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04 aprile 2007

Antenna selvaggia 1

A Ortona in questi giorni il partito dei Verdi ha fatto proiettare il documentario "Le scomode verità" realizzato per iniziativa di Al Gore, ex vice-presidente USA. Forse è la prima volta che qualcuno che è stato ai vertici di potere del nostro pianeta si preoccupa della salute del mondo.
A Chieti, dove non esiste nemmeno una piccola rappresentanza dei Verdi, riusciremo ad avere qualche analoga occasione di informazione?

Sempre a Ortona un comitato cittadino sta conducendo una battaglia a salvaguardia del litorale nella zona Postilli-Riccio e nelle aree dismesse dalla ferrovia e minacciate dalla speculazione edilizia.
A Chieti abbiamo avuto recentemente la notizia dell'immensa discarica chimica scoperta a pochi chilometri da noi senza che nessuno sembra preoccuparsene.

A Lanciano nelle scorse settimane un comitato di cittadini si è mobilitato per il problema delle antenne. Il caso è nato da una istallazione Tim di cui il Comune non era stato neanche informato. Ma il problema è generale perché le nuove generazioni di telefonini aumentano la diffusione e la potenza delle antenne che si aggiungono alle tante già esistenti e ce le ritroviamo anche dove non dovrebbero stare: accanto alle scuole, agli ospedali, nei campi da gioco, sui tetti degli alberghi, in cima ai campanili. I cittadini di Lanciano hanno chiesto al comune di redigere un Piano Antenne in modo da regolarizzare la situazione.

A Chieti esiste un Piano Antenne? c'è qualcuno che si è mai preoccupato del problema?

Il famigerato Decreto Gasparri del 2002 all’art. 3 prevedeva che “le antenne sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e sono realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o di regolamento”. Così i Comuni erano stati espropriati di ogni potere al riguardo, ma poi per fortuna è intervenuta la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 303 del 2003, che ha restituito agli enti locali la possibilità di governare il fenomeno. Quindi oggi è possibile realizzare un Piano Antenne, evitando che un problema di notevole interesse colletivo sia lasciato al libero arbitrio dei privati.

La nostra città dovrebbe essere sensibile al problema perché ha vissuto da vicino le vicende di San Silvestro e i casi verificatisi negli anni scorsi in contrada San Martino, eppure di antenne a Chieti non si parla, sprofondati come nel sopore della camomilla. Davanti alle strane sculture metalliche che spuntano sui tetti restiamo a guardare quasi senza capire: sono antenne, signori, emettono onde elettromagnetiche che dovrebbero essere innocue per la salute umana, perché appartengono alla categoria delle onde non ionizzanti, quindi non hanno energia sufficiente a rompere i legami chimici delle cellule, però è difficile stabilire con certezza cosa succede se si resta esposti per lunghi periodi a molte onde e campi elettromagnetici che saturano l'ambiente e non sappiamo quali caratteristiche assumono le zone di interferenza, perciò un po' di prudenza non farebbe male e qualche regola ci vorrebbe.

E' quasi superfluo aggiungere che il Piano Antenne va fatto prima che lo scempio venga compiuto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Avete una casa vicino ad un traliccio di alta tensione e magari anche un bel mutuo da pagare? Oppure l'avete acquistata e poi vi hanno piazzato un'antenna nelle vicinanze? La notizia non sarà bella, ma siatene certi la vostra casa corre rischio di valere molto meno di quanto l'avete pagata. E' insomma un investimento «a rischio» anche per le vostre tasche. Molto a rischio se prende piede l'orientamento che sta prevalendo in Germania dove il mercato immobiliare arriva a svalutare fino al 50% le case poste vicino a tralicci o impianti radio-base. In Italia il problema non è così remoto. All'avvocato Gloria Canestrini - referente del Codacons - è già capitato di ricevere telefonate e richieste di pareri o chiarimento da parte dei consumatori al riguardo.«Confermo che a Monaco l'allarme c'è: gli agenti stanno già applicando il criterio di abbattere il prezzo e sono partite le cause di chi aveva comprato senza sapere che c'era un'antenna nelle vicinanze» risponde l'avvocato. Che aria tira allora fra gli immobiliaristi? Un titolare di agenzia immobiliare di Chieti Scalo, dichiara di non aver mai avuto per le mani il caso concreto di una casa da vendere in corrispondenza di impianti radio-base, per cui non si è mai posto il problema. Una ricaduta reale a Chieti, a suo avviso, non c'è mai stata in precedenza. Dipende comunqueanche dalle distanze, ma non si può credere a un ribasso fino al 50%. Il problema più frequente si è riscontrato quando una casa è vicina a un elettrodotto. In questi casi cosa succede? «Succede che coloro che visitano la casa, cioè i potenziali acquirenti, una osservazione la fanno, magari poi rinunciano. Sono poi i proprietari che riducono il prezzo se vogliono realmente vendere. E' plausibile che la vicinanza ad un antenna o a un impianto possa avere la sua influenza sul valore reale dell'immobile. «Dire se davvero c'è un deprezzamento e quantificarlo risulta difficile - risponde ancora l'immobiliarista - Mi è capitato il caso di una costruzione a Brecciarola vicina ad un traliccio e pur essendo ad una distanza regolamentare, purchè minima, il venditore ha poi dovuto abbassare il prezzo. C'era stata una oggettiva difficoltà alla vendita».

Anonimo ha detto...

Dici bene Enio.
Gli effetti sulla salute non sono prevedibili e dobbiamo sperare che non ce ne siano, ma anche se le antenne alla fine si dimostrassero completamente innocue, gli effetti economici dovuti alla prudenza ci sono e non è giusto ignorarlo. Un motivo in più per non lasciare tutto al caso.