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11 maggio 2007

Una città chiusa, esosa e inospitale

PROVINCIALISMO - Su giornale telematico Primadanoi c'è un articolo di Alessandra Lotti che fotografa la realtà abruzzese senza i soliti compiacimenti. La classe politica fa la figura che merita, ma c'è anche una piccola nota su Chieti che nemmeno nelle occasioni speciali riesce a mostrarsi accogliente.

MANIFESTINI - C'è un brutto ritratto della città anche nei fogli dattiloscritti che in questi giorni sono apparsi sulle colonne dei portici. In quei manifestini c'è un po' di tutto, dall'orgoglio teatino al populismo, dal livore verso l'attuale stato della politica (come dargli torto?) all'esortazione a ritrovare il senso della collettività; e l'autore ne ha per tutti: ideologie e tecnologia, associazioni culturali, commercianti, insegnanti, economisti... e Chieti è descritta come tumulo polverizzato di se stessa, uno scenario desolato, un luogo di melma, di nefandezze, di penuria spirituale, e via dicendo. Uno sfogo isolato oppure un segnale di malessere diffuso?

WEB - navigando sulle tracce di Chieti tra siti e blog si trovano oltre alle vuote autocelebrazioni della teatinità anche giudizi molto negativi. Qualche volta si tratta di ragazzi annoiati che esprimono così la loro adolescenziale voglia di evasione, ma purtroppo i peggiori epiteti sono scritti da forestieri che descrivono una città priva di locali, priva di stimoli sociali e culturali, una città ignorante, esosa e inospitale.

L'argomento è sgradevole, la citazione è molto brutta e sicuramente in molti susciterà uno sdegno immediato, ma sarebbe sciocco reagire con la spocchia da vecchia zitella dicendo che sono solo veleni degli "invidiosi".

C'è del vero in questi giudizi? che nei pressi dell'università un posto letto può costare più di 300 euro mensili (talvolta in nero e magari in alloggi popolari che non potrebbero essere subaffittati) è vero e purtroppo molti pensano che questo sia solo un problema degli studenti. Non è così, perché questo modo di fare distrugge le opportunità di sviluppo culturale ed economico create a Chieti dall'università.

Anche la carenza di iniziative commerciali è vera e risultò evidente anche quando la gente veniva a Chieti di sera per lo Stellario o per altri spettacoli alla Civitella.

Una sana economia deve offrire occasioni di guadagno a chi offre servizi, a chi genera ricchezza, a chi produce qualità e novità. Non deve guadagnare solo chi ha occupato una posizione, perché altrimenti l'economia della città si deprime come se fosse vampirizzata. Ed è quello che sta succedendo: gli studenti pagano l'affitto per la stanza e restano senza soldi, non riescono a dare né a chiedere più nulla alla città. Tante copisterie invece di librerie; prati e panchine invece di circoli, pub, ritrovi, internet cafè, ecc. E poi, quando gli studenti sfruttati e annoiati saranno fuggiti altrove, andranno in crisi anche i giardinetti e le copisterie.


Qualche settimana fa il Messaggero ha dato la notizia di una famiglia di immigrati che paga 340 euro al mese per vivere in un garage. In questo modo Chieti farà scappare anche gli stranieri. E mi sembra già di sentirla la voce dei fieri teatini: 'peggio per loro' oppure "gli sta bene, così se ne ritornano a casa loro". Già, andranno via quelli più miti, quelli venuti col sogno di sistemarsi e che si accontentano di fare da badanti ai nostri vecchi e quelli che fanno i manovali per 500 euro al mese. Loro dovranno andar via, a cercare luoghi migliori e da noi verranno i peggiori, quelli senza scrupoli, quelli che non si spaventano di un affitto alto, quelli che conoscono altri modi per far quadrare i conti.
E quando gli affittatuguri e gli affittagarage si vedranno assediati da delinquenti, invece di farsi un esame di coscienza, incolperanno il politico di turno e invocheranno il tiranno sognando un regime in cui agli immigrati sia imposto l'obbligo di lavorare e di pagare mentre gli indigeni oziano e guadagnano, un metodo sicuro che ha sempre portato allo stesso risultato: miseria e disperazione per tutti. Il benessere è frutto della pace, della serenità e dell'onestà. L'immigrato va a lavorare dove può trovare speranze di miglioramento. Cose di cui è facile parlare, ma è difficile costruire.

Allora faccio una proposta agli assessori, a quelli che in genere sono tanto bravi a organizzare incontri e conferenze: in questa Chieti chiusa e inospitale dove tra un paio d'anni forse arriveranno migliaia di atleti da tante nazioni, proviamo a promuovere la cultura dell'accoglienza, che non significa aprire la porta a chiunque. Accogliere significa regolare gli orari dei negozi e dei servizi sulle esigenze di chi arriva e non sui comodi di chi vive e lavora qui. Accogliere significa offrire qualcosa che rimanga nella memoria del visitatore. Accogliere significa praticare prezzi che siano un invito a tornare. Accogliere significa anche imparare a riconoscere il nostro prossimo senza preferire necessariamente lo Shylock nostrano al samaritano che passa in cerca di pace e di lavoro.

Proviamo a far capire che certe speculazioni sul turista, sullo studente e sul lavorante sono autodistruttive. Proviamo a spiegare che nessuno potrà apprezzare una città solo per la storia passata. Ci vorrà molto tempo, ma in qualche modo si deve cominciare a migliorare sia l'immagine che l'economia di Chieti.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

la gente si fa delle domande sulla cattiva amministrazione di Chieti, sul malcostume che regna in città. Queste denunce io le condivido perchè arrivano anche a quelle persone, e sono tante, che non hanno la possibilità di leggersi i vari blog che parlano della pochezza, del dilettantismo e della litigiosità di chi li amministra. E' un sistema per arrivare alla gente ( lo usavano in cina tempo fa e lo usavano anche i greci- ostracismo )affichè questa si sappia regolare in futuro.

Anonimo ha detto...

Gli orari e i prezzi riguardano i commercianti. Esistono molte associazioni dei commercianti che potrebbero darsi da fare per questo.

Anonimo ha detto...

Non dobbiamo rassegnarci al degrado, al fatto che Chieti non sia più quella di una volta, alla violenza gratuita e crescente (non so se lo sai, ma non c'è notte che a Chieti non ci sia un pestaggio, un regolamento di conti per loschi affari ecc.), alle infiltrazioni di certa criminalità, ai furti in appartamento, alla droga che copre Chieti come se fosse neve, alla disoccupazione, alla cassa integrazione, alla povertà che avanza, al degrado socio-economico, alle caste, alle baronìe, a chi si sta mangiando la nostra città spartendosela come una torta.
Quindi, per quanto riguarda le scritte sui muri di cui hai fornito un campione, cosa ti aspetti da una città che urla di dolore?
Scritte di gioioso saluto forse?
Io so aspettare, e so che un giorno Chieti diventerà migliore di come sia stata ridotta oggi, anche perchè peggio di come è stata conciata dalle ultime amministrazioni non è possibile.
Ah, li bbill democristiani!!!
Pensa un po' cosa mi tocca dire...

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo.
Sono nato a Chieti, ma sebbene viva a Milano ormai da oltre vent'anni, sono molto legato alla mia citta' natale e ne seguo le vicende anche attraverso questo blog.
Ma e' mai possibile che debba essere indotto a trascorrere le vacanze al mare optando per la riviera romagnola perche' Francavilla (la spiaggia della mia infanzia), offre servizi e attrezzature per i bambini neanche lontanamente paragonabili a quelli romagnoli e a prezzi nettamente superiori?
E' solo un piccolo esempio di come la miopia di molti, tra politici e operatori economici, rischi di frenare lo sviluppo di una terra che ha tutte le carte in regola per diventare un importante polo di attrazione culturale e turistico.

Anonimo ha detto...

meno male che vivo a Chieti e quindi mi basta uscire di casa a poche centinaia di metri per vedere la realtà.Altrimenti se dovessi dare sempre retta ai vari giornali,giornalai e "chietini" disfattisti rischierei di avere un'immagine distorta di quella che è fortunatamente la realtà...
che poi ci sia molto,anzi moltissimo da migliorare sono il primo a dirlo,ma da qui a dipingere quadri drammatici ce ne passa
e per quello che mi riguarda,l'erba del vicino è quasi sempre meno verde della nostra..!!

FT

Anonimo ha detto...

Se vivi a Chieti e vedi la realtà quotidiana, bhe è ora che compri un.. bel paio di occhiali e mettili..mi raccomando!! Ci stanno riducendo ad un paesino degradato della Campania!! Altro che la realtà in cui vivi? La nostra considerazine al di fuori delle quattro mura del centro storico..è pari allo ZERO. Saprai ,vero, che già da Dragonara, Torrevecchia, Fondovalle alento, Brecciarola, Colle marcone, Buonconsiglio, via dei Vestini e naltro pò pure Tricalle...si sentono di Pescara, o non ne sei convinto?
A casa chi non è capace! SUBITO!!
QUESTA AMMINISTRAZIONE E' A PEZZI ED E' LO SPECCHIO DELLA NOSTRA FU' CITTA'DI CHIETI. ( Ora declassato a paese )

Anonimo ha detto...

Il blog vive anche dei commenti lasciati dai lettori quindi mi fa sembpre piacere trovare commenti ai miei post, soprattutto quando esprimono opinioni diverse dalle mie o aggiungono informazioni in più. Basta farlo nelle forme lecite e di buon gusto. Però vorrei rinnovare l'invito a firmare il commento. Non serve identificarsi, è sufficiente un nick-name per consentire a chi legge di distinguere un commento nuovo da quello di chi è intervenuto altre volte e di chi sta replicando ad una risposta.
Una sigla o un nick non vi costa niente e dà più senso al vostro commento. Grazie