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14 febbraio 2009

Lo smarrimento delle parole

Dall'inizio del 2009 ho pubblicato solo avvisi e due post. I due post erano presi da altri siti. Dipende dai miei altri impegni ma non solo, c'è anche qualcosa che non dipende da me, piuttosto dal malessere generato dall'incalzare di notizie che mostrano un quadro devastante, un progressivo disfacimento delle istituzioni, dell'economia e del tessuto sociale. Quali proposte fare, di quali problemi discutere mentre tutto sembra crollarci addosso? Se la situazione è quella del si salvi chi può, il blog sarà una delle prime cose da abbandonare. Altri l'hanno già fatto ed è sparito anche il Piccolo di Chieti (o d'Abruzzo) che era un vero giornale telematico. Chiuderà il Forum del MeetUp.

Noia? stanchezza? sconfitta? camomilla digitale? per quanto mi riguarda non c'è un esaurimento di argomenti o di stimoli, anzi talvolta mi accorgo di non poter scrivere niente perché avrei troppe cose da scrivere, ma nello stesso tempo vedo che è più importante leggere, ascoltare, capire... L'implosione dei telegiornali ci costringe a cercare le notizie come se fossimo detective, altrimenti come capire cos'è l'archivio Genchi o perché un Procuratore della Repubblica è stato rimosso dall'incarico o cosa sta succedendo nelle scuole o cosa potrà succedere se anche la Corte dei Conti sarà asservita alla politica. L'informazione, che prima era un piacere, sta diventando fatica.

Il mio tempo poi vorrei anche usarlo per seguire quello che c'è a Chieti: gli spettacoli del Marrucino, di cui finalmente è arrivato il cartellone, le Quaestio quodlibetalis del nostro arcivescovo, Itinerarte, Piccolo Teatro dello Scalo, gli incontri Semprevivo, le conferenza organizzate dalle varie associazioni, le iniziative di ScopriTeate, le belle mostre allestite al Museo... tutte cose che dimostrano una vivacità culturale che Chieti continua ad esprimere. Tra pochi giorni avremo Zingaretti al Marrucino e il giudice Ayala all'ITIS. In città ci sono anche nuovi locali (pub e "fumetterie") che segnalano nuove mode e nuovi forme di aggregazione giovanile. Ma nelle pagine del web tutto questo non arriva. I giornali riducono le loro recensioni a formule stereotipe, al massimo troviamo una traccia su Chietiscalo.it com'è avvenuto per il recente incontro con Piercamillo Davigo, occasione ricca di riflessioni che avrebbero meritato di essere portate all'attenzione di tutti.

Il web teatino è un giocattolo che ha già stufato oppure è arrivato troppo presto e rimane una frontiera dove s'arrischiano solo pochi temerari?

Rileggendo la lettera scritta da Francesco Lo Piccolo in occasione della chiusura della sede teatina del Messaggero, mi sono accorto che forse stiamo vivendo un'esperienza di rinuncia alla parola che non riguarda solo il web. Gli eventi, tutti gli eventi, vivono, acquisiscono un significato e prendono posto nella nostra memoria attraverso le parole. E' la riflessione a cui ci costringe lo sforzo di elaborazione verbale che attribuisce un significato agli avvenimenti che altrimenti fuggono. Questo vale per la partita di calcio, per quello che fa il vicino di casa, per i fatti di cronaca, la mostra o il concerto. La rielaborazione scritta sulla pagina del giornale offre spunto alle discussioni. Discutendo tra amici, colleghi o familiari di quello che abbiamo visto alla mostra, che abbiamo ascoltato alla conferenza, che abbiamo apprezzato o detestato al teatro, impediamo all'evento di passar via come effimero fantasma. Le parole scritte sul giornale sono un supporto importante per questa importante attività quotidiana, eppure mi capita sempre più raramente di vedere persone che nella pausa di lavoro o ai tavolini di un bar sfogliano un giornale.

Le parole sono fili estratti dall'arcolaio delle nostre coscienze e usati per cucire insieme gli animi in un unico tessuto sociale. Devono essere parole vere, non frasi o slogan ripetuti automaticamente. Devono passare attraverso la mente e il cuore di chi parla e di chi ascolta. Se le parole vere spariscono per mancanza di tempo o pigrizia e vengono sostituite dal sonoro televisivo, dal copione dei film, dallo snocciolarsi dei programmi scolastici e dai conformismi, allora tutto perde di senso.

Talvolta ho l'impressione che le nuove generazioni si trovano a vivere in un rumoroso silenzio che le fa crescere senza coscienza. Giovani che istintivamente si radunano in branchi pronti perfino a stuprare la compagna di scuola, ad ardere vivo qualche innocuo ed innocente senzacasa, a devastare la scuola o lo stadio. Giovani normali che mostrano improvvisamente un volto disumano. E noi adulti: muti! L'indignazione ormai sembra esistere solo se lo stupro , il delitto o l'incidente possono essere attribuiti all'untore straniero.

Davanti all'inumanità dei nostri ragazzi: muuuti! come dice la caricatura satirica di Pino dei Palazzi, balordo delle case popolari. Un mutismo dal doppio senso terribile in cui lo sgomento diventa approvazione. Un silenzio che si fossilizza in indifferenza. E di fronte ai gravi problemi che mettono a rischio anche l'ambiente e le condizioni per la sopravvivenza, l'indifferenza diventa additittura un obiettivo da perseguire allenandosi a non vedere, non decidere, non indagare, non agire: spallucce e rassegnazione. Tanto ormai...
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7 commenti:

Ma®aM ha detto...

Hai pienamente ragione. A volte lo sconforto è tale e tanto da prosciugare le nostre menti e le nostre parole, che stentano ad uscire dai nostri cuori. Il web è rimasto l'unico spazio libero, anche se spesso ci "autocensuriamo" anche lì, per paura che il nostro blog o sito venga oscurato per ciò che abbiamo liberamente pensato e scritto. Questa autocensura passa per diversi canali, compresi quelli della stampa, che ci offre ormai rarissimi casi di pura informazione. Il web è una risorsa, ma utilizzata da pochi, vuoi per mancanza di tempo (si deve lavorare per poter mangiare), sia per mancanza forse anche di capacità tecniche. Io personalmente sono avida di notizie prese dal web, passo le ore davanti al computer, ma mi rendo conto che questo mondo, anche se virtualmente infinito, è piuttosto ristretto e difficile da espandere. So solo che attraverso il web si arriva anche dove non si sarebbe mai creduto di arrivare, e queste piccole "conquiste" mi fanno ben sperare in questa "alternativa" alla stampa tradizionale, alla informazione tradizionale. Butto lì i miei pensieri e spero che qualcuno legga, che qualcuno condivida e che insieme la lotta sia meno dura. Ho incontrato persone attraverso il web, ho condiviso battaglie, qualcuna si è persa per strada, qualcuna l'abbiamo vinta. La lotta è dura, ma insieme si può....

@enio ha detto...

Il piccolo d'Abruzzo si è castrato da solo nel momento che ha smesso di chiamarsi il piccolo di Chieti. Sperando di allargare il suo bacino d'utenza ha perso anche quei pochi lettori che scrivevano nel suo blog, nella speranza di essere ascoltati da quelli che "contano". Non hanno tenuto conto, aggrgandosi ai vincitori e diventandone la loro voce, che quelli, siccome erano intenti a "contare" o a litigare tra di loro non avevano tempo per ascoltare ciò che loro mano a mano scrivevano. Qualche giornale serio, non allineato al partito che gestisce + - bene la cosa pubblica,senza tema di criticare, nel web c'è rimasto anche se dispiace che tanti altri si spengono celermente, forse perchè hanno acceso la loro candela dalle due parti oppure perchè erano partiti in una certa direzione (politica) e si sono ritrovati loro malgrado a percorrerne un'altra. E poi ci vuole tempo per curare un blog, idee e notizie da pubblicare e queste non sempre accadono in una città denominata appunto "camomilla" dove tutti dicono tutto e il contrario di tutto, ma solo sotto i portici di Chieti e se solo qualcuno dovesse dire loro che ci sarà "quella" o "questa" manifestazione di protesta, si guardano bene dal partecipare compatti e numerosi... le uniche manifestazioni riuscite a Chieti, negli ultimi due anni, sono state solo quelle di quei quattro cialtroni che andavano da Piazza S.Giustino e poi lungo per il Corso quando la squadra di calcio era fallita miseramente e si rischiava di rimanere senza il "giocattolo" domenicale... Italia pallonara! e si, allora si sono sentiti pure gli strilli. Per le altre cose, alzata di spalle... tanto quelli fanno sempre quello che vogliono! E' cosi che da noi ha vissuto la vrcchia DC per tanti anni, con percentuali di voti intorno all'80%, fino a che mani pulite non l'ha spazzata via... Adesso sta accadendo la stessa cosa e se non avviene qualcosa di nuovo ci ritroveremo questi signori, fintanto che non decidono loro, stufi di prenderci per i fondelli, di andarsene!

maria rita ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
@enio ha detto...

consiglio di visitare il blog dell'assessore: http://www.bassamonline.it/blog/ e proporre li le soluzioni ai nostri problemi cittadini.

Anonimo ha detto...

Tom, hai ragione, però secondo il mio modestissimo parere bisogna continuare ad urlare tutta la nostra rabbia e malumore verso un sistema in grado solo di oscurare e tenere nell'ombra la realtà! purtroppo in questi giorni nel nostro paese accadono cose che in altri paesi non è permesso! basta che guardi i telegiornali!
certo la voglia di scrivere ed esprimere il proprio punto di vista a volte può mancare maè proprio in quelle occasione che secondo me "noi recidivi" diamo il meglio di noi!
Continua col tuo blog, perchè il mio è nato leggendoti!

@enio ha detto...

@Ma@aM

condivido il tuo punto di vista, ma un pò di gente che legge e posta nel tuo blog aiuta! Altrimenti ti sembra di predicare nel deserto, di notte e quando non c'è luna!

Tom P. ha detto...

Ringrazio Vitt e gli altri che mi chiedono di continuare dimostrandomi così un gradito plauso. Qualcuno mi ha anche scritto via mail. E qualcuno mi ha chiesto perfino di tornare agli articoli corposi. Ne sono lusingato.

Ha ragiome Enio nel dire che un blog senza commenti lascerebbe una sensazione di deserto e di notte. Ma credo che Mara volesse dire la stessa cosa perché ci invitata al condividere ed agire insieme.

Come spesso accade è una questione di equilibrio: pochi commenti, anche di semplice saluto o adesione, sono d'aiuto, copisci che un pubblico c'è; troppi sarebbero un problema e nei blog di maggior successo accade che lo spazio dei commenti diventa un urlatoio tra sordi, un fiume di parole che nessuno mai leggerà. Nella blogosfera talvolta s'innesca anche una gara all'audience che a mio parere toglie al blog la sua bella natura di spazio privato aperto agli altri per trasformarlo in un ennesimo strumento commerciale di cui proprio non si sente il bisogno.

Leggo spesso il blog di Grillo per le informazioni che dà, ma non ho più alcuna curiosità di guardare i commenti. Leggo anche altri blog (per esempio questo)
che propongono temi molto interessanti, ma dove nessuno lascia mai commenti. Forse al blogger basta il feedback del contatore. Va bene anche così, va bene in ogni modo, non ho dubbi su questo: il blog è uno strumento bellissimo che offre molto sia nel leggere che nello scrivere. I miei dubbi riguardano solo Chieti, lo scrivere dei problemi e delle speranze di Chieti. La platea mi sembra molto ristretta. A volte sembra quasi che i lettori dei blog siano sono gli altri blogger, allora, se la blogosfera teatina è un semplice salotto virtuale di poche persone, non facciamo prima a darci un appuntamento settimanale ai tavolini di un bar?

Comunque il blog continua, compatibilmente con la mia disponibilità di tempo. Grazie.