare: il voto e lo scrutinio sono momenti cruciali della vita democratica; le condizioni necessarie a garantire la segretezza, la libertà e la non alterabilità dei voti devono essere assicurate nel modo più rigoroso. Il solo sospetto di non serietà delle operazioni fa cadere ogni possibilità di riconoscere il valore dei risultati. Purtroppo allo spoglio la gente non partecipa più e sono pochissimi i rappresentanti di lista che stanno a vigilare nell'interesse dei partiti.
Ho potuto vedere che in molti seggi tutto viene lasciato alla completa fiducia del Presidente di seggio e degli scrutatori. Qualcuno sicuramente la merita, ma non tutti. Adesso si leggono cose strane, come quella delle matite che si cancellano senza lasciare traccia (l'articolo è qui) oppure quella delle schede ritenute valide nonostante chiarissimi segni di riconoscimento (frasi o insulti scritti sulla scheda) ed infine un sistema di selezione dei presidenti e degli scrutatori che non sempre è casuale e trasparente come dovrebbe.

Possono sembrare aspetti secondari, ma ricordiamoci che le elezioni non si vincono con maggioranze molto vaste, spesso bastano pochi voti a fare la differenza e quindi bastano poche alterazioni a rovesciare l'esito elettorale.

La democrazia è un sistema di vita che si fonda sul voto. Questo è anche un rito le cui formalità devono essere circondate da un rispetto quasi religioso. Le schede elettorali rappresentano il codice genetico delpotere democratico; nei seggi quindi si compie una sorta di fecondazione artificiale che deve avvenire in ambiente sterile e ben controllato. Ricordo che era così quando a gestirle c'erano ancora gli uomini che avevano sofferto e combattuto per riconquistare la democrazia. Ricordo che molti andavano ai seggi per vedere lo spoglio e molti conoscevano nei dettagli le regole.

Oggi si coglie un segno di attenzione nella proposta fatta da Stefania Petix (l'inviata di Striscia la Notizia) di togliere le tendine dalle cabine elettorali per rendere più difficili le violazioni del segreto con fotografie o altri trucchi. A questo link c'è la petizione per sostenere la proposta. Io credo che in certi casi si potrebbe eliminare la stessa cabina e votare su un banco rivolto contro il muro posto ad una certa distanza dai tavoli degli scrutatori. In questo modo la segretezza del voto sarebbe tutelata, ma strane manovre come quella di fotografare o sostituire la scheda sarebbero quasi impossibili.

5 commenti:

@enio ha detto...

In alcune regioni si sta facendo votare (in parallelo)sulla tastiera di un computer. Quanto prima si arriverà ad un touch screen con le schede da votare riportate a video, basterà pigiare il simbolo ed è fatta in un secondo. Mi si dirà che troveranno il sistema di truccare anche questo sistema... comunque ci stanno lavorando.Una cosa è certa che a votare ci dobbiamo andare tutti per non dover dire poi : "mi dispiace"

Tom P. ha detto...

Credo che il voto elettronico non sia una soluzione da respingere a priori, ma il problema è trovare un modo per assicurare sia la segretezza del voto, sia la trasparenza e pubblicità dello spoglio.

A me sembra che le soluzioni attuali non offrono alcuna garanzia al riguardo: come fa l'elettore a sapere che il tasto premuto (o il touch screen) non invia un segnale di troppo? neanche il costruttore del sistema può garantirci da manomissioni e virus.

Lo spoglio elettronico equivale ad un non-spoglio: i voti restano dentro il sistema e l'urna elettronica ci dà il suo responso automatico.
Bisogna aspettare che la cultura informatica arrivi ad un punto tale da poter consentire a chiunque e in qualsiasi momento di effettuare un controllo completo sul sistema sia hardware che software. Siamo lontani, credo.

Erri ha detto...

@ Tom
Qui nel Baden-Wuerttemberg, oltre alle elezioni europee, il 7 giugno vi sono state elezioni amministrative, provinciali e regionali. Mia moglie ed io abbiamo ricevuto dal comune di residenza un plico contenente le schede elettorali per votare alle comunali, provinciali e alle regionali. Eppure non avevamo chiesto di votare per corrispondenza! Le autorità hanno voluto semplicemente snellire le operazioni di voto ed evitare lunghissime code ai seggi che sarebbe state causate da una procedura elettorale alquanto complessa. La scheda elettorale per le comunali, infatti, era in formato DIN A2 (= 4 volte un DIN A4!)suddivisa in parti staccabili per ciascuna lista. Era possibile dare il voto di lista staccando semplicemente la parte relativa al partito prescelto, oppure assegnare in tutto 32 voti(tanti quanti erano i consiglieri comunali da eleggere)a singoli candidati delle diverse liste. Era possibile anche dare 2 o 3 voti di preferenza a uno o più candidati rispettando però il limite massimo di 32 voti. Come puoi vedere una procedura piuttosto complessa. Siccome non avevamo intenzione di votare un partito in particolare, mia moglie ed io ci abbiamo impiegato almeno una mezzoretta a votare, consultandoci su chi scegliere. In questo modo abbiamo potuto votare candidati conosciuti e stimati spaziando dai democristiani alla lista delle donne. Una volta messe le crocette e ripiegate per bene le schede ci siamo recati al seggio dove ci hanno dato la scheda per le europee e le buste dove inserire tutte le schede. Dopodiché ci siamo diretti verso la cabina elettorale, formata da un tavolo con un paravento, abbiamo votato per le europee, messe le schede nelle buste che poi abbiamo inserito nelle rispettive urne. Nel seggio c'era un'atmosfera molto rilassata. Volendo si poteva anche bere un caffè e mangiare un dolce nell'attesa che una cabina si liberasse.
Le matite copiative qui non esistono, si fa la crocetta con una biro!
Non ho assistito alle operazioni di spoglio, percui non posso riferire in merito.
Ciao

Tom P. ha detto...

@ Enrico
questa tua testimonianza di come si vota in Germania è davvero preziosa. Ne ricavo una conferma di quello che ho già detto riguardo alla necessità di superare la cabina. Troppo chiusa. Serviva per tutelare il segreto, ma ora nasconde traoppo e nasconde anche gli strumenti che violano il segreto.
La soluzione non va cercata guardando a strumenti più complessi, come sono quelli elettronici, ma facendo le cose in modo più semplice. Quello che ci dici della Germania mi sembra un buon esempio.

L'altra cosa che mi colpisce è quel sistema di preferenze: tante quante sono i consiglieri da eleggere. Preferenze che si possono distribuire tra più partiti. Anche questo è un esempio da seguire, perché nelle lezioni amministrative è molto più importante la preferenza personale che non il simbolo di un partito. Gli enti locali non decidono niente sui massimi sistemi, ma devono solo amministrare l'ordinario. Un voto come quello che ci descrivi mi sembra adatto a superare la logica di guerra per bande che si è creata da noi.

Purtroppo, come sai, in Italia sono state eliminate le preferenze nel voto politico. Ma anche alle provinciali ogni candidato è ingabbiato in un collegio uninominale. Non c'è neanche la possibilità del voto incrociato, quindi se voglio dare il voto al Pinco Pallino del partito Alfa avrò automaticamente votato anche per il presidente indicato dal partito Alfa. Pura partitocrazia.

Una curiosità: tu hai diritto di voto come cittadino tedesco oppure votano anche gli stranieri residenti?

Erri ha detto...

@ Tom

Gli stranieri ovvero i cittadini provenienti da paesi dell'UE possono candidarsi e votare solo alle elezioni comunali (Questo dovrebbe valere anche in Italia). Io ho potuto votare alle provinciali e regionali perché ho la doppia cittadinanza (che mi darà la possibilità di votare anche alle politiche del 27 settembre). Bisogna comunque dire che i candidati che occupano i primi posti nelle liste hanno maggiori possibilità di essere eletti.
Anche qui purtroppo la possibilità di dare delle preferenze diminuisce salendo di gradino amministrativo: alle provinciali si potevano ancora dare, non più alle regionali e alle europee. Alle politiche il discorso si complica. Ogni elettore può dare due voti: con il primo voto elegge il rappresentante del suo collegio elettorale (mandato diretto che riguarda il 50% dei deputati); con il secondo sceglie il partito da appoggiare. E`con il secondo voto che si decide quali rapporti di forza tra i partiti all'interno del parlamento. Infine vengono assegnati seggi supplementari in proporzione al numero di secondi voti ottenuti. Al Bundestag spettano 598 deputati. In base alla regola del recupero proporzionale, alle ultime politiche sono stati assegnati alla SPD 9 seggi e alla CDU 6 seggi supplementari, per cui il numero complessivo di parlamentari è di 613.
Quello che a me piace delle amministrative qui in Germania è che l'elezione del sindaco non avviene contemporaneamnte al rinnovo del consiglio comunale, la qual cosa può essere un rischio per il sindaco eletto che magari vede indebolita la "sua" maggioranza. Come è successo a Stoccarda dove hanno vinto a sorpresa i Verdi, diventati primo partito nel consiglio comunale. Il sindaco dovrà ormai fare i conti con loro.

Buona notte!