Sul Centro-Oli è calato il sipario. Attenzione: il dramma non è finito e non sappiamo ancora se si concluderà in tragedia o con un lieto fine. Il sipario ci segnala solo un'interruzione. E' la fine del Primo Atto.
Il sipario è venuto giù con la legge regionale che pone un blocco fino alla fine del 2009. Ci dicono che questa volta la legge è scritta in modo più chiaro, che riguarda espressamente le ricerche e gli sfruttamenti petroliferi e paralizza anche le attività già autorizzate. Comunque non c'è da far festa perché lo stop non è definitivo. Tra quindici mesi il sipario si alzerà di nuovo e non sappiamo cosa ci aspetta.
Quando ci fu la dichiarazione dei sindaci della costa teatina contro la devastazione del petrolio, firmata anche dall'avv. Di Martino che era stato il più determinato sostenitore del Petrolchimico, ho parlato di nebbia pre-elettorale: trasformismo opportunistico in vista delle votazioni regionali. La falsità di quel documento s'è vista subito con l'esultanza di Fratino e Di Martino quando il TAR ha fatto salve le autorizzazioni dell'ENI.
In una nebbia di dichiarazioni contrastanti è difficile votare in modo consapevole. Quale fendinebbia abbiamo noi? Certo, un Di Martino si distingue chiaramente perchè i suoi camuffamenti dell'ultimo minuto potrebbero ingannare solo i più sprovveduti, ma altri politici più scaltri si confondono molto bene nella nebbia.
Finché era in corso l'assalto dell'ENI e il terrore serpeggiava si poteva immaginare che molti elettori avrebbero vagliato le candidature in base alla questione del petrolio. Adesso è più difficile, perché adesso è calato il sipario: tutto sospeso, tutto fermo, inutile parlarne.
Il sipario nasconde meglio della nebbia. La legge è stata votata da destra e da sinista, così son diventati tutti buoni, anche quelli che le autorizzazioni le firmarono. Ma se davvero son diventati tutti buoni perché non fare una legge che vieta definitivamente i distretti petroliferi? perché non scrivere che la via del petrolio è incompatibile con la vita delle persone, con l'agricoltura e l'enogastronomia di qualità, con la vocazione del territorio al turismo e alla conservazione degli ecosistemi?
E' chiaro che l'accordo sul futuro non c'è. C'è solo un opportuno intervallo elettorale. Con questa legge ci stanno dicendo solo di votare senza guardare , senza distinguere tra chi per l'Abruzzo vuole un futuro VERDE e chi lo vuole NERO. Vogliono farci scegliere in base al solito chiacchiericcio politichese: la destra, la sinistra, noi buoni, loro cattivi, lavoro, sviluppo, rinnovamento, belle promesse e balle in quantità.
Questa legge regionale ci offre un sospiro di sollievo, ci fa guardare senza angoscia i trattori carichi d'uva che in questi giorni girano nelle strade di campagna. Ma ricordiamoci che la questione del petrolio resta ed è la migliore bussola per le prossime elezioni regionali.
Il sipario è venuto giù con la legge regionale che pone un blocco fino alla fine del 2009. Ci dicono che questa volta la legge è scritta in modo più chiaro, che riguarda espressamente le ricerche e gli sfruttamenti petroliferi e paralizza anche le attività già autorizzate. Comunque non c'è da far festa perché lo stop non è definitivo. Tra quindici mesi il sipario si alzerà di nuovo e non sappiamo cosa ci aspetta.
Quando ci fu la dichiarazione dei sindaci della costa teatina contro la devastazione del petrolio, firmata anche dall'avv. Di Martino che era stato il più determinato sostenitore del Petrolchimico, ho parlato di nebbia pre-elettorale: trasformismo opportunistico in vista delle votazioni regionali. La falsità di quel documento s'è vista subito con l'esultanza di Fratino e Di Martino quando il TAR ha fatto salve le autorizzazioni dell'ENI.
In una nebbia di dichiarazioni contrastanti è difficile votare in modo consapevole. Quale fendinebbia abbiamo noi? Certo, un Di Martino si distingue chiaramente perchè i suoi camuffamenti dell'ultimo minuto potrebbero ingannare solo i più sprovveduti, ma altri politici più scaltri si confondono molto bene nella nebbia.
Finché era in corso l'assalto dell'ENI e il terrore serpeggiava si poteva immaginare che molti elettori avrebbero vagliato le candidature in base alla questione del petrolio. Adesso è più difficile, perché adesso è calato il sipario: tutto sospeso, tutto fermo, inutile parlarne.
Il sipario nasconde meglio della nebbia. La legge è stata votata da destra e da sinista, così son diventati tutti buoni, anche quelli che le autorizzazioni le firmarono. Ma se davvero son diventati tutti buoni perché non fare una legge che vieta definitivamente i distretti petroliferi? perché non scrivere che la via del petrolio è incompatibile con la vita delle persone, con l'agricoltura e l'enogastronomia di qualità, con la vocazione del territorio al turismo e alla conservazione degli ecosistemi?
E' chiaro che l'accordo sul futuro non c'è. C'è solo un opportuno intervallo elettorale. Con questa legge ci stanno dicendo solo di votare senza guardare , senza distinguere tra chi per l'Abruzzo vuole un futuro VERDE e chi lo vuole NERO. Vogliono farci scegliere in base al solito chiacchiericcio politichese: la destra, la sinistra, noi buoni, loro cattivi, lavoro, sviluppo, rinnovamento, belle promesse e balle in quantità.
Questa legge regionale ci offre un sospiro di sollievo, ci fa guardare senza angoscia i trattori carichi d'uva che in questi giorni girano nelle strade di campagna. Ma ricordiamoci che la questione del petrolio resta ed è la migliore bussola per le prossime elezioni regionali.
8 commenti:
votare senza guardare
è il peggior modo di utilizzare il proprio voto. Invece bisogna riflettere e informarsi prima di votare per non dover maledire poi a cose fatte. Il discorso intrapreso dall' ENI è un qualcosa che cambierà profondamente la nostra regione già duramente colpita da un'amminstrazione scellerata fatta di tangenti e di menefreghismo totale per la sorte della regione stessa ( ogni mese si scopre una discarica abusiva ) e di noi cittadini costantemente munti come quelle vacche da latte sulle montagne del Mendrisiotto Svizzero( votanti ).PREVENIRE PIUTTOSTO CHE CURARE.
Le diffusione della "nebbia elettorale" ormai è entrata a far parte del repertorio ecumenico di tutti i partiti politici. Da quando non esiste più una chiara distinzione tra "chi vuole bianco" e "chi vuole nero", si brancola in una specie di "fascia grigia" centrale dove tutto è possibile e tutto è il contrario di tutto. Così facendo i politici contemporanei hanno dimostrato di aver imparato bene la lezione di "scienze della comunicazione" del prof. Silvio Berlusconi, che ha dato nuovi orizzonti a tutti quelli che antepongono la loro carriera politica, il loro narcisistico arrivismo, i loro affari, agli interessi della comunità. E' un comportamento ecumenico appunto, con un papa Silvio indiscussa autorità morale, e una serie di vescovi proni genuflessi a lingua fuori. Con l'unica eccezione dell' "anticristo" Tonino Di Pietro (il "giustizialista" - oggi gravissimo termine offensivo- che tutti scacciano via al grido bipartizan di "vade retro satana!" - una volta ai bei tempi della dc/pci/psi/psdi, si diceva "vade retro saragat"...).
Tutti non vogliono il centro oli dunque. Tutti i politici si pronunciano contro, in vista delle elezioni regionali. Infatti tale tecnica, nota anche come "l'arte della menzogna" già parte del corso di laurea di cui sopra, si esplica in due modi: dire quante più menzogne possibile, confidando nel fatto che più sono e più sono credibili, o diventano tali col tempo. La seconda tecnica invece prevede l'uso non di menzogne ma di false certezze, che è diverso: far credere per esempio di essere stati "da sempre" CONTRO il centro oli e PER l'interesse e la salute dei cittadini. Contando sul fatto che l'informazione in merito al loro passato è davvero scarsa o è presente solo sui siti web e blog, purtroppo accessibili da una esigua minoranza (già prevalentemente informata tra l'altro).
Sarebbe ad esempio interessante capire in quali stanze sia stato concepito il progetto petrolchimico, chi era presente in quelle stanze, chi ha firmato le autorizzazioni, chi ha fatto in modo di tenere all'oscuro per anni i cittadini, chi lo ha avallato e sostenuto, quali partiti politici. Ovviamente nessuno: tali decisioni sono state prese da "entità" che poi si sono vaporizzate. Ad esempio tutti i vertici del PD (partito di Del Turco) ora si affannano a mostrarsi paladini del no al centro oli con roboanti pubbliche dichiarazioni, e da parte del PDL stesso discorso o quasi.
Intendiamoci su una cosa: certo, è prioritario ora arrivare all'obiettivo che l'Eni non metta piede in Abruzzo, chi se ne frega dei discorsi etici sui politici. Sono d'accordo che in questo caso il fine giustifichi i mezzi, ma.... non dimentichiamoci, come scrive Tom, che si tratta solo della fine del primo atto, e che l'Eni non ha alcuna fretta: come i coccodrilli loro possono stare mesi senza mangiare appostati nel fango e al momento opportuno ZAC ingoiano uno gnu di cento chili senza batter ciglio. Dunque l'Eni non ha fretta, i politici sì invece: ci sono le elezioni!! E quindi via a dichiararsi contro questo e quell'altro, a presentare le tavole dei dieci comandamenti come ieri è stato fatto da San D'Alfonso Legnino da Paolino e i suoi compari a Pescara.... grottesco. Si dice "abbiamo capito tutto ora!", "non più clientele, faremo le gare d'appalto!", "saremo trasparenti!"... sì certo tutte cose ovvie (per un paese normale) che detto da chi trasparente non è mai stato, suona ancora più irritante e grottesco. Il celebre motto di Abramo Lincoln lo stanno modificando così: " si può prendere in giro qualcuno per sempre, o tutti per un pò, ma non tutti per sempre... ma ci stiamo lavorando" !!!
Comodo ora dare implicitamente tutta la colpa a Del Turco che sembra essere stato l'unico ad aver voluto il centro oli, è comodo dire così ora. Come se non avesse avuto un partito politico, dei riferimenti importanti in parlamento o in senato: gli stessi che ora si indignano e fanno "interrogazioni a risposta immediata" facendosi paladini dell'ecologia.
Nebbia elettorale si diceva. Lo dico chiaramente: io non mi fido. Non mi fido di questi portatori di doni e giustizia. "Timeo danaos et dona ferentes" ( Virgilio, Eneide: "temo i greci e i doni che portano", diceva Laocoonte cercando di convincere i troiani a non fare entrare il famigerato cavallo in città. Il cavallo nel nostro caso è la bella proroga ottenuta al dicembre 2009, piena zeppa però di politici e petrolieri.
Il coccodrillo riposa nel fango: non dobbiamo fare la fine dello gnu.
P.S.: Ritengo importantissimo segnalarvi che sul sito www.nodalmolin.it è possibile votare on-line per il NO all'ampliamento della base militare americana a Vicenza. Se leggete la storia della loro vicenda vedrete quante analogie ci sono con il nostro centro oli...
A quei cittadini, che hanno bisogno della nostra solidarietà, è stato vietato di esprimersi per mezzo di un referendum: e se capitasse a noi tra un anno?
Vae Victis!
l'unico ad aver voluto il centro oli
Ebbene si, il soggetto Del Turco, un brutto pesce nella politica moderna dove tutto è il contrario di tutto, l'aveva pensata bene: quella di vendere la regione Abruzzo ai signori del petrolio e fregandosene di tutto e di tutti pensava di riceverne in cambio una grossa quantità di debnaro che sommato a quello che era riuscito a scippare all'altro compare di merende Angelini, gli avrebbe dato maggior potere e quindi visibiltà che avrebbe potuto mettere sulla bilancia come merce di scambio per qualche bella carica a Montecitorio. Oggi pare che nulla viene fatto per nulla e si faccia molto presto ad uscire dalla scena politica ed essere dimenticato. Lui come Pilato, non potendo riuscire a mettersi in mostra nel bene lo voleva fare nel male per essere, co lui, essere maledetto dai suoi cittadini, forse, in eterno... valli a capire sti cialtroni, ex sindacalisti, imprestati alla politica!
@ Patroclo,
grazie del contributo con molti stimoli di riflessione.
...l'uso non di menzogne ma di false certezze
Condivido: la menzogna a fini propagandistici ha una logica così scoperta che pare quasi giustificabile. Ma quella che si nasconde dietro una sorta di certezza o di evidenza plateale è subdola, inquietante. La vedi quando il sindaco di Ortona dice: "Non approveremo mai qualcosa che possa mettere a rischio la salute dei cittadini". Così nega alla radice evidenze scientifiche senza dover confutare neanche uno dei dati mostrati dagli scienziati. E' come Berlusconi che in tv giura sulla testa dei suoi figli evitando così ogni discorso specifico sulle accuse e le possibili discolpe.
Scegliere la strada della comunicazione emotiva sapendo che l'altra, quella dei fatti documentati, dimostrati e certificati non è percorribile sta diventando una comoda abitudine. Seguire un discorso col vaglio della logica scientifica, giuridica, economica, ecc. costa fatica. Il trasporto emotivo non costa niente, anzi ci fa sentire solidali con qualcuno che s'atteggia a vittima. Povero lupo costretto a bere l'acqua contaminata dalla bava dell'agnello che beve più a valle. Niente è più rassicurante dello stare dalla parte del più forte e di starci con la generosità di chi difende una vittima.
Sarebbe ad esempio interessante capire in quali stanze sia stato concepito il progetto petrolchimico, chi era presente in quelle stanze, chi ha firmato le autorizzazioni
Non dovrebbe esere difficile raccogliere i dati. Se avessi un po' di tempo mi piacerebbe provarci, comunque possiamo già immaginare il risultato: ci sono dentro quasi tutti e questo ci riporta nella nebbia. Tempo fa ascoltavo il racconto di una persona che era presente alla conferenza dei servizi per l'approvazione del Centro Oli. Mi ha detto che tra tutti gli enti rappresentati solo il responsabile di un organo sanitario poneva domande ai signori dell'Eni: "Dove prenderete l'acqua? con quale acqua farete la desolforizzazione?". Non c'era risposta. Sembrava che nessuno ci avesse pensato, eppure si tratta di enormi quantitativi d'acqua potabile. In una situazione normale TUTTI avrebbero dovuto dire: "Cari signori riprendetevi il vostro progetto e tornate quando avrete trovato una risposta". Invece no, la risposta non c'era e non serviva. TUTTI erano pronti ad approvare il progetto, qualcuno ne segnalava l'urgenza. Sembrava che il problema da risolvere non fosse quello dell'acqua, ma quello di rimuovere la domanda inopportuna.
Del Turco è stato eletto quando il procedimento era già arrivato a conclusione. Ha fatto poi da parafulmine prendendone apertamente le difese. Stando a quel che dice la sentenza del TAR anche l'amministrazione ortonese ha dato un contributo aggiuntivo e legalmente inutile, ma così evidente da prendersi la responsabilità di fronte alle piazze. Recuperare tutti i nomi dei veri e diretti responsabili sarebbe utile, ma qui, sul blog, lo vedrebbero in pochi. Molti purtroppo continueranno comunque a pensare che andato via Del Turco e approvata la nuova legge regionale, tutto è passato. Nonnoenio lo dice perché è schierato, altri lo pensano in buona fede.
La base di Vicenza - Se leggete la storia della loro vicenda vedrete quante analogie ci sono con il nostro centro oli...
Una segnalazione utile ed importante. Sono stato sul sito e ho visto anche il filmato del sindaco che rivendica il diritto dei cittadini ad esprimersi. C'è qualcosa di paradossale nell'ascoltare un sindaco di centro-sinistra che rivendica il valore dell'autonomia locale contro le decisioni autoritarie e centraliste di chi ha raccolto consensi elettorali invocando proprio l'autonomia federalista e la devoluzione dei poteri agli enti locali.
Sì, è vero, anche sul petrolio c'è lo stesso paradosso, la stessa apparente schizofrenia.
Caro Tom,
se vuoi saper come hanno risolto il problema della domanda inopportuna è sufficiente leggere quello è scritto sul sito del Comitato Natura Verde:
"Il verbale nella versione pubblicata all’Albo pretorio contiene anche fogli manoscritti, di cui uno incomprensibilmente depennato per parte delle dichiarazioni rese dal Medico sanitario".
Lo vedi com'è facile risolvere i problemi!
Buana vita
Mastro Gen. d'Alf.
L'IdV ha proposto alcuni punti cardine che i cittadini potranno modificare oppure potranno aggiungere punti di interesse collettivo.
Per chi è interessato può ascoltare alcuni punti in questo video:
http://it.youtube.com/watch?v=8BVL5D2j9xI
PS: anticipo alcune affermazioni importanti: NO AL CENTRO OLI - COLLEGAMENTO FERROVIARIO ROMA-PESCARA - NO INCENERITORI
Ciao Tom,
purtroppo la vicenda del Centro Oli è solo all'inizio! Si, per ora hanno calato il sipario ma purtroppo la cosa andrà ancora per le lunghe ma le persone che si battono per la legalità non si arrenderanno perchè non si arrenderanno nemmeno questi nostri politicanti!
Saluti.
Ormai anche il governo nazionale dichiara l'Abruzzo "regione mineraria" e sembra che voglia sbloccare tutti gli impedimenti locali volti ad impedire la realizzazione del centro oli. A questo punto credo si debba fare pressione paradossalmente sull'ENI stessa e spingerla ad "abbandonare" il progetto. Una grande manifestazione di 10.000 persone proprio sotto casa dell'ENI, ossia nella zona industriale di Ortona, per far toccare con mano, a chi deve, l'ostilità del popolo abruzzese verso uno sviluppo industriale di questa tipologia e far capire che non si può fare business in un contesto ostile.
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