Chieti alta ha una struttura urbana non ciclabile. Le bicliclette non esistono: troppe salite, troppe strade strette, troppi spazi invasi dai parcheggi selvaggi.
Dieci anni fa ci provai, convinto che almeno il tratto compreso tra la Villa e piazza Garibaldi fosse percorribile. Mi fermai a comprare il giornale in un'edicola lungo il corso e vidi la mia normalissima bicicletta circondata da un capannello di curiosi, come se fosse un oggetto sconosciuto. Nei giorni seguenti, dopo aver rischiato la vita per scendere e risalire via dello Zingaro o via Arniense tra auto, bus, pedoni in costante pericolo e macchine in sosta vietata, dovetti rinunciare.
Con le motociclette il discorso è diverso perché una moto può affrontare comodamente salite e discese compiendo gli stessi percorsi delle automobili. Chieti ne avrebbe bisogno perchè le due ruote occupano poco spazio e riducono gli ingorghi di traffico.
Si dovrebbe incentivare l'uso dei motocicli, magari escludendo da certe zone i cinquantini a due tempi che sono rumorosi e inquinanti, in modo da promuovere l'uso di motoveicoli più civili. Così, anche senza arrivare alla pedonalizzazione totale che ormai sembra un sogno impossibile, la città ne guadagnerebbe.
Vent'anni fa a Chieti c'era qualche zona pedonalizzata (via Arniense, piazza San Giustino e, qualcuno ricorderà, il tappeto lungo il corso). A quei tempi molti commercianti non capivano ancora il vantaggio della pedonalizzazione per lo shopping e la restituzione di questi luoghi al caos automobilistico provocò poche proteste. Ma ora i tempi sono cambiati e, almeno in teoria, dovrebbe essere cambiato anche l'orientamento dell'amministrazione. Tutti i centri storici sono stati pedonalizzati, invece a Chieti esistono solo automobili parcheggiate ovunque, tra poco le vedremo anche sui tetti e sui balconi. Uno scempio incredibile.
Le due ruote sono meno invadenti, esistono anche modelli elettrici puliti e silenziosi, ma le strade scoscese di Chieti rendono molto difficile il parcheggio perché il veicolo a due ruote può facilmente rovesciarsi. Perciò, per incentivarne l'uso, occorrono parcheggi riservati: MOLTI parcheggi. Nelle zone vicine alle scuole il parcheggio motorini è un obbligo perché sappiamo che la maggioranza degli studenti non è patentata, usa solo motorini. Ma a Chieti si fa il contrario: l'amministrazione comunale ha imposto un tacito bando contro le due ruote. Infatti nei diversi parcheggi esistenti abbiamo questa situazione:
- Trinità: il parcheggio sulla piazza ABOLITO (salvo un pezzo di marciapiede all'inizio del viale)
- Villa: niente (né sul viale principale, né dalla parte di viale Europa)
- nei pressi dell'Istituto Galiani: niente;
- Liceo scientifico: niente;
- Civitella e istituti pedagogico e della comunicazione: niente;
- Liceo classico: ABOLITO (i pochi posti dietro i tempietti sono utilizzati a deposito materiali e perennemente transennati) sotto il vicolo del Liceo, in via Principessa di Piemonte, non c'è niente;
- piazza Barbella: niente;
- Piazza San Giustino: ABOLITO (numerose moto vengono lasciate dentro i portici)
- quartiere Santa Maria: niente;
- Piazza Matteotti: niente;
- Piazza Malta: niente;
- Piazza Umberto: niente;
- via Nicolini e zona Clinica Spatocco, scuole De Lollis: niente;
- zona Istituto Industriale e Istituto d'Arte: niente;
- Piazza Garibaldi: niente (si parcheggia abusivamente sui marciapiedi);
- tutto il percorso delle vie Salomone, Olivieri, Herio, Pianell: niente (anche lo spazio davanti all'ingresso della scala mobile in eterno rifacimento sembra essere interdetto alle moto); e si potrebbe continuare perché anche a Chieti Scalo, nonostante la forte presenza di studenti e la comodità del territorio pianeggiante, la situazione non è molto diversa.
Una città di 50mila abitanti ha concesso alle moto solo pochi metri di spazio davanti alle Poste di via Spaventa e all'incrocio tra il corso e via Arniense. La stessa città, con la stessa logica, trasforma TUTTE le piazze e TUTTI i marciapiedi in parcheggi per autovetture e ammette perfino il transito di enormi autobus di linea alla Trinità e lungo Via della Liberazione. Sono convinto che tra non molto ci sarà anche l'atterraggio di Jumbo Jet nel corso Marrucino.
La mia proposta è quella di creare una zona riservata alle moto in ogni parcheggio (fisicamente riservata, con una sorta di rastrelliera che impedisce l'invasione da parte delle vetture) e creare parcheggi per soli motorini nei pressi delle scuole.
Alcune vie (via dei domenicani, via Paolucci, via di Porta Napoli, il tratto aperto del corso Marrucino) dovrebbero essere riservate alle moto almeno per il periodo estivo. Ogni spazio per auto può ospitare 4 o 5 motocicli o scooter: è un modo quasi miracoloso per moltiplicare la mobilità urbana!
Poi si potrebbe istituire alla Villa o alla Trinità un servizio di noleggio e ricarica di veicoli elettrici con autorizzazione a percorrere anche le zone pedonali.
L'utilità di questi mezzi è sicuramente discutibile anche perché la loro circolazione sarebbe limitata al solo centro storico, credo però che potrebbe essere un modo, anche divertente, per cominciare a familiarizzare con questi nuovi mezzi
Dieci anni fa ci provai, convinto che almeno il tratto compreso tra la Villa e piazza Garibaldi fosse percorribile. Mi fermai a comprare il giornale in un'edicola lungo il corso e vidi la mia normalissima bicicletta circondata da un capannello di curiosi, come se fosse un oggetto sconosciuto. Nei giorni seguenti, dopo aver rischiato la vita per scendere e risalire via dello Zingaro o via Arniense tra auto, bus, pedoni in costante pericolo e macchine in sosta vietata, dovetti rinunciare.
Con le motociclette il discorso è diverso perché una moto può affrontare comodamente salite e discese compiendo gli stessi percorsi delle automobili. Chieti ne avrebbe bisogno perchè le due ruote occupano poco spazio e riducono gli ingorghi di traffico.
Si dovrebbe incentivare l'uso dei motocicli, magari escludendo da certe zone i cinquantini a due tempi che sono rumorosi e inquinanti, in modo da promuovere l'uso di motoveicoli più civili. Così, anche senza arrivare alla pedonalizzazione totale che ormai sembra un sogno impossibile, la città ne guadagnerebbe.
Vent'anni fa a Chieti c'era qualche zona pedonalizzata (via Arniense, piazza San Giustino e, qualcuno ricorderà, il tappeto lungo il corso). A quei tempi molti commercianti non capivano ancora il vantaggio della pedonalizzazione per lo shopping e la restituzione di questi luoghi al caos automobilistico provocò poche proteste. Ma ora i tempi sono cambiati e, almeno in teoria, dovrebbe essere cambiato anche l'orientamento dell'amministrazione. Tutti i centri storici sono stati pedonalizzati, invece a Chieti esistono solo automobili parcheggiate ovunque, tra poco le vedremo anche sui tetti e sui balconi. Uno scempio incredibile.
Le due ruote sono meno invadenti, esistono anche modelli elettrici puliti e silenziosi, ma le strade scoscese di Chieti rendono molto difficile il parcheggio perché il veicolo a due ruote può facilmente rovesciarsi. Perciò, per incentivarne l'uso, occorrono parcheggi riservati: MOLTI parcheggi. Nelle zone vicine alle scuole il parcheggio motorini è un obbligo perché sappiamo che la maggioranza degli studenti non è patentata, usa solo motorini. Ma a Chieti si fa il contrario: l'amministrazione comunale ha imposto un tacito bando contro le due ruote. Infatti nei diversi parcheggi esistenti abbiamo questa situazione:
- Trinità: il parcheggio sulla piazza ABOLITO (salvo un pezzo di marciapiede all'inizio del viale)
- Villa: niente (né sul viale principale, né dalla parte di viale Europa)
- nei pressi dell'Istituto Galiani: niente;
- Liceo scientifico: niente;
- Civitella e istituti pedagogico e della comunicazione: niente;
- Liceo classico: ABOLITO (i pochi posti dietro i tempietti sono utilizzati a deposito materiali e perennemente transennati) sotto il vicolo del Liceo, in via Principessa di Piemonte, non c'è niente;
- piazza Barbella: niente;
- Piazza San Giustino: ABOLITO (numerose moto vengono lasciate dentro i portici)
- quartiere Santa Maria: niente;
- Piazza Matteotti: niente;
- Piazza Malta: niente;
- Piazza Umberto: niente;
- via Nicolini e zona Clinica Spatocco, scuole De Lollis: niente;
- zona Istituto Industriale e Istituto d'Arte: niente;
- Piazza Garibaldi: niente (si parcheggia abusivamente sui marciapiedi);
- tutto il percorso delle vie Salomone, Olivieri, Herio, Pianell: niente (anche lo spazio davanti all'ingresso della scala mobile in eterno rifacimento sembra essere interdetto alle moto); e si potrebbe continuare perché anche a Chieti Scalo, nonostante la forte presenza di studenti e la comodità del territorio pianeggiante, la situazione non è molto diversa.
Una città di 50mila abitanti ha concesso alle moto solo pochi metri di spazio davanti alle Poste di via Spaventa e all'incrocio tra il corso e via Arniense. La stessa città, con la stessa logica, trasforma TUTTE le piazze e TUTTI i marciapiedi in parcheggi per autovetture e ammette perfino il transito di enormi autobus di linea alla Trinità e lungo Via della Liberazione. Sono convinto che tra non molto ci sarà anche l'atterraggio di Jumbo Jet nel corso Marrucino.
La mia proposta è quella di creare una zona riservata alle moto in ogni parcheggio (fisicamente riservata, con una sorta di rastrelliera che impedisce l'invasione da parte delle vetture) e creare parcheggi per soli motorini nei pressi delle scuole.
Alcune vie (via dei domenicani, via Paolucci, via di Porta Napoli, il tratto aperto del corso Marrucino) dovrebbero essere riservate alle moto almeno per il periodo estivo. Ogni spazio per auto può ospitare 4 o 5 motocicli o scooter: è un modo quasi miracoloso per moltiplicare la mobilità urbana!
Poi si potrebbe istituire alla Villa o alla Trinità un servizio di noleggio e ricarica di veicoli elettrici con autorizzazione a percorrere anche le zone pedonali.
L'utilità di questi mezzi è sicuramente discutibile anche perché la loro circolazione sarebbe limitata al solo centro storico, credo però che potrebbe essere un modo, anche divertente, per cominciare a familiarizzare con questi nuovi mezzi
4 commenti:
Ogni tanto ti ricordi del nome e la motivazione per cui avevi creato questo valido sito,ed allora in questi casi provo a dire la mia.
La domanda è questa:
Perchè nel disegno della nuova città che la "disamministrazione Comunale" sta realizzando ( almeno per quanto si legge sui manifesti giganti che tappezzano il colle ) non ci mettiamo anche questa chicca degli scooter elettrici?
Con un altro pò di fantasia riusciremo a crearci la ns città dei sogni, ed allora giu con:
- Centro storico pedonale
- Piste ciclabili
- Caffè con tavolini all'aperto
- Bici elettriche da noleggiare
- Parchi pubblici
- Parcheggi interrati
- Varchi elettronici per accesso in centro
- Stadio per il Chieti Calcio
- Aree verdi fiorite
- Segnaletiche stradali Aeree ordinate e non alla rinfusa
.....e tanto altro.
Ma possibile che per la ns città queste caratteristiche normali per le altre, devono restare ancora un sogno?
Comunque una cosa è certa, la fantasia non manca a chi propone la pubblicazione di tali slogan:
" DA TRE ANNI STIAMO RIDISEGNANDO LA CITTA'"
Io mi chiedo solo con che coraggioooo.......!!!!!
Saluti e buone vacanze a tutti.
P.S. Chissà se un bel bagno al mare rinfrescherà le idee a chi ci stà cancellando per sempre dalla storia...
altro che ridisegnando!!
Reval72
@reval
queste sono utopie per la città di Chieti, realtà per ogni altra città, ma per noi sono sogni. Non esiste la filosofia per fare le cose. Questa sera sono stato a vedere per una mezzoretta gli scavi, vedere che tecnica usavano, come procedevano e quant'altro. C'era una tizia che dirigeva ogni movimento dei due operai che erano calati nello scavo, questi operavano con una cazzuolina che se usata bene e alacremente ci avrebbero impiegato un anno a tirare fuori i cocci che man mano si ritrovavano e si catalogavano in un sacchetto di plastica numerati 106 e 116. Con una mano l'operaio muoveva la cazzuola e con l'altra reggeva una sigaretta accesa. Un altro nella buca commentava, rivolto a me e ad altri che osservavano:" dovremmo fare un bunker, no dobbiamo proteggerci dagli sguardi meglio, dobbiamo far pagare per assistere... mah! adesso faccio qualche disegno della struttura". Si vedeva che lavoravano con "lena", gli impiegati dei beni archeologici tanto da farmi dire:" beato il ministro che vuol cacciare via tutti i fannulloni".NON SI FA' NIENTE SERIAMENTE SU DA NOI. E' UNA VERGOGNA.
@ Reval72
Per quanto riguarda il manifesto risponderò con un apposito post. Lo faccio per raccogliere lo spunto che viene dal tuo intervento, anche se non la ritengo una questione che possa meritare attenzione. La salute dei cittadini invece ne merita molta, perciò credo che sia sbagliato considerare fuori tema gli articoli che ho dedicato ai problemi e alle minacce alla nostra salute. Sempre più frequesti e sempre più gravi, purtroppo.
Una cosa però mi dovresti spiegare: perché vorresti mettere l'idea dei veicoli elettrici (che sarà pure un po' stramba, ammetto, ma è una cosa che a Chieti non c'è) tra le cose che l'amministrazione si vanta d'aver fatto in questi anni? forse intendi che appartengono tutte al mondo della fantasia? Magari! se il Festivalbar fosse stato fantasia i soldi sarebbero ancora nelle casse del comune.
io sono un ciclista urbano,12 mesi su 12 anche d'inverno
Chieti non sarà il massimo,ma qualche pista ciclabile "immaginaria"(strade e marciapiedi)la trovo ugualmente e mi adatto.
un saluto a Tom
Theate'74
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