Dopo aver pubblicato l'avviso dell'assemblea cittadina sulla questione dei rifiuti sono stato per alcuni giorni lontano da Chieti e solo oggi ho letto i commenti e le notizie e ho scoperto che c'è stata anche una seconda assemblea in contrada Casoni e una manifestazione pubblica è prevista per il prossimo 11 luglio alle ore 18 (doppio corteo, uno con partenza dal piazzale antistante lo stadio Angelini è l’altro che partirà dal Bivio di Brecciarola).
Riporto qui i link alle principali notizie:
A quello che è stato già detto posso solo aggiungere che mi sembra davvero deplorevole che i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale, la cui presenza all'assemblea era indispensabile, non abbiano neanche potuto terminare i loro interventi e che abbiano poi rinunciato a partecipare alla seconda assemblea. E' una sconfitta per tutti. Non basta compiacersi dell'aver sollevato il problema e di aver allertato la cittadinanza (anche se questo rappresenta già un risultato positivo in una città abitualmente sonnolenta) se poi, invece di affrontarlo con l'appoggio degli esponenti locali come è avvenuto in Val di Susa e nell'area protetta di Serre, dove i sindaci erano in prima fila a sostegno degli interessi dei residenti, si degenera in divisioni strumentali.
Capisco che non è facile gestire serenemente un problema che evoca lo spettro di terribili malattie e che non può essere affrontato senza conoscenze scientifiche che spesso mancano agli stessi "esperti". Eppure una gestione è necessaria. Non possiamo far finta che i rifiuti non esistono e non possiamo nemmeno pretendere tutti che le discariche vengano fatte sempre da qualche altra parte. Chi decide deve trovare la soluzione e qualcuno deve accettare le decisioni. La risposta isterica è sbagliata. E quanto più isterica e irragionevole è la risposta della gente, tanto più forte sarà per gli amministratori la tentazione di occultare le decisioni.
Le discariche non le vuole nessuno e tantomeno gli inceneritori, ma se si continua a gettare tutto nel sacco della spazzatura (3 o 4 sacchi al giorno per famiglia) sarà inutile andare a protestare con gli amministratori. La gestione dei rifiuti inizia dentro le nostre case. Anche di questo si dovrà parlare nelle assemblee e nelle manifestazioni. I rifiuti non cadono come pioggia dalle nuvole. Non possiamo fare come i napoletani che non rinunciano ai comodi posti di lavoro clientelari nelle imprese (le imprese che invece di raccogliere i rifiuti producono esse stesse le emergenze per ottenere sempre maggiori investimenti) e poi vanno a dare l'assalto alla vettura del commissario di governo mandato a risolvere il problema.
Nel leggere i commenti al mio ultimo post ho trovato simpatici nickname che mi hanno dato l'impressione di trovarmi nella foresta di Sherwood. Credo che il sindaco di Chieti, se vuole evitare di dover recitare lo sgradevole ruolo dello sceriffo di Nottingham, farebbe bene ad attivarsi per ottenere dalla Regione e dalle imprese del settore il massimo di chiarezza informativa. Il Comune dovrebbe organizzare incontri tematici nei quali gli esponenti delle organizzazioni ambientaliste e i cittadini possano confrontarsi con gli autori del piano regionale e i loro consulenti. Gli incontri potrebbero servire a dissipare dubbi e paure oppure a disvelare eventuali errori e speculazioni. Potrebbe essere anche l'occasione per avviare nuove politiche di educazione civica finalizzata a differenziare le raccolte per il riciclaggio. Ma non è solo il sindaco che deve farsi carico dei suoi doveri di rappresentare gli interessi della cittadinanza, anche i cittadini devono fare la loro parte. Se manca perfino quel minimo di educazione per un regolare svolgimento degli incontri allora non si potrà dar torto a chi continuerà a decidere e contrattare nelle stanze chiuse degli assessorati.
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Riporto qui i link alle principali notizie:
- piano regionale e dichiarazioni del Vice-sindaco di Chieti;
- cronaca dell'assemblea cittadina del 28/6 di R. Di Monte
- commento all'assemblea cittadina del 28/6 di G. Zulli
- resoconto dell'assemblea del 2/7 di R. Di Monte
- valutazioni di Legambiente sul piano regionale dei rifiuti
- valutazioni di GreenPeace sul Trattamento Meccanico Biologico (pdf)
A quello che è stato già detto posso solo aggiungere che mi sembra davvero deplorevole che i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale, la cui presenza all'assemblea era indispensabile, non abbiano neanche potuto terminare i loro interventi e che abbiano poi rinunciato a partecipare alla seconda assemblea. E' una sconfitta per tutti. Non basta compiacersi dell'aver sollevato il problema e di aver allertato la cittadinanza (anche se questo rappresenta già un risultato positivo in una città abitualmente sonnolenta) se poi, invece di affrontarlo con l'appoggio degli esponenti locali come è avvenuto in Val di Susa e nell'area protetta di Serre, dove i sindaci erano in prima fila a sostegno degli interessi dei residenti, si degenera in divisioni strumentali.
Capisco che non è facile gestire serenemente un problema che evoca lo spettro di terribili malattie e che non può essere affrontato senza conoscenze scientifiche che spesso mancano agli stessi "esperti". Eppure una gestione è necessaria. Non possiamo far finta che i rifiuti non esistono e non possiamo nemmeno pretendere tutti che le discariche vengano fatte sempre da qualche altra parte. Chi decide deve trovare la soluzione e qualcuno deve accettare le decisioni. La risposta isterica è sbagliata. E quanto più isterica e irragionevole è la risposta della gente, tanto più forte sarà per gli amministratori la tentazione di occultare le decisioni.
Le discariche non le vuole nessuno e tantomeno gli inceneritori, ma se si continua a gettare tutto nel sacco della spazzatura (3 o 4 sacchi al giorno per famiglia) sarà inutile andare a protestare con gli amministratori. La gestione dei rifiuti inizia dentro le nostre case. Anche di questo si dovrà parlare nelle assemblee e nelle manifestazioni. I rifiuti non cadono come pioggia dalle nuvole. Non possiamo fare come i napoletani che non rinunciano ai comodi posti di lavoro clientelari nelle imprese (le imprese che invece di raccogliere i rifiuti producono esse stesse le emergenze per ottenere sempre maggiori investimenti) e poi vanno a dare l'assalto alla vettura del commissario di governo mandato a risolvere il problema.
Nel leggere i commenti al mio ultimo post ho trovato simpatici nickname che mi hanno dato l'impressione di trovarmi nella foresta di Sherwood. Credo che il sindaco di Chieti, se vuole evitare di dover recitare lo sgradevole ruolo dello sceriffo di Nottingham, farebbe bene ad attivarsi per ottenere dalla Regione e dalle imprese del settore il massimo di chiarezza informativa. Il Comune dovrebbe organizzare incontri tematici nei quali gli esponenti delle organizzazioni ambientaliste e i cittadini possano confrontarsi con gli autori del piano regionale e i loro consulenti. Gli incontri potrebbero servire a dissipare dubbi e paure oppure a disvelare eventuali errori e speculazioni. Potrebbe essere anche l'occasione per avviare nuove politiche di educazione civica finalizzata a differenziare le raccolte per il riciclaggio. Ma non è solo il sindaco che deve farsi carico dei suoi doveri di rappresentare gli interessi della cittadinanza, anche i cittadini devono fare la loro parte. Se manca perfino quel minimo di educazione per un regolare svolgimento degli incontri allora non si potrà dar torto a chi continuerà a decidere e contrattare nelle stanze chiuse degli assessorati.
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5 commenti:
Novità dell'ultima ora, lunedì 9 luglio alle ore 19,00 presso la Scuola Media Antonelli in via Amiterno, nei locali dell'Associazione Nuova Scalo Sud ci sarà una nuova assemblea cittadina, quindi aperta a tutta la cittadinanza, con la presenza del Sindaco Ricci che risponderà ai quesiti posti in questo giorni circa Chieti, Casoni ed il "Piano Regionale sui Rifiuti". E' nell'interesse di tutti partecipare, tutti vogliamo delle risposte concrete e sarà una buona occasione per provare ad ottenerle.
Roberto Di Monte
www.chietiscalo.it
CREDIAMO, O NON CREDIAMO A QUELLO CHE DICE IL VICE SINDACO? O VOGLIAMO FARE LE SCENEGGIATE NAPOLETANE?
già so come va a finire.
"" DICHIARAZIONE DEL VICE SINDACO MIRTA SCHIOCCHETTI :
« Rileviamo sugli organi di stampa notizie circa la previsione di realizzare un mega termovalorizzatore in bocca discarica in località Brecciarola in Contrada Casoni e a tal proposito è stato organizzato un incontro per la giornata del 28.06.07
Detta notizia che risulta priva di fondamento, sentita anche la regione, sta provocando, giusta paura negli abitanti della zona e in quelli della vallata .
Allo stato esiste una autorizzazione rilasciata dalla Regione Abruzzo per la realizzazione di un impianto di recupero mediante processo di trattamento meccanico biologico (TMB) e quindi di un trattamento alternativo all'incenerimento.
Detta autorizzazione ha iniziato il suo iter già durante la precedente giunta Cucullo
Detto impianto di trattamento meccanico Biologico è finalizzato al recupero dei rifiuti sia in via diretta che quale prodotti atti ad essere riutilizzati per beneficio dei suoli (compost) che ai fini energetici C.D.R..,gli ulteriori residui del trattamento sono inertizzati tanto da poter essere allocati in discarica riducendo notevolmente la emissione di odori molesti e di gas serra .
La Regione stessa ha chiarito nell'anno 2006 che l'impianto è finalizzato al recupero dei rifiuti e non allo smaltimento degli stessi con recupero del C.D.R. presso i cementifici.
Il piano regionale di smaltimento rifiuti in sede di approvazione da parte della Giunta Regionale, allo stato non presenta alcuna previsione concreta per la realizzazione di un termovalorizzatore.
Si specifica che l'approvando piano, si compone di due parti, una prima descrittiva dello stato di fatto ed una seconda attuativa del piano stesso.
Ebbene mentre nella prima parte vengono censiti gli impianti esistenti e quelli autorizzati (tra cui l'impianto di trattamento meccanico bilogico di Casoni) nella seconda fase l'iter proposto è il seguente:
a) la Regione detta i criteri per l'individuazione dei siti idonei ad accogliere le diverse tipologie impiantistiche;
b) le Province, sulla base di detti criteri e con eventuali criteri aggiuntivi, individuano le aree idonee ad ospitare ciascuna tipologia impiantistica;
c) gli ATO (ambiti territoriali ottimali ancora da costituirsi) sulla base delle individuazioni provinciali, provvedono a scegliere la tipologia impiantistica ed i siti (tra quelli definiti idonei dalla provincia per detta tipologia) ove realizzare gli impianti;
d) le autorizzazioni a realizzare gli impianti suddetti saranno rilasciate dalla Regione anche sulla base di valutazioni di impatto ambientale.
Si vorrebbe conoscere a tal proposito come il Comune, che ha sempre partecipato alla conferenza aperta agli incontri pubblici e alla conferenza di servizio,,(diversamente da tanti tutori dell'ambiente dell'ultima ora ,che adesso parlano) debba intervenire nei confronti della Regione in presenza di un iter individuativo di siti e metodologie che non è ancora iniziato
Alla luce di quanto esposto si riconferma come su Chieti si sta attuando proprio la tanto richiesta soluzione del trattamento meccanico biologico e come allo stato non esiste alcuna possibilità o previsione di attivazione di un impianto di termovalorizzazione e tantopiù di incenerimento
Ad ulteriore tranquillità dei cittadini si comunica che questo Comune ha contattato l'Assessore all'Ambiente Regionale ed il suo staff per fissare un incontro pubblico di chiarimento che sarà nostra cura comunicare alla città non appena sarà confermata la relativa disponibilità »"" .
I RIFIUTI DA FUORI PROVINCIA? TENETEVI L'AREA METROPOLITANA.
GL
Carissimo Di Monte, sono contento per la città di Chieti che si continui a parlare di questo gravissimo problema, perchè la nostra città non diventi la pattumiera d'Abruzzo, come è già stato deciso da qualcun altro ed altrove. Non aspettiamoci però quello che è successo per l'alta velocità, dove i sindaci in prima linea compatti guidavano la protesta dei cittadini, quì un sindaco non c'è mai stato ( si è visto in giro, ma non si è mai sentito se non nel procacciamento dei voti ai tempi delle riunioni nei comitati di quartiere... una cosa squallida...miseramente fallita ) o meglio uno che si è battuto affinchè le cose migliorassero nel tempo non l'ho mai visto... quì c'è invece uno che se ne sbatte altamente di tutto e la gente che interverrà sarà senz'altro gente esasperata e gli interventi come l'altra volta potrebbero essere anch'essi esasperati. C'è solo d'augurarsi che costui incominci a " dire e fare qualcosa di sinistra " altrimenti queste riunioni non portaranno da nessuna parte. Se il "mostro" lo faranno, bisognerà chiedere con forza che si faccia uno studio approfondito sull'impatto ambientale e chiedere garanziee scritte e certificate sulla quantità di inquinanti che verranno immessi nell'ambiente. Chiedere che le gare di appalto si svolgano alla luce del giorno e conoscere i nomi delle ditte appaltatrici. Certi impianti se vengono fatti cambiano la geografia del territorio in cui essi risiedono e pertanto occorre la massima vigilanza da parte di tutti. Si dovrà lottare per ottenere invece la raccolta differenziata, quella porta a porta che fanno in un sempre più alto numero di città in Italia dove si raggiunge in alconi casi il 75 % suddividendo "la munnezza" in 6 raccoglitori differenti. La tendenza generalizzata è questa e in futuro sarà la totalità, quindi un'opera del genere potrebbe essere la classica cattedrale nel deserto atta solo a far arricchire qualche speculatore prezzolato con i soldi della regione....
Dopo l'incontro del comitato spontaneo tenutosi ieri sera si è deciso che il corteo sarà unico con ritrovo, alle ore 17 di mercoledì 11, nel piazzale dello stadio Angelini; il corteo percorrerà Viale Abruzzo fino a Chieti Scalo dove in piazzale Marconi è prevista un'assemblea pubblica che servirà a spiegare ai cittadini le motivazioni che hanno spinto a una tale forma di protesta sociale.
Se il governo Berlusconi ci aveva regalato come suo ultimo atto una pessima legge delega in tema ambientale, anche l'ultimo atto del dimissionario governo Prodi, non è stato da meno. L’ordinanza con la quale ha concesso i CIP6 agli inceneritori campani sarà infatti ricordata come una pessima marcia funebre che ha avuto l’ unico -si fa per dire- merito di aprire gli occhi anche ai più sprovveduti circa il business correlato all’ incenerimento dei rifiuti, sempre che ancora qualcuno nutrisse dubbi al riguardo. Infatti, dopo che la gara per gli inceneritori in Campania era andata deserta proprio perchè i ben noti incentivi (CIP6, denaro preso dalla bolletta della luce di tutti gli italiani…) parevano in forse, la firma dell’ ordinanza che ha riconosciuto tali agevolazioni ai tre inceneritori, ha riaperto la corsa, dimostrando che, solo grazie a questi anomali incentivi l’ incenerimento è un buon affare per il gestore. Grazie a questi assurdi benefici infatti si garantisce ai gestori di questi impianti per i decenni a venire, fino a 50 euro per ogni tonnellata di rifiuti inceneriti. Chi avrà interesse a ridurre i rifiuti, a fare sul serio la raccolta differenziata, a promuovere il “porta a porta” se quanto più si brucia tanto più si guadagna? Ecco forse perché tanti ostacoli ad allargare l’ illuminante esperienza di Forlimpopoli e di tanti altri comuni in Italia!
Cosa ci resterebbe da bruciare se anche il 20% di residuo non riciclabile può essere trattato non in impianti insalubri quali gli inceneritori, ma in impianti di trattamento meccanico-biologico o addirittura diventare utile sabbia sintetica attraverso processi di estrusione? Anche se è rimasta la notizia più censurata dai media, ormai buona parte dei cittadini italiani sa che solo il nostro Paese sovvenziona con denaro pubblico la "termovalorizzazione" dei rifiuti, diventati per legge fonte energetica rinnovabile. Gran parte dei paesi europei (Belgio, Danimarca, Austria, Svezia) tassano, anche pesantemente, la "termovalorizzazione" con l'esplicita motivazione di incentivare il riciclo e la riduzione alla fonte. Negli Stati Uniti queste sovvenzioni sono state abolite a partire dagli anni Novanta e da quella data la costruzione di inceneritori in USA si è bloccata.
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