La storia degli orsi avvelenati non è passata inosservata, ma è difficile capire cosa sta succedendo.
Franco Tassi parla di sfacelo organizzativo e denuncia che nel Parco dilagano “abusi d’ogni genere, edilizia e bracconaggio, tagli boschivi e discariche, fuoristrada e motocross” (vedasi articolo su PrimaDaNoi). Sembra che la regione verde d'Europa abbia deciso di cambiare rotta. L’Abruzzo dev'essersi proprio stufato della sua fama di paradiso ambientalista. Qualcuno ha cominciato ad intraprendere nuovi percorsi, più confacenti al pianeta che si intossica, si riscalda, si desertifica... Hanno cominciato con le misteriose sostanze stivate nei laboratori del Gran Sasso, gli scarichi abusivi nei fiumi e nel mare, i micidiali veleni interrati segretamente accanto agli stabilimenti di Bussi, le venefiche emissioni dei cementifici, le concentrazioni elettromagnetiche di San Silvestro e di Block-House, l'amianto mai bonificato nei tanti capannoni industriali abbandonati. Adesso l’Arta denuncia depuratori malfunzionanti che immettono in mare le loro colture batteriche e tra poco arriveranno gli impianti petroliferi nelle campagne dell'alto chietino. I tentativi di salvare splendidi tratti di costa sono stati sconfitti dall'affarismo politico in cui si trovano alleati destra e sinistra. I boschi bruciati dagli incendi dolosi. L'acqua inquinata. I rifiuti che nessun vuol riciclare e non si sa in quali discariche buttare. Sembra che niente riesca a salvarsi, nemmeno quel simbolo che era diventato per antonomasia l’emblema di tutto l'Abruzzo, la regione dei parchi: stanno uccidendo anche gli orsi. Perché?
Nessun commento:
Posta un commento