Continua la denigrazione dell'università di Chieti: dopo le inchieste sugli esami facili, quella sulle lauree virtuali e il presunto scandalo degli esami venduti in CD, adesso la stampa se la prende col riconoscimento dei crediti universitari titolando "laurea in un mese".
I profondi cambiamenti di questi ultimi anni determinano incertezze e confusione in tutte le università italiane, ma da noi questo problema generale si traduce nel puro masochismo di voler demolire la reputazione della nostra sede universitaria.
I profondi cambiamenti di questi ultimi anni determinano incertezze e confusione in tutte le università italiane, ma da noi questo problema generale si traduce nel puro masochismo di voler demolire la reputazione della nostra sede universitaria.
1) Il meccanismo che consente il riconvertire in crediti universitari i vecchi diplomi parauniversitari (isef, scienze infermieristiche, ecc.) è una possibilità offerta da una legge del 1999. L'università di Chieti ha saputo dare applicazione a questa legge dimostrando una notevole capacità organizzativa che ha portato qui molti nuovi iscritti. Se la legge era sbagliata, se la riduzione del numero di esami per chi ha già un precedente diploma universitario è ingiusta, questo non può essere imputato a colpa dell'Università d'Annunzio come appare dai titoli del Messaggero.
2) Il sito uni-campus di una ditta privata offriva servizi di assistenza per studenti-lavoratori che comprendeva anche materiali di studio su CD e trasferte in pulmann per arrivare all'università. Questo non può essere considerato uno scandalo anche se così è stato presentato dal Centro.
Qualora i servizi offerti fossero stati inadeguati o connessi a qualche millanteria, non si può attribuirne la responsabilità all'università. Anzi, se è stato proprio il direttore amministrativo della d'Annunzio a chiedere alle autorità di fare chiarezza su certe apparenze poco chiare, questo dimostra che da parte dell'istituzione universitaria c'è vigilanza e attenzione anche su ciò che accade intorno.
3) Pochi anni fa una legge ha aperto la via alle università telematiche nelle quali gli studenti possono seguire i corsi su internet come già avviene nelle maggiori università del mondo. In questo ambito l'Università di Chieti ha dato vita ad un Ateneo Telematico (Leonardo da Vinci) che si è già imposto tra le esperienze italiane più avanzate di questo settore. Questo dovrebbe essere un motivo di vanto per la città, invece si tende a ridicolizzarlo parlando di lauree virtuali e di esami al computer di casa.
Le inchieste televisive di Report hanno dimostrato che dietro certi nomi di università si possono nascondere autentici pataccari, ma questo dovrebbe gettare discredito su loro e non sulla nostra università che invece non viene neanche sfiorata dal sospetto. Anche il giornalista del Corriere avrebbe dovuto capire che lo stretto legame della DaVinci con la d'Annunzio è un elemento di garanzia e non di preoccupazione.
Non ci sono lauree virtuali e non ci sono esami fatti a distanza. La novità sta tutta nella possibilità di reperire materiali scientifici sul sito dell'università e fare lezione in teleconferenza, ma poi gli studenti devono superare l'esame presentandosi personalmente all'appello e rispondendo alle domande dei docenti e anche questi sono veri, non virtuali! Quindi la telematica è un lodevole sforzo tecnologico che proietta l'università verso il futuro, a differenza di tanti altri atenei che tardano a misurarsi con le nuove frontiere della tecnologia.
4) L'unica inchiesta che ha realmente messo in luce un probabile vizio della nostra università è stata quella sugli esami facili a Scienze Manageriali. Si tratta di un fatto molto contestato dagli studenti che frequentano quella facoltà, i quali sostengono che gli esami non sono facili e che le facilitazioni ci sono state solo come conseguenza di particolari convenzioni fatte con certe categorie di dipendenti pubblici. Anche questa è un'ingiustizia che va imputata soprattutto alla legge e comunque, nella peggiore delle ipotesi, se ne dovrebbe trarre la conclusione che tra le tante facoltà della d'Annunzio ce n'è una più facile delle altre. Dunque neanche questo sarebbe uno scandalo.
Allora perchè demolire la buona reputazione della nostra università che è la più importante azienda della città? perché non siamo capaci di credere in niente di ciò che ci appartiene? perché abbiamo bisogno di un marchio (Logitech o Fiat) per riconoscere le capacità e i meriti dei nostri concittadini?
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2) Il sito uni-campus di una ditta privata offriva servizi di assistenza per studenti-lavoratori che comprendeva anche materiali di studio su CD e trasferte in pulmann per arrivare all'università. Questo non può essere considerato uno scandalo anche se così è stato presentato dal Centro.
Qualora i servizi offerti fossero stati inadeguati o connessi a qualche millanteria, non si può attribuirne la responsabilità all'università. Anzi, se è stato proprio il direttore amministrativo della d'Annunzio a chiedere alle autorità di fare chiarezza su certe apparenze poco chiare, questo dimostra che da parte dell'istituzione universitaria c'è vigilanza e attenzione anche su ciò che accade intorno.
3) Pochi anni fa una legge ha aperto la via alle università telematiche nelle quali gli studenti possono seguire i corsi su internet come già avviene nelle maggiori università del mondo. In questo ambito l'Università di Chieti ha dato vita ad un Ateneo Telematico (Leonardo da Vinci) che si è già imposto tra le esperienze italiane più avanzate di questo settore. Questo dovrebbe essere un motivo di vanto per la città, invece si tende a ridicolizzarlo parlando di lauree virtuali e di esami al computer di casa.
Le inchieste televisive di Report hanno dimostrato che dietro certi nomi di università si possono nascondere autentici pataccari, ma questo dovrebbe gettare discredito su loro e non sulla nostra università che invece non viene neanche sfiorata dal sospetto. Anche il giornalista del Corriere avrebbe dovuto capire che lo stretto legame della DaVinci con la d'Annunzio è un elemento di garanzia e non di preoccupazione.
Non ci sono lauree virtuali e non ci sono esami fatti a distanza. La novità sta tutta nella possibilità di reperire materiali scientifici sul sito dell'università e fare lezione in teleconferenza, ma poi gli studenti devono superare l'esame presentandosi personalmente all'appello e rispondendo alle domande dei docenti e anche questi sono veri, non virtuali! Quindi la telematica è un lodevole sforzo tecnologico che proietta l'università verso il futuro, a differenza di tanti altri atenei che tardano a misurarsi con le nuove frontiere della tecnologia.
4) L'unica inchiesta che ha realmente messo in luce un probabile vizio della nostra università è stata quella sugli esami facili a Scienze Manageriali. Si tratta di un fatto molto contestato dagli studenti che frequentano quella facoltà, i quali sostengono che gli esami non sono facili e che le facilitazioni ci sono state solo come conseguenza di particolari convenzioni fatte con certe categorie di dipendenti pubblici. Anche questa è un'ingiustizia che va imputata soprattutto alla legge e comunque, nella peggiore delle ipotesi, se ne dovrebbe trarre la conclusione che tra le tante facoltà della d'Annunzio ce n'è una più facile delle altre. Dunque neanche questo sarebbe uno scandalo.
Allora perchè demolire la buona reputazione della nostra università che è la più importante azienda della città? perché non siamo capaci di credere in niente di ciò che ci appartiene? perché abbiamo bisogno di un marchio (Logitech o Fiat) per riconoscere le capacità e i meriti dei nostri concittadini?
5 commenti:
Effettivamente il fatto che questi fatti vengano fuori sui maggiori quotidiani nazionali e locali fa pensare che qualcosa di vero ci deve essere e siccome oltre al degrado delle strutture ( leggere nel sito degli studenti che frequentano : http://www.360press.com/?m=200704
)potrebbe verificarsi un degrado anche nelle istituzioni. Il coperchio della pentola è stato scoperto e speriamo che chi deve vada a controllare che genere di pietanze vengono cotte in quel pentolone. Io sono convinto che discorsi del genere non possono fare che male all'università e la quantittà di studenti che ha registrato per le "laure facili" possa portere poi alla fuga dei buoi dalla stalla e rendere la struttura un'altra cattedrale nel deserto. E' ora di finirla con questo popolo di furbi e amici degli amici, almeno in cose serie come lo studio.Abbiamo già trasformato la scuola inferiore in un puttanaio ( tutti promossi così il numero degli alunni aumentano )e il diploma a malapena ci serve per un posto da operaio, vediamo anche di trasformare anche la laurea in un pezzo di carta buono solo per pulirci il c_ lo.
Caro Tom,
sul Centro di oggi c'è un articolo che parla degli attacchi all'università. Il rettore sembra infuriato. Però il giornale presenta tutta la faccenda come se fosse una lotta di campanile tra Chieti e Pescara.
GDF
Ma per favore!!!! L'università sapeva, sà e saprà sempre tutto di queste cose! E' ovvio che una volta che i nodi vengono al pettine i vertici si dichiarino estranei ai fatti! L'università è una vera e propria azienda a scopo di lucro ed i suoi clienti sono gli studenti che pagano le tasse! Secondo voi a nessuno è sembrato strano che ci fossero così tanti iscritti e pendolari del napoletano? Sono venuti a Chieti per caso???
Il Centro a il Messaggero di ieri (20 giugno 2007) hanno messo in prima pagina lo scandalo dei diplomi falsi.
Nei titoli si legge "Chieti" "diplomi falsi per iscriversi alla d'Annunzio".
Poi leggendi gli articoli si scopre che i diplomi falsificati sono di una scuola per massofisioterapisti di Cosenza e sono stati utilizzati per iscriversi a molte università in tutta Italia. Infatti l'inchiesta della Gurdia di Finanza "Honoris Causa" riguarda 19 regioni.
Anche questa volta l'Università d'Annunzio è parte lesa e ha già bloccato gli studenti iscritti con diplomi sospetti, ma anche questa volta lo scabdalo sembra puntare il dito contro l'università.
Oltre a quelle di cui parli c'è anche la faccenda di scienze della formazione che rilascia un titolo che non abilita all'insegnamento. Non è un po' strano? forse anche questa non sarà successa solo a Chieti però non mi sembra un attacco gratuito.
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