Siamo in tempo di vacanze e credo che anche il blog possa prendersi una pausa. Chiudo con un post quasi balneare con cui voglio recuperare le parole inserite poco fa da "Robin Hood" in una discussione riguardante il post dell'11.06 che rischia ormai di non essere più vista dai nuovi visitatori. "Robin Hood" dice che la politica si fa come farebbe un buon padre con la sua famiglia.
Mi trovo molto d'accordo con questo pensiero. Tante divisioni, tante polemiche e tante contrapposizioni sono fittizie, ingannevoli. Credo che sia importante riuscire a guardare oltre. Qualcuno forse continuerà a dirci che la politica è guerra tra rossi e neri, un gioco di lobby e che noi stiamo solo cercando di occultare il colore della nostra bandiera, ma un commento come quello di Mario Di Fabrizio (alias Robin Hood) mi restituisce molta fiducia.
Mi trovo molto d'accordo con questo pensiero. Tante divisioni, tante polemiche e tante contrapposizioni sono fittizie, ingannevoli. Credo che sia importante riuscire a guardare oltre. Qualcuno forse continuerà a dirci che la politica è guerra tra rossi e neri, un gioco di lobby e che noi stiamo solo cercando di occultare il colore della nostra bandiera, ma un commento come quello di Mario Di Fabrizio (alias Robin Hood) mi restituisce molta fiducia.
Il concetto di "buon padre di famiglia" non è solo un vecchio modo di dire. Lo troviamo anche nel codice civile, dove si dice che "nell'adempiere l'obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia".
In questa espressione la giurisprudenza oggi vede semplicemente un modo per indicare l'uomo medio, cioè la persona a cui non è richiesta alcuna particolare professionalità. Ma io credo che sia giusto e possibile usare in politica lo stesso concetto ponendolo oltre l'ambito strettamente giuridico. Credo che si possa immaginare un impegno politico assunto con la diligenza del buon padre di famiglia nel senso di uomo che opera per il bene della famiglia, cioè la città, la regione o la nazione.
Il buon padre di famiglia è un criterio che deve escludere l'egoismo personale e il semplice tornaconto immediato. Egli deve agire nell'interesse dell'intero gruppo familiare. Deve salvaguardarne la reputazione e il futuro. Il buon padre di famiglia quindi è il contrario del manager a cui si richiede intraprendenza, destrezza, spregiudicatezza, risultati immediati e tangibili. E' il contrario di quello che sono diventati i politici di oggi, professionisti della politica. Questo ha contribuito a fare della classe politica una sorta di casta chiusa, ma si tratta di un'evidente degenerazione, infatti ai politici non è mai stata richiesta alcuna competenza specifica, alcun particolare titolo di studio, è ciò proprio perché non si chiede loro di essere specialisti, ma uomini "medi", semplici padri di famiglia che godono di una stima certificata dal voto.
Io credo che il successo elettorale che ha portato a Palazzo d'Achille il sindaco Ricci (un successo più personale che politico) si possa spiegare in questi termini, cioè attrverso il desiderio diffuso di affidare la città ad un uomo che non proveniva da apparti di partito, che non vantava legami col mondo imprenditoriale, ma si presentava appunto come un buon padre di famiglia, saggio e riflessivo. Un uomo di Chieti, legato alla città, che aveva mostrato di sapersi prendere cura dei suoi figli, dei suoi pazienti e anche degli sfortunati dell'Africa.
Quest'orientamento non era dettato da ignoranza o da ingenuità rispetto alla difficile arte della politica. E' un orientamento corretto. Sappiamo bene che nell'apparato amministrativo ci devono essere anche i dirigenti con capacità manageriali, ma la città non ha bisogno di essere guidata da un manager, non ha bisogno di gettarsi nel turbine dei mercati, non ha bisogno di garantire gli spazi di manovra agli affaristi, non ha bisogno di montare baracconi da Festivalbar, nè di svendersi ad orde passeggere di turisti tutto compreso. Purtroppo però è proprio questo che è successo. L'amministrazione Ricci si è fatta prendere dall'ansia di realizzare risultati e così ha accettato i suggerimenti dei piazzisti della managerialità. Così è caduta in pieno nelle vecchie logiche spartitorie e ha confuso il benessere della città con l'interesse di alcuni settori imprenditoriali.
Ora gli elettori di Ricci si trovano come quei figli che non vedono mai tornare a casa il proprio padre che è troppo preso dai suoi affari. Forse il padre lavora giorno e notte pensando di fare qualcosa di buono anche per i figli, ma intanto questi crescono come orfani abbandonati.
A questo si deve aggiungere che molti dubitano anche della bontà di quegli affari. Il buon padre di famiglia non fa debiti per mandare i figli al Luna Park, non si preoccupa di far comparire il campanile in TV, non impegna tutte le energie nella realizzazione di un Villaggio senza considerare che gli atleti a Chieti non troveranno nessuna vera accoglienza.
Il buon padre di famiglia è capace di imporre anche rinunce e divieti per preservare il patrimonio archeologico, architettonico, culturale e sociale; è capace di guardare il futuro senza rincorrere le mode del momento. Valga come esempio la chiusura delle strade. Divieti di transito e divieti di sosta sono sacrifici che fanno fuggire chi vive in simbiosi con l'automobile, però questi sacrifici possono preservare il valore e la bellezza della città, possono renderla amabile.
Una città che offre il godimento della passeggiata, della quiete, dell'aria respirabile, dei marciapiedi puliti e del verde ben curato attrae a sé le persone capaci di apprezzare queste doti, gli artisti e gli amanti dell'arte, gli studiosi e gli anticonformisti. E queste persone possono portare alla città più di quanto faccia un ragazzino che arriva per passare la serata allo Stellario o quello che arriverà per i futuri divertimentifici (Walk & fun).
Le scelte di qualità vengono ripagate (anche se occorre un certo tempo) quando le persone più avvedute capiscono che è vantaggioso comprare casa a Chieti o mandarci i figli a studiare, come accadeva quando dalle zone montane e anche dal Molise i ragazzi venivano nei nostri convitti. Così si rigenera quello spirito borghese che in altri luoghi è stato allegramente distrutto. Così si potrebbe restituire valore alle cose e recuperare la qualità del tempo. Non rincorrendo l'ultimo grido.
.
In questa espressione la giurisprudenza oggi vede semplicemente un modo per indicare l'uomo medio, cioè la persona a cui non è richiesta alcuna particolare professionalità. Ma io credo che sia giusto e possibile usare in politica lo stesso concetto ponendolo oltre l'ambito strettamente giuridico. Credo che si possa immaginare un impegno politico assunto con la diligenza del buon padre di famiglia nel senso di uomo che opera per il bene della famiglia, cioè la città, la regione o la nazione.
Il buon padre di famiglia è un criterio che deve escludere l'egoismo personale e il semplice tornaconto immediato. Egli deve agire nell'interesse dell'intero gruppo familiare. Deve salvaguardarne la reputazione e il futuro. Il buon padre di famiglia quindi è il contrario del manager a cui si richiede intraprendenza, destrezza, spregiudicatezza, risultati immediati e tangibili. E' il contrario di quello che sono diventati i politici di oggi, professionisti della politica. Questo ha contribuito a fare della classe politica una sorta di casta chiusa, ma si tratta di un'evidente degenerazione, infatti ai politici non è mai stata richiesta alcuna competenza specifica, alcun particolare titolo di studio, è ciò proprio perché non si chiede loro di essere specialisti, ma uomini "medi", semplici padri di famiglia che godono di una stima certificata dal voto.
Io credo che il successo elettorale che ha portato a Palazzo d'Achille il sindaco Ricci (un successo più personale che politico) si possa spiegare in questi termini, cioè attrverso il desiderio diffuso di affidare la città ad un uomo che non proveniva da apparti di partito, che non vantava legami col mondo imprenditoriale, ma si presentava appunto come un buon padre di famiglia, saggio e riflessivo. Un uomo di Chieti, legato alla città, che aveva mostrato di sapersi prendere cura dei suoi figli, dei suoi pazienti e anche degli sfortunati dell'Africa.
Quest'orientamento non era dettato da ignoranza o da ingenuità rispetto alla difficile arte della politica. E' un orientamento corretto. Sappiamo bene che nell'apparato amministrativo ci devono essere anche i dirigenti con capacità manageriali, ma la città non ha bisogno di essere guidata da un manager, non ha bisogno di gettarsi nel turbine dei mercati, non ha bisogno di garantire gli spazi di manovra agli affaristi, non ha bisogno di montare baracconi da Festivalbar, nè di svendersi ad orde passeggere di turisti tutto compreso. Purtroppo però è proprio questo che è successo. L'amministrazione Ricci si è fatta prendere dall'ansia di realizzare risultati e così ha accettato i suggerimenti dei piazzisti della managerialità. Così è caduta in pieno nelle vecchie logiche spartitorie e ha confuso il benessere della città con l'interesse di alcuni settori imprenditoriali.
Ora gli elettori di Ricci si trovano come quei figli che non vedono mai tornare a casa il proprio padre che è troppo preso dai suoi affari. Forse il padre lavora giorno e notte pensando di fare qualcosa di buono anche per i figli, ma intanto questi crescono come orfani abbandonati.
A questo si deve aggiungere che molti dubitano anche della bontà di quegli affari. Il buon padre di famiglia non fa debiti per mandare i figli al Luna Park, non si preoccupa di far comparire il campanile in TV, non impegna tutte le energie nella realizzazione di un Villaggio senza considerare che gli atleti a Chieti non troveranno nessuna vera accoglienza.
Il buon padre di famiglia è capace di imporre anche rinunce e divieti per preservare il patrimonio archeologico, architettonico, culturale e sociale; è capace di guardare il futuro senza rincorrere le mode del momento. Valga come esempio la chiusura delle strade. Divieti di transito e divieti di sosta sono sacrifici che fanno fuggire chi vive in simbiosi con l'automobile, però questi sacrifici possono preservare il valore e la bellezza della città, possono renderla amabile.
Una città che offre il godimento della passeggiata, della quiete, dell'aria respirabile, dei marciapiedi puliti e del verde ben curato attrae a sé le persone capaci di apprezzare queste doti, gli artisti e gli amanti dell'arte, gli studiosi e gli anticonformisti. E queste persone possono portare alla città più di quanto faccia un ragazzino che arriva per passare la serata allo Stellario o quello che arriverà per i futuri divertimentifici (Walk & fun).
Le scelte di qualità vengono ripagate (anche se occorre un certo tempo) quando le persone più avvedute capiscono che è vantaggioso comprare casa a Chieti o mandarci i figli a studiare, come accadeva quando dalle zone montane e anche dal Molise i ragazzi venivano nei nostri convitti. Così si rigenera quello spirito borghese che in altri luoghi è stato allegramente distrutto. Così si potrebbe restituire valore alle cose e recuperare la qualità del tempo. Non rincorrendo l'ultimo grido.
.
10 commenti:
E allora perché studi Scienze politiche?" domandavo all’inizio dell’università ad un’amica, più grande di me, che parlava della politica italiana con toni sempre sprezzanti e liquidatori. "Per tenermene lontana!" era la risposta, preparata ma efficace, che questa mi opponeva. Oggi a distanza di anni direbbe la stessa cosa. La disaffezione dei cittadini alla politica e l’allontanamento che si crea tra questi e la classe che li governa, fortemente sentito sopratutto a livello comunale; è un vecchio tema che in Italia, di tanto in tanto, torna alla ribalta. Il fenomeno di per sé è noto, eppure sono (e sono state) molto diverse le declinazioni nelle quali esso si è di volta in volta espresso. Oggi che la pazienza appare al limite, il malumore diventa complessivo e non chiaramente indirizzato. Da una parte delude la politica intesa come azione di governo, che non solo non riesce a rilanciare un’idea forte verso la quale dirigersi con slancio, ma non sa nemmeno prendere delle decisioni pragmatiche e contingenti; dall’altra ci irrita la politica intesa come ceto sociale, percepito ormai come una casta, sempre più distante non solo dalle necessità, ma anche dagli stili di vita delle persone che l’hanno eletta. C'è molto dilettantismo e molti sono lì solo per scaldare la cadrega e a difendere interessi personali fregandosene delle esigenze reali di chi, in base a d un programma, li ha votati. Si sente sempre più spesso ripetere : " Si stava meglio quando si stava peggio..... "
sono d'accordo sia con Tom che con il commento,qualsiasi cosa dicessi sarebbe un " ripetitivo ".
Ma per confermare quanto siano vere le analisi fatte,permettimi di farti conoscere due "disavventure " dell'attuale amministrazione che potrebbero risolversi a costo ZERO.
L'anno scorso,al Teatro Marrucino l'attuale sindaco si impegnò con L'asssociazione NOI DEL G.B. VICO a ripulire GLI OCCHI DELLA STATUA DEL CHIARINI,"pittate " da qualche buontempone di un colore bianco.
Mi ero posto IO a farlo GRATIS.
La statua è ancora con gli occhi bianchi...
In questi giorni si parla tanto di evitare i consumi di acqua.
Andate " ALLA PIAZZA DELLA VERDURA...!!!". Premete il pulsante della fontana per bere..e vedete se si chiude!!!!L'aqua seguita ad uscire e sprecarsi.Ma buon Dio,i vigili,gli amministratori,etc.dove stanno ?
Ma Ricci sarebbe un BUON PADRE DI FAMIGLIA.
SE LO FOSSE DOVREBBE PRENDERE QUALCHE DIRIGENTE E PRENDERLO A CACI NEL SEDERE....!!!!
Tutte queste popò di parole per dire quello che ti fà così tanto incazzare se a scriverlo sono io.
Insomma..Ricci: buon padre di famiglia, ottimo medico, stimato missionario. Daccordo con te.
Ma ora convieni anche tu finalmente con me, che per fare il sindaco di una città queste tre doti non sono sufficienti.
Ci siamo resi conto che Ricci non è in grado di fare il sindaco ed i componenti della sua giunta non sono in grado di occupare quelle poltrone.
Quindi questi signori devono tornare a casa prima che il danno sia irreparabile.
P.S. Mentre scrivo sta passando un auto che comunica alla cittadinanza che l'erogazione dell'acqua è stata sospesa fino alle 07.30 di domani mattina. Peccato che sono solo le 23 e l'acqua è andata via verso le 19.00 mentre facevo la doccia..
Ecco lo specchio del nostro comune. Poi qualcuno mi dica come si fà ad avere stima della propria amministrazione comunale che ti chiude l'acqua come ai detenuti, ( forse loro stanno meglio ), e poi hanno la faccia tosta di mandare nelle nostre cassette delle posta, certe "bollette" che non si pagano neanche a Milano: Scusate ma, io di questi, non ne posso più!!
Buone vacanze a tutti.
- 66100 -
Ha Ha, a volte cose serie diventano divertenti solo per una lettera mancante in una parola. Luciano ha centrato un problema fondamentale, se l'Amministrazione Comunale non funziona la colpa non è solo di Sindaco ed assessori ma anche di chi ha il compito esecutivo, cioè dei Dirigenti. Solo che magari dovrebbero essere presi a "calci" nel sedere e non a "caci", anche perchè sarebbe più difficile. Passatemela questa battuta. Non posso darvi torto, molto spesso tendono a perdersi in un bicchiere d'acqua, trascurano quelli che sono i "piccoli problemi" che noi cittadini troviamo nel quotidiano per dedicarsi a quelli grandi ...... poi alla fine non fanno ne questi e ne quelli.
Per 66100:
Sulla Cronaca d'Abruzzo di oggi c'è un articolo sulle telecamere che presto verranno montate sui tempietti romani. Bene, verranno donate lunedì 30 luglio dal Consorzio Chieti C'Entro alla Sovrintendenza Archeologica. Finalmente un mezzo in più per combattere gli imbecilli, anche se sarà una piccola rinuncia per chi tiene alla propria privacy. Pazienza, sono comunque contento che si siano decisi, speriamo che dopo il dono si sbrighino anche a montarle.
Buone vacanze anche a voi.
Roberto Di Monte
www.chietiscalo.it
Ciao John. Ho visto. Non posso che essere contento:
Basta che ci si sblocchi da questo
immobilismo, e da questa indifferenza mostrata dalla giunta Yoghi che sono felice anche
se ritinteggiano le campane di S. Giustino.. Leggi il post che ho lasciato sul.. DUX ".
Ciao.
- 66100 -
Anche oggi 31 luglio 2007 ore 19.30, senz’acqua e senza avviso. Ho provato a contattare acquadotto, comune, vigili…di tutto di più..ma non c’è nessuno: Complimenti vivissimi alla giunta comunale di un capoluogo di provincia.. ” se eventualmente dovessi riuscire a contattare qualcuno del comune, so già che si giustificherà dicendo che la colpa dell’attuale situazione è della passata amministrazione che non ha previsto che, a distanza di due anni, saremmo rimasti senz’acqua e ancor meglio senza uno straccio d’informazione preventiva “… di nuovo grazie a Ricci e la sua band.. Non ho parole!!!
- 66100 -
E' da oltre un anno che segnalo il disagio causato dalla sospensione idrica notturna e dall'insufficiente pressione nelle condutture durante il giorno, ma nessuno mi ha ascoltato, questa Amministrazione andava in giro dicendo che non c'era acqua già dall'inizio dell'autunno scorso, ma nulla si è fatto per gli sprechi e le perdite più volte segnalate, il tutto perchè non si aspettava altro che consegnare la patata bollente all'ACA.
Rogin Hood (Mario Di Fabrizio)
Se gli elettori teatini nell'aprile di due anni fa avessero nutrito il pur tenue sospetto che il dott. Ricci non s'accingeva a governare la città quanto piuttosto il suo intento era quello di governare i capricci di partiti e partitini che da lui palesemente non si sentivano rappresentati, il suo risultato sarebbe stato vicino allo zero.
Oggi si tende a dimenticare che i partiti del nostrano centrosinistra son guidati da prestigiatori che ad ogni tornata elettorale hanno estratto a sorpresa un coniglio dal cappello: il colonnello Pappalardo! il rettore Crescenti! il prof. Tenaglia! ogni volta era un Bingo e ce n'era uno già pronto anche per le comunali del 2005, non disceso da cattedre d'accademia bensì dagli austeri scranni della Regione e della Provincia. Ricci è stato in quel frangente uno scudo teatino da opporre a quelle disastrose risoluzioni strategiche.
Salito a Palazzo d'Achille il neoeletto si dev'esser trovato con tutto lo stato maggiore del centrosinistra schierato a chiedergli conto dell'affronto, giacché nessuno ha mai sospettato ch'egli avesse qualche merito della vittoria politica, v'era solo la certezza ch'egli avesse guastato il gioco degli eterni ed infallibili perdenti.
Nell'ombrosa spelonca rivestita di logori damaschi ancora fortemente impregnata di tanfi nostalgici e di muffe raccomandopolesche il nuovo inquilino, a dispetto della sua gagliarda stazza, dev'essersi sentito debole e solo. Smarrito tra il ciclopico impegno che s'era coraggiosamente assunto e la mancanza di padroni e di padrini, con inesperienza di ricatti e di maneggi e senza nemmeno il sostegno morale dei dipendenti municipali, dev'essersi sentito perduto al punto di rimettere nelle mani dei prestigiatori di corte lo scettro ricevuto dal voto dei cittadini.
Lo scettro è ora ridotto a bacchettina magica usata a mo' di mestolo per pretesi rimpasti da fare dentro il cappello a cilindro annunciando sempre nuovi prodigi, spettacoli sensazionali, estrazione di ricchi premi e cotillon. Gli illusionisti sono sempre più maldestri, non sanno usare nemmeno i facili trucchi da teleschermo, hanno fatto crollare il drappo del teatro, hanno fatto fuggire i colombi conservandone tuttavia il guano e si trovano ora a rimestare anche tra le verdure lanciate dal deluso e furente pubblico.
L'infinito rimpasto o rimpasticcio degli apprendisti stregoni della politica teatina non finirà e il capro espiatorio non sarà sacrificato finché non sarà pronto un nuovo coniglio da mostrare alla folla come prodigio del loro genio politico. S'aspetteranno un'ovazione e a noi non resterà che prepararla seguendo il buon esempio del saggio Eduardo (www.youtube.com/watch?v=gkrnK0igAP0). Nel momento in cui il prossimo bianconiglio sarà estratto dal magico cilindro, poiché non v’è dubbio che i saputelli della sinistra non sapranno rinunciare allo sfoggio di toghe e di blasoni, potremo certamente declamare a gran voce un celebrato nome, un duca alfonso maria di sant'agata dei fornai...
Al dott. Ricci, aspirante capro, vorrei solo chiedere, se può, di uscire dalla sua spelonca damascata per tornare in mezzo alla gente e di farlo prima che sia troppo tardi e siano troppo confusi i torti e le ragioni. Se verrà tra noi senza seguito di mezze cartucce insegneremo anche a lui la nostra volgarissima arte di usare quel lembo di pelle che sta in ogni mano tra l'indice ed il pollice.
Mastro Gen d'Alf
Fantastico Mastro Gen d'Alf.
Hai preso il pennello e hai dipinto il quadro:
E' un opera d'arte!
Saluti..dalla Chieti senz'acqua..e con un imminente rincaro deciso dall'amministrazione comunale stimato intorno al 97% in più ( doppio dell'attuale ) sulle prox bollette..!!!
...Ma con che che faccia andranno in giro questi personaggi?...bha !
- 66100 -
un sindaco che non è più il sindaco di tutti quì a Chieti e non lo è più neanche della sua maggioranza che ha ancora la faccia tosta di stare lì a "rubare" lo stipendio invece di dimettersi e andarsi a nascondere da qualche parte. Come se non bastasse il casino dei Casoni, col puzzolentissimo termovalorizzatore vicino al centro abitato adesso ha anche il problema dell'acqua inquinata fatta bere ai cittadini di Chieti chissà da quanto tempo. Questi delinquenti diluivano l'acqua con quella dei pozzi inquinati, contravvenendo alle più elementari regole della comunità europea che lo vieta severamente.
Posta un commento