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08 giugno 2007

Termosvalorizziamoci

I bene informati dicono che stiamo facendo una battaglia donchisciottesca contro draghi immaginari che in realtà sono solo mulini a vento. Dicono che non c'è alcun termovalorizzatore e nemmeno i soldi per farlo. A me piacerebbe avere le loro stesse rassicuranti certezze e spero che qualcuno possa darcele. Ma intanto siamo già sulla strada sbagliata e il termovalorizzatore che ancora non c'è sta già causando danni "morali". Sì, perché il piano di realizzazione di termovalorizzatori in Abruzzo, qualunque sia la loro collocazione, la loro capacità di combustione e il loro impatto ambientale, indica una possibile soluzione al problema dei rifiuti. In una regione dove la raccolta differenziata non si fa per pigrizia mentale la semplice ipotesi di una comoda soluzione rafforza la pigrizia e ci preclude ogni possibilità di diffondere una buona pratica di raccolta differenziata e di riciclaggio dei rifiuti. Perciò è sbagliato parlare di inceneritori o di termovalorizzatori che non valorizzano nulla. Sbagliato anche se qualcuno potesse dimostrarci che non inquinano e che non si faranno mai. Purtroppo sappiamo anche che inquinano e sappiamo anche che un progetto c'è, in attesa di osservazioni.

Beppe Grillo sta facendo da tempo una campagna di controinformazione e anche oggi nel suo blog è tornato sulla questione con l'intervista al prof. Paul Connett che potete vedere qui.
Il docente di chimica ambientale a New York consiglia di contrastare la realizzazione degli inceneritori (antieconomici oltre che dannosi per la salute) senza fare discorsi catastrofici o troppo seri. Occorre uno spirito ottimista e coinvolgente per portare la gente verso soluzioni completamente diverse.

Riciclare è un impegno, una distribuzione di lavoro quotidiano, un progetto che mette in moto tante nuove attività. Fa nascere una nuova economia che produce beni dai materiali riciclati offrendo come sottoprodotto una migliore qualità ambientale, invece delle scorie tossiche. Vogliamo rinunciarci solo per avere un surplus di cianfrusaglie made in China che poi non sappiamo dove buttare?
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4 commenti:

Robin Hood ha detto...

In contrada Casoni di Chieti si costruirà un Bioessiccatore, ma tutti sappiamo che il CDR (combustibile ricavato da rifiuti bioessiccati) va comunque incenerito e l'incenerimento può avvenire in un Termovalorizzatore o cosa ancora più grave il CDR può essere usato come fonte energetica a basso costo per: altiforni, cementifici e strutture simili.
Se leggiamo la bozza del piano regionale sui rifiuti ci accorgiamo che Chieti viene destinata come sito per la realizzazione di un termovalorizzatore capace di bruciare CDR o rifiuti in quantità superiori all'intera produzione della regione Abruzzo; allora se uno più uno fa due viene spontaneo pensare che il Termovalorizzatore nascerà nelle immediate vicinanze del bioessiccatore consentendo così di abbattere i costi del trasporto del CDR.
Noi cittadini possiamo essere distratti su queste cose, ma i nostri politici non ci prendano per stupidi, non lo siamo affatto o forse lo siamo stati quando li abbiamo scelti a rappresentarci.

Anonimo ha detto...

parole sante Robin Hood
a questa gente interessano solo gli €€€€€€€€€€ anche a discapito della salute.
Onore a chi si batte contro questi provvedimenti scellerati degli amministratori:

ESPOSTO CONTRO LA COSTRUZIONE DEL TERMOVALORIZZATORE IN C.DA CASONI DI CHIETI :
Da 1 t di rifiuti in ingresso si producono 2 t di emissioni.Di queste emissioni totali, un 30x100 circa è costituito da ceneri pesanti tossiche, un 3 dal polverino e il resto (circa 66) da fumi che sono dispersi in atmosfera e che si legheranno ad altre sostanze per creare tonn. di altri inquinanti a firma di
Dott. CRISTIANO VIGNALI
Resp.Reg.Giov.Fiamma Tricolore

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI CHIETI

E per quanto di loro competenza

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO
AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CHIETI
AL SINDACO DI CHIETI
AL PREFETTO DI CHIETI
AGLI ASSESSORI E CONSIGLIERI DELLA REGIONE ABRUZZO, DELLA PROVINCIA E DEL COMUNE DI CHIETI
AGLI ORGANI D'INFORMAZIONE

Oggetto : Costruzione del Termovalorizzatore in C.da Casoni di Chieti .

Un nuovo spettro agita la sinistra teatina e la città di Chieti rivive l'incubo delle lotte sostenute dai cittadini una ventina di anni fa per contestare l'insediamento dell'inceneritore dei rifiuti solidi urbani che venne realizzato nonostante le sommosse popolari nel fondo Valle Alento che non ha mai funzionato .

Per la sua costruzione sono stati sperperati circa nove miliardi di vecchie lire a fondo perduto, poiché attualmente è abbandonato fatalmente al suo destino crudele .

Infatti, risulta quasi completamente distrutto con le aree circostanti alla sua struttura adibite a canile comunale .

Infatti, è in atto una mobilitazione generale contro il Piano Regionale sui rifiuti che è stato approvato, ma che ora è in attesa delle osservazioni e delle contestazioni delle opposizioni e dei cittadini e contro il progetto di un megaimpianto di bioessicazione per la produzione di combustibile da rifiuti ( c.d.r. ), ovvero un termovalorizzatore, in preparazione proprio nella discarica di Contrada Casoni che fino ad oggi ha accolto soltanto i rifiuti della città di Chieti .

Siamo di fronte ad un programma che prelude alla realizzazione di un termovalorizzatore ( inceneritore che brucia i rifiuti e produce energia , tristemente noto per l'emissione di sostanze ultra cancerogene per l'uomo come ad esempio le diossine e le nano polveri ) e individua Chieti per sua disgrazia come sito strategico per la gestione dei rifiuti solidi urbani nell'area metropolitana .


Inizialmente, a dare l'allarme e ad organizzare una campagna di informazione e di sensibilizzazione è stata proprio la " Base " ( attualmente per reazione non più qualificata con la specificazione del " centrosinistra", dopo le cocenti delusioni che sono venute dalla stessa amministrazione Ricci ).

Infatti, la Base ha contestato le scelte politiche fatte ad ogni livello comunale e regionale in maniera di rifiuti .

In particolare, gli esponenti della " Base" nel corso di una conferenza stampa il 24 maggio 2007 hanno citato una quantità di dati e forniti numerosi elementi della bozza del Piano Regionale ed hanno ricordato che vanno subito presentati le osservazioni al Piano, poiché entro il 15 giugno scade il termine per apportare le correzioni .

A tal proposito, proprio Beppe D'Angelo della "Base" ha spiegato che con una determina regionale sulla spianata della vecchia fornace di Casoni ( oggi adibita a discarica ) era stata autorizzata la costruzione di un impianto per il trattamento meccanico – biologico dei rifiuti per complessive 270.000 tonnellate annue di materiale finalizzato al recupero dei rifiuti trattati .

E' noto a tutti che, Chieti produce in un anno appena 30.000 tonnellate lorde di immondizia .

Utilizzando una interpretazione di una seconda determina esplicativa, la Deco, che starebbe realizzando l'impianto a Casoni, sta iniziando a costruire non l'impianto previsto ma un altro per la bioessiccazione dei rifiuti, ovvero il termovalorizzatore,che è stato inserito nel Piano Regionale sui rifiuti, con la previsione per l'Abruzzo d'impiantare o quattro piccoli termovalorizzatori o uno molto grande che, interpretando le specifiche presenti nel piano non potrà che essere ubicato nella già esistente discarica di Casoni .

Anche Silvio Di Primio della " Base " ha specificato che il Piano Regionale nasce già vecchio, poiché è inquinante, costoso e finanche contrario alle ultime direttive nazionali in materia .

La regione, in pratica sta percorrendo dieci anni dopo le stesse scelte che dieci anni fa fece la Campania con i disastrosi che oggi sono sotto gli occhi di tutti .

D' Angelo della Base si è posto le domande :

-Perché a Cheti non è partita la raccolta differenziata ?

-Perché proprio a Chieti si sta realizzando un impianto per la produzione di combustibile da rifiuti indifferenziati ?

Per i contestatori della Base, semplicemente :

-Perché i due rappresentanti nominati dal Comune al tavolo di concertazione regionale sul piano dei rifiuti non hanno sollevato obiezioni .

-Perché uno dei due ( rappresentanti comunali ) è dipendente della Deco che sta costruendo l'impianto di Casoni .

Inoltre, spulciando tra i dati della Commissione parlamentare che controlla i finanziamenti alla politica, continuano gli esponenti della Base, si è scoperto che la Deco ha finanziato " in maniera trasparente e certificata " nelle ultime elezioni regionali sia la Margherita con 20.000 euro, sia i DS con 25.000 e 15.000 euro, sia lo SDI con 15.000 euro .

Il prof. Giancarlo Quiricioni, sempre della " Base " ha spiegato che loro ostacoleranno con tutti i mezzi leciti la realizzazione di questo progetto proponendo in primo luogo obiezioni ed osservazioni al Piano Regionale sui rifiuti .

In situazioni normali, non di emergenza, ha continuato Quricioni, ci rifiutiamo di considerare la sola alternativa degli inceneritori .

Invece, occorre potenziare la raccolta differenziata per il recupero del materiale come prescrive la legge .

Secondo Peppe D'angelo ed i suoi, il problema della raccolta differenziata a Chieti stenta ad essere risolto .

Le percentuali del Capoluogo teatino si attestano ancora attorno al 15%, contro il 35% fissato dal decreto Ronchi del 1998 ed il 40% stabilito dall'ultima finanziaria che prevede il raggiungimento del 50% nel 2009 e del 60% nel 2011 .

L'avere inizialmente evitato di prendere in considerazione la raccolta " porta a porta " privilegiando quella per " strada " secondo la " Base " è uno dei primi motivi del fallimento dell'Amministrazione Ricci che fin dal suo insediamento ha continuato a latitare sull'argomento, nonostante nel programma elettorale del Sindaco il problema avesse un rilievo particolare proprio grazie al contributo fattivo della Base .

Fin qui nulla di nuovo .

Il problema serio è invece che, Chieti, secondo il Coordinamento teatino della "Base" , rischierebbe di vedere costruire sul proprio territorio uno dei quattro termovalorizzatori previsti nel Piano Regionale dei rifiuti che dovrà essere approvato entro 40 giorni .

Le strutture dovrebbero insistere sul territorio degli Ato ( L'Aquila, Teramo, area metropolitana Chieti – Pescara e Lanciano – Vasto ) .

Ma proprio questi impianti sono stati indicati dalla Base come potenziali pericoli per la qualità della vita anche perché a Chieti nella discarica " Casoni " gestita dalla Società Deco, è previsto l'impianto con maggiore capacità di trattamento ( 270.000 tonnellate ) rispetto agli altro Ato .

Il documento stabilirebbe in alternativa la costruzione di un unico grande impianto per l'intera regione Abruzzo che, secondo le stime della Base, nascerebbe, comunque a Chieti che insiste nell'ambito territoriale che meglio risponde alle esigenze di ottimizzazione richieste dal testo ( minore distanza dal più vicino impianto di bioessiccazione il che vuol dire riduzione dei costi di trasporto e dei costi di produzione ) .

Chieti, sempre secondo la Base, risponderebbe perfettamente ai parametri previsti dal Piano Regionale, visto che sono appena iniziati i lavori di costruzione di un impianto di trattamento meccanico – biologico dei rifiuti autorizzato con determina regionale il 31 marzo 2006, diventato poi con la determina del 4 luglio 2006, in seguito all'approvazione del Testo Unico Ambientale ( D.lgs 52/2006 ) un impianto di bioessiccazione per la produzione di combustibili da rifiuti, grazie all'applicazione di una clausola che autorizzerebbe la modifica della destinazione d'uso .

Una struttura che dovrebbe estendersi su una superficie di 36.000 mq .

Da qui il doppio attacco della Base all'amministrazione comunale :

-Il primo per non aver difeso il territorio teatino in sede ci concertazione del Piano Regionale .
-Il secondo perché se da una parte si lavora per incrementare la raccolta differenziata, dall'altra si realizza una struttura, secondo la " Base " altamente inquinante ed obsoleta, in alternativa ad una a bassissimo impatto ambientale capace di prevedere il recupero del 70% di materiali indifferenziati che, con il combustibile da rifiuti, invece, verrebbero esclusivamente bruciati, comportando altissimi costi di gestione degli impianti.

Tutte le informazioni le ho desunte dalle note di stampa degli organi d'informazione locali .


A tal proposito, pongo le seguenti domande alle autorità competenti :


-Chi risarcirà i danni provocati all'ambiente ed alla popolazione dalle sostanze nocive emesse dall'inceneritore ( termovalorizzatore ) ?

-Chi punirà coloro che nonostante la prevista raccolta differenziata riunisce l'immondizia in un unico calderone ? Che reato commette ?

-Di chi è a Chieti la colpa per cui la raccolta differenziata non parte?

Come mai i due rappresentanti comunali dei quali uno dipendente della Deco non hanno opposto osservazioni al Piano Regionale dei Rifiuti ?

-Chi ha nominato tra i due rappresentanti del Comune un dipendente della Deco che sta costruendo l'impianto di Casoni ? Che reato eventualmente ha commesso ?

-E' lecito che la Deco, alla quale sarebbe stata affidata la costruzione dell'impianto di Casoni, ha finanziato alle scorse elezioni regionali, guarda caso, proprio la Margherita, i DS e lo Sdi ?

In quali reati penalmente perseguibili incorrono i responsabili della mancata raccolta differenziata stabilita dalle vigenti leggi ( nelle percentuali specificate nel presente esposto ) ?

Eventualmente, che reato comporta il mancato controllo e la mancata applicazione della sanzione dei funzionari degli organi preposti ?

Pertanto, si chiede alle autorità in indirizzo d'intervenire per quanto di loro competenza .


IN FEDE
Dott. CRISTIANO VIGNALI
Resp.Reg.Giov.Fiamma Tricolore


ho semplicemente fatto copia e incolla.Non faccio parte di nessun schieramento politico,ma credo che tutti dovrebbero molibitarsi quando in ballo c'è la salute

FT

Anonimo ha detto...

Dal bioessicatore esce il CDR (combustibile derivato dai rifiuti). Si tratta di quantità più ridotte, circa del 50%, ma da smaltire. Quanto inquina la combustione del CDR?

Si tende a considerare la combustione del CDR analoga a quella di un rifiuto non trattato. In realtà il CDR è un prodotto più omogeneo, produce una combustione costante: in definitiva il processo può essere meglio gestito. Però, per ottenere i migliori risultati, essendo il CDR un materiale differente dal rifiuto, anche l’impianto deve essere specificatamente progettato.

Anonimo ha detto...

Prima di parlare di inquinamento e danni alla salute delle persone è giusto documentarsi su gli effettivi danni che un termovalorizzatore può portare sia da un punto di vista ambientale che di salute delle persone. Purtroppo c'è tanta ignoranza in merito e si preferisce dare fiato alla bocca senza documentarsi.Nella società odierna vogliamo tutti i servizi e non vogliamo curarci degli cause. Basti pensare anche alle automobili che tutti quotidianamente uitillizziamo e che provocano un danno alla salute molto più grave di un termoutilizzatore. Il solo traffico di auto in una città è paragonabile all'emissione di un termovalorizzatore con la differenza che quest'ultimo è sempre monitorato. L'indotto di lavoro che si genera dietro ad un impianto del genere è notevole. Non vi stà parlando un capitalista ma una persona che si è documentata e ,posti sul piatto della bilancia pro e contro ,ha visto l'utilità e sopratutto la necessità di realizzare un impianto di smaltimento dei rifiuti nella nostra regione. Bruno PE